-mi mancherai tanto, Peach- arrivò il girono tanto atteso, il giorno della partenza di me e Rachel, tutta la mia famiglia e tutti i miei amici, letteralmente tutti ci avevano accompagnate in aeroporto, Taylor e Julian erano i più disperati, sembrava che dovessi andare al patibolo, Julian mi stava abbracciando da circa dieci minuti di orologio, se ne infischiava se mio padre ci stava guardando, mi aveva baciata più volte in quell'ora che in tutti i mesi di fidanzamento
-anche voi mi mancherete tanto, ma ci videochiameremo ogni sera, vedrete che tornerò prima che ve ne rendiate conto- la piccola Taylor staccò con forza Julian e mi abbracciò forte, praticamente mi stritolò le costole inferiori, salutai tutti gli altri, uno ad uno e poi, tenendo la mano a Rachel mi incamminai verso l'aereo, decisi di non voltarmi a salutarli, probabilmente sarei corsa nuovamente ad abbracciarli, le hostess erano state molto gentili ma vogliamo mettere il cibo dell'aereo con le cenette di Noah o di Ambra? Per non parlare della pizza fatta da mia nonna Elena!
Il viaggio in aereo lo passai dormendo, sia io che Rachel avevamo passato la notte precedente con i nostri ragazzi ed eravamo esauste, arrivammo in Francia in perfetto orario e la macchina che Laurent ci aveva noleggiato era proprio dove ci aveva detto, Camille, la sua assistente era seduta al posto di guida, ci avrebbe accompagnate allo studio, affianco al quale si trovavano le piccole casette per gli stagisti, ero così emozionata!
Il bilocale che ci avevano affidato era molto carino, il soggiorno e la cucina erano molto semplici, così come la stanza da letto, munita di letto a castello e un armadio mi ricordava molto quella degli hotel italiani, anche il bagno era piccolo ma ben fornito di tutto, dopo aver disfatto le valigie e dopo una lunga litigata su chi dovesse dormire sopra raggiungemmo tutti gli altri studenti nella hall dello studio fotografico, Rachel si era già informata su metà degli stagisti con i quali avremmo passato quel mese, come al solito aveva adocchiato qualche ragazzo carino, Nik non era per niente geloso così come lei, una volta, al cinema Nik aveva fatto un apprezzamento su un'attrice e Rachel non aveva fatto altro che dichiararsi d'accordo con il suo ragazzo, ma io non vedevo altro ragazzo se non Julian Clark; dopo circa dieci minuti arrivò Laurent che ci riconobbe immediatamente e ci mise subito in imbarazzo presentandoci a tutti come due "studentesse modello", ci divisero tra fotografi, modelli e stilisti, io avevo deciso, sotto consiglio di Miranda e dello stesso Laurent di iscrivermi al corso per modelle, era quella la strada che sentivo più mia, avrei comunque continuato a creare collezioni di vestiti ma se avessi dovuto pensare al mio futuro, in quel momento, io vedevo uno studio fotografico con Rachel, le mie foto sui giornali, su una passerella, tra abiti e scarpe eleganti, era quello il mio destino.
Durante la prima settimana cercai di fare amicizie nel mio gruppo, ovviamente Rachel aveva già invitato a cenare da noi due ragazze francesi del suo gruppo di fotografia, Lise e Candice, erano sorelle gemelle identiche, non avevo ancora imparato a distinguerle, erano simpatiche, una sera io e Rachel avevamo provato a insegnarli qualche parola in inglese e loro ci avevano insegnato a dire qualche frase in francese "je m'appelle Savannah" avrei usato quella frase per presentarmi, lì in Francia, inutile dire che puntualmente alle nove meno un quarto Julian mi videochiamava e ogni volta li tiravo su il morale ribadendoli che stavo vivendo il mio sogno e che sarei tornata, era solo un mese e non tutta la vita! Ma mancava tanto anche a me.
Quella mattina mi decisi a parlare a qualcuno di cose extrascolastiche, intravidi una ragazza e un ragazzo che parevano molto simpatici così, strinsi il quaderno tra le braccia e mi diressi verso di loro, sorridendo
-ciao- mi ero scordata di parlare in Francese! Eppure si girarono e mi risposero, in inglese, per fortuna, qualcuno che parlava la mi lingua c'era!
