Sunday!

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- Asia! Svegliati è domenica! - urla Harry svegliandomi, o almeno è quello che ho capito.

- Che cazzo vuoi ...? Lasciami dormire. - mugolo con la faccia nascosta dentro il cuscino e sotto le coperte.

- È d-o-m-e-n-i-c-a. Vuol dire che non puoi poltrire tutto il giorno. Andiamo a fare un giro con i soliti più ho costretto il nuovo ragazzo a venire quindi preparati in fretta. - dice Harry scandendo bene ogni parola come parlasse com un bambino. Ok, ammetto di non essere un genio la mattina di domenica, ma non a questi livelli.

- Il nuovo ragazzo chi? Liam? - chiedo alzando leggermente il viso verso mio fratello. Sapere che c'è Liam mi ha leggermente incuriosito, voglio conoscere quel ragazzo misterioso dal gioco imprevedibile e dal carattere ancora più strano.

- Si, proprio lui. Vi conoscete di già? - chiede dal bagno mentre si lava i denti.

- Ho avuto molte occasioni di conoscerlo. - dico alzandomi faticosamente dal letto.

Scendo le scale lentamente come ogni giorno tra uno sbadiglio e l'altro, rischio anche di cadere per terra saltando l'ultimo scalino, ma tranquilli Asia Styles non cade mai. Sono gli altri che cadono quando passo. Ok. Pensiero troppo modesto.

- Charlotte! Per caso mi hai preparato la colazione? - urlo entrando in cucina e non vedendo ne la donna ne nulla sul tavolo.

- Si, è dentro il microonde per non raffreddarsi! - urla da un altra stanza.

Sbuffando mi allungo verso il microonde e, con la stessa agilità di un elefante, prendo la tazza con latte e Nesquik, un piccolo passo per l'umanità un grande passo per me. Mi metto a sedere a tavola facendo colazione in sola compagnia dei Pan di Stelle, scommetto che anche loro vorrebbero andarsene e salvare le loro futili vite, ma no, devono saziare la mia fame quindi resteranno qui al mio cospetto.

"Asia, oggi hai preso una bella botta." Penso tra me. " Ed è appena cominciata la giornata " risponde la mia piccola coscienza.

- Asia ti muovi! - urla una voce che stavolta non proviene da dentro di me, Harry colui che è per definizione lento, mi sta dicendo di sbrigarmi; in quale universo parallelo sono capita oggi?

Butto la tazza dentro il lavandino e salgo velocemente le scale per andarmi a preparare in camera mia. Entro e rapidamente apro un anta scorrevole dell'armadio, quella dove tengo i vestiti, e prendo una canotta della Wesc divisa in tre righe orizzontali di tre tonalità di azzurro diverse, poi prendo dei jeans chiari lunghi ma leggeri abbinati con le delle Vans blu scuro. Rapidamente vado in bagno per darmi un trucco leggero, tanto per non uscire come uno zombie ambulante; riesco a fare tutto questo in meno di dieci minuti e Harry non è ancora pronto, non avevo sbagliato universo, per niente.

- Andiamo su! - urlo a Harry quando scende le scale e ci precipitiamo in macchina velocemente diretti non so dove.

Passò un po' di tempo mentre aspettavano l'arrivo dei ragazzi al Hampstead Heath, per chi non lo sapesse è una grande parco vicino Londra, pieno di laghetti, piccoli fiumi che scorrono tra foreste di alberi popolate da una grande quantità di animale di qualsiasi tipo.
Avevamo deciso di trovarci nel "nostro" laghetto, uno dei più isolati nel parco, immerso nella natura dentro una foresta di fitti alberi le cui ombre ricadono quasi formando un cerchio nello specchio del lago.

Osservo il mio riflesso nell'acqua, quei capelli di un colore misto al biondo cenere e al marrone chiaro, il viso dalle linee morbide ma ben segnate, e al centro due grandi occhi marroni; tutti questi particolari sono sempre rimasti uguali in tutti questi anni, al contrario del mio corpo che è cambiato, diventando quello di una donna e il mio carattere, della piccola Asia sorridente, allegra, senza neanche un pensiero in testa e che soprattutto credeva nel vero amore è rimasto ben poco.

Lancio un sassolino nell'acqua, questo rimbalza un paio di volte prima di sprofondare di colpo sotto la superficie cristallina del lago. Delle piccole onde si muovono concentricamente nei punti in cui il sassolino ha colpito l'acqua muovendo anche il mio riflesso, sembra come se da un momento all'altro anche questo possa cambiare, prendere le forme di qualcun'altro, forse è proprio questo che siamo, la struttura può rimanere la solita ma l'anima che ci rispecchia può cambiare, a seconda di chi ci sta davanti e di cosa facciamo o fa. Che discorso stupido che ho fatto, manco la Smith lo farebbe.

- Harry ma quando arrivano? - gli urlo da dove sono.

- Non lo so, vado a vedere. Tu resta qui in caso arrivino! - urla e comincia a camminare verso una delle stradine che dovrebbero prendere i ragazzi per giungere qua.

Sbuffo dalla noia lasciandomi cadere per terra sull'erba bagnata di rugiada sotto di me; sto stesa lì, inspirando il profumo dell'erba e dei fiori, lo sguardo rivolto al cielo in cerca di qualcosa che possa attirare la mia attenzione, anche uno stupido uccello, ma sembra che tutto si sia fermato insieme alla mia noia.

Un ombra compare sopra di me oscurando la luce del sole e facendomi venire qualche brivido spontaneo, perché oggi devono rompere tutti a me.

- Sarebbe gradito se potresti toglierti di lì. Sai c'è un intero parco, proprio su di me devi stare? - dico un po' irritata.

- Andiamo Styles. Manco felice di vedermi? - dice una voce che sento di aver già sentito ma non così familiare da riconoscere la persona.

Mi giro per vedere in faccia il ragazzo rotolando sull'erba e bagnandomi ancora di più i vestiti, sembro un maialino che si rotola nel fango. Rimango sorpresa nel vedermi davanti Liam, il ragazzo che avevo conosciuto solo il giorno prima e che mai avrei pensato di rivedere se non alle partite e al campo da basket ogni tanto.

I suoi occhi scuri mi fissano dall'alto trasmettendomi un senso di timore poiché sembravano felici ma allo stesso tempo intimidatori; cerco di sostenere lo sguardo il più a lungo possibile ma alla fine sono costretta a cedere.

- Payn. - dico tappando il sole con una mano per coprire i miei occhi,

- Wow. Miss. Popolarità si ricorda il mio nome - dice sorridendo.

- Solo il cognome. - dico ridendo non so per quale motivo.

- Ammettilo Asia. Ti ricordi anche il nome - dice con sorriso beffardo.

- No - sorrido.

- Ammettilo invece! Me lo devi! Ti ho battuto con lo sguardo! - dice quasi urlando.

- Solo perché avevo il sole in faccia! - protesto, in parte era vero, ma non gliela darò mai vinta.

- Bugiarda! - dice e poi mi ruba il telefono dalla mano cominciando a correre verso la foresta.

- Liam!!! - urlo a lui mentre lo inseguo.

Improvvisamente Liam smette di correre e si pianta dove è, io quasi li vado a sbattere addosso da quanto correvo veloce, quando si gira vedo che sta sorridendo vittoriosamente e non capisco perché. Lo guardo un po' perplessa, di solito prima di riavere il telefono se me lo rubano ci vuole una bella corsetta di almeno un km, lui invece me lo sta letteralmente ridando ora.

- Hai detto il mio nome - mi spiega.

- Giusto. A quanto pare me lo ricordo- dico sorridendo innocentemente.

- Torniamo indietro. Forse sono arrivati - dice e sia avvia aumentando sempre di più il passo - chi arriva per ultimo perde! - grida mentre comincia a correre come fosse un bambino di 7 anni.

- Sei ingiusto!! - urlo mentre comincio a corrergli dietro, non dimostrando un età superiore.

Ok. Scusate tantissimissimo per aver pubblicato una settimana dopo, solo che non avevo ispirazione per questo capitolo, la scorsa settimana era proprio inferiore a 0. Comunque ora eccolo qua, penso che ormai abbiate capito che l'ex ragazzo non è Liam, avete qualche idea sul suo nome? O come può essere?

Voglio sapere tutti i vostri pareri!
Commentate e votate :)

- Marghe

One Shot •Liam Payne•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora