Taehyung e Yoongi, per la prima volta nella loro vita, erano terrorizzati dall'Hoseok di fronte a loro. Lo avevano visto indignato, violento e omicida dozzine di volte prima. E quelle erano le emozioni che si aspettavano che trasudasse nel momento in cui aveva sentito che Jimin e Jungkook non erano riusciti ad impedire il tuo rapimento da parte dei nemici. Invece, quando loro arrivarono al maniero, lo trovarono in completo silenzio mentre teneva stretto a sé il cavallo viola, mentre Mickey dormiva profondamente ai suoi piedi.
"Hyung," disse Taehyung con cautela.
Hoseok uscì dalla sua trance di scatto. Gli altri ragazzi furono sorpresi dal suo stato. Gli occhi di Hoseok erano senza vita, con scintille di elettricità che lampeggiavano di tanto in tanto probabilmente dalla rabbia. "Quali sono gli aggiornamenti?"
"Abbiamo monitorato tutte le telecamere della zona al momento in cui è stata catturata." Iniziò Yoongi. "Ma è stato un vicolo cieco, devono