-ciao, hai bisogno? - mi chiese educato il ragazzo, io scossi la testa
-no, veramente volevo solo presentarmi, io sono Savannah- allungai una mano
-io sono Mateo- Mateo aveva dei bellissimi capelli biondo platino e gli occhi erano un miscuglio di verde e azzurro, era davvero un bel ragazzo, ma mai come Julian
-e io sono Amy- lei doveva essere coreana o comunque asiatica perché aveva gli occhi a mandorla e dei bellissimi capelli neri e lisci raccolti in due trecce, era davvero bellissima, non mi sorprese che volesse diventare modella
-da dove venite? Siete praticamente gli unici che parlano inglese- inconsciamente ci eravamo diretti verso i tavoli da dove avremmo seguito le lezioni
-Philadelphia e lei dall'Arizona- che bella l'Arizona! Era sicuramente un posto che avrei voluto visitare, un giorno; due giorni dopo li invitai a cenare da me e Rachel, erano davvero intelligenti e simpatici e anche loro si erano conosciuti al campus, Rachel riuscì ad integrarsi da subito, come era suo solito, quella sera stavamo preparando gli zaini, il giorno seguente ci avrebbero portati alla torre Eiffel e al museo del Louvre, non vedevo l'ora, mi ero accordata con Mateo e Amy e Rachel con Candice e Lise, a no! Lise e Candice, volevano essere chiamate così, Lise per prima e Candice dopo, anche Taylor e Thomas preferivano farsi chiamare così, lei prima e lui dopo, non ho mai capito il motivo ma non avevo una gemella e quindi mi limitavo a fare come richiesto, mentre ricontrollavo di aver preso tutto il necessario mi squillò il telefono, era Dustin, risposi
-hey Sav! - gli occhi azzurri di mio cugino brillarono come quelli di mio padre, che era dietro di lui
-papà! Dustin, ma dove siete? - non riuscivo a decifrare le parole in sottofondo ma ad un certo punto Dustin appoggiò il cellulare su un ripiano e si allontanò, tutta la mia famiglia era a casa dei miei genitori, c'erano tutti, al completo
-è Savannah? - dal corridoio apparve Julian, era a casa dei miei genitori, non era una fantasia o un miraggio, era lui, era lì come se facesse parte della mia famiglia da sempre, sorrisi
-Julian!? Ciao- si avvicinò alla web-cam
-Peach! Come va? - mi mancavano tantissimo, era passato solo metà mese! Rachel entrò in camera mia e provò a entrare nell'inquadratura
-salve Kane e Wilson family! Come va? - Taylor e mia madre vennero più vicine
-ciao Rachel! Bene grazie- ad un tratto squillò il campanello, andò lei ad aprire la porta, intanto io ascoltai Taylor che mi raccontava come avevano vinto il campionato, Julian era andato a vederli ugualmente e mi aveva spedito il video del super touch down e della danza della vittoria della sua squadra
-è Mateo- il viso di Julian diventò più serio, vidi la mano di Taylor toccarlo sulla spalla, probabilmente voleva tranquillizzarlo
-chi è Mateo? - mi chiese Julian con disinvoltura
-è un amico che ho conosciuto qui, ora vado, ci sentiamo- staccai la chiamata, sapevo che mi sarei dovuta sorbire un discorsetto di Julian, raggiunsi Mateo in salotto, era sorridente, come al solito
-ragazzi io esco! - Rachel non aspettò una risposta e abbandonò l'appartamento lasciandomi sola con Mateo
-oi, che ci fai qui? - si alzò in piedi dal divano e si piazzò davanti a me, era davvero alto, vedendo che non mi rispondeva cominciai a perdere la pazienza, aveva scatenato la gelosia di Julian e era piombato in casa mia alle dieci e trenta di sera per baciarmi.
Proprio così, mi aveva baciata e non poco, non mi ero nemmeno azzardata a ricambiare quel suo bacio, l'avevo guardato dritto negli occhi e li avevo ricordato di avere un fidanzato, che l'avrebbe ucciso se mi avesse di baciata di nuovo, ci era rimasto piuttosto male ma doveva aspettarselo, Rachel mi aveva consigliato di dirlo a Julian, dovevo solo capire come e quando.
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Perché proprio lui?
RomanceSavannah ha vent'anni e frequenta una scuola di moda a New York, la sua numerosa famiglia è tutto per lei e la difenderà con ogni mezzo ma quando conosce a fondo Julian, figlio del nemico dei suoi genitori capisce che non può fare a meno di lui, del...