Un'altra notte è passata tranquilla e io non riesco a credere al fatto che abbia ricominciato a dormire.
Per un anno intero non sono riuscito a chiudere occhio; ogni volta che il mio corpo mi chiedeva di riposare e provavo a dormire, nella mia mente si affollavano le immagini di me, di Sanem, della nostra storia, di quel diario bruciato e uno stato di ansia mi pervadeva il corpo, così mi alzavo dal letto e rinunciavo.
Ma ora, in questa casa, in questa tenuta e vicino a lei, provo un tale senso di quiete che perfino dormire sembra la cosa più bella del mondo.
Dopo una notte passata a sognare il suo viso così vicino al mio, dopo una notte passata a bramare più di ogni altra cosa quel bacio che le mie paure e le mie promesse, hanno fatto in modo che reprimessi, mi alzo dal letto e mi fiondo in bagno, portando con me la solita tenuta sportiva. Chissà se prima o poi... Basta sognare, Can! Forza e coraggio, diamo il via a questo nuovo giorno.Questa mattina ho deciso di correre e gettare via un po' di tutto quello che ho dentro.
Esco di casa dopo poco e inizio a correre nei dintorni della vasta tenuta, godendomi il silenzio mattutino e il canto di qualche passerotto lontano.
«Signor Can!» sento improvvisamente, e voltandomi vedo qualcuno sbracciarsi in lontananza. Mi avvicino alla figura correndo che quasi subito capisco essere CeyCey.
«Buongiorno CeyCey, sei mattiniero anche tu a quanto vedo!» gli dico, correndo sul posto, per non interrompere il mio esercizio.
«Si, Signor Can! Devo esserlo per forza, ci sono un sacco di cose da fare, devo andare anche al mercato e non avendo un'auto mi tocca andare e venire a piedi. Le confesso che sono alquanto stanco! Sa, non glielo chiederei se non fosse che davvero non ne posso più, e pensare che si stava cosi bene alla vecchia agenzia! Ah, Signor Can, guardi che vita la mia!» dice CeyCey, iniziano ad agitarsi e a blaterare senza sosta.
Fermo la mia corsa sul posto e con le mani lo afferro per le spalle. «CeyCey, dimmi cosa ti serve, senza agitarti per favore!» gli dico, incitandolo a parlare.
«La sua macchina. Mi chiedevo se potesse prestarmi la sua auto. So quanto ci tenga a quell'auto e le prometto che non le succederà nulla! La prego, non mi faccia andare a piedi fin laggiù!» confessa agitandosi ancor di più.
Senza pensarci due volte, infilo la mano nella tasca dei miei pantaloncini e tiro fuori le chiavi della mia auto e, prima di lasciargliele lo guardo dritto negli occhi.
«Prima o poi io e te ci faremo una bella chiacchierata e risolveremo i tuoi problemi! È una promessa! Adesso pendi le chiavi e vai!» gli dico per poi voltarmi e andare via, seguito da un suo sonoro «GRAZIE, SIGNOR CAN!»Torno alla mia corsa tra gli alberi e la natura, godendomi i raggi del sole, il profumo del bosco, lo batter d'ali di qualche uccellino e in quel momento, penso se il mio piccolo uccellino mattutino si sia già svegliato.
E mentre sto pensando a lei, ecco che il mio cellulare inizia a squillare. Questa a casa mia la chiamo congiura! No, non rispondo!
Continuo per la mia strada, passo dopo passo, falcata dopo falcata respirando in modo regolare, e sentendo già i benefici di questa corsa su di me.
Giunto in un posto tranquillo mi fermo per un secondo giusto il tempo per riprendere un po' di fiato, rilassando i muscoli delle gambe che fin ora erano in tensione.
Ne approfitto per vedere chi è che mi ha chiamato poco prima e guardando il display del cellulare, noto una notifica di messaggio. Deren..
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GOCCE D'AMBRA (SOSPESA)
FanfictionCosa succede a due anime quando, a causa di una tempesta, sono state costrette a dividersi? Può un amore, che sembrava fosse inossidabile, sopravvivere ad una separazione di un anno? "Vai via" "Addio" La storia di Can e Sanem riparte da qui. Nuovi...