Le piacevano le luci. Le piacevano le luci al neon che illuminavano la città addormentata, con i loro colori a intermittenza. 16 anni e i capelli turchini, simbolo delle sue prime ribellioni , e quel maglione troppo largo per il suo corpo, a mascherare le sue insicurezze. Rosemarie sedeva inginocchiata davanti alla finestra, la pioggia cadeva con violenza '' lava via ogni cosa qui a Berlino '' pensava , : le case, le strade , i pensieri. Il gatto le saliva in braccio, muovendo la coda intorno ai suoi fianchi, si addormentava in braccio a lei... amava quell'animale , era forse il suo unico vero amico , non si muoveva dalle sue gambe, la riscaldava con il suo pelo, in quell'inverno gelido. Rosemarie guardava fuori dalla finestra e vedeva scomparire tutto , si toccava i capelli, non aveva sonno, l'uragano che aveva in testa non la faceva dormire ... I suoi libri preferiti giacevano immobili vicino a lei , le copertine ormai rovinate da tutte quelle volte che aveva sfogliato quelle pagine, da tutte quelle volte che aveva vissuto in quelle pagine . Che lei aveva smesso di interessarsi allo studio da quando le avevano insegnato che le sirene, gli unicorni e le fenici non esistono, '' la scuola distrugge i nostri sogni, non abbiamo più speranze alle quali aggrapparci'', sosteneva mentre sua madre l'esortava continuamente ad aprire quel libro che scarabocchiava pigramente durante le lezioni. L'unica cosa che la teneva ancora in vita erano proprio quelle storie lette a metà notte quando i pensieri cercavano di ucciderla , di farla impazzire... la pioggia non si ferma, urla Berlino di dolore insieme all'acqua che scorre, Rosemarie alza la testa per guardare, guardare oltre quel muro che ormai le ostacola ogni pensiero. A 16 anni non ti chiedi se quel pezzo di cemento costruito da un momento all'altro sia una cosa giusta o no, a 16 anni ti domandi come fare a scavalcarlo, a buttare giù ogni minimo dubbio su cosa accada dall'altra parte... Lei lo sapeva bene , Berlino est non era la meta per i suoi sogni , per le sue ambizioni , ma il luogo dove risiedevano tutti i suoi demoni. '' La paura uccide solo chi vuole smettere di vivere '' , diceva Rosemarie alla madre mentre passavano davanti al quel muro invalicabile, lei non aveva paura di guardare i soldati e di urlargli'' voi state cancellando tutti i miei sogni'', ma non poteva , non poteva permettere a sua madre di arrendersi , così restava in silenzio convinta che ne sarebbe valsa la pena... Aveva 16 anni ma ne dimostrava più della sua età , odiava le persone, odiava il caldo afoso d'estate nel suo palazzo, odiava quel muro che le impediva lo sguardo. '' non so più sognare '' , pensava in silenzio di notte , ''non so più come si fa'', e accarezza il gatto e leggeva i suoi libri... A scuola dormiva sul banco, guardava con disinteresse i segni rossi che si moltiplicavano sui suoi compiti , lei che ancora si sporcava le mani con i colori per dipingere , per non lasciare in bianco e nero la sua dignità. E ora che pioveva si sentiva finalmente libera di poter vivere, come se quegli anni non fossero mai esistiti.
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Berlino est
General FictionAnni 80. Berlino, una ragazza e una vita. Le prime ribellioni adolescenziali, errori commessi e rimpianti struggenti. Rosemarie inizia a vivere quando la città muore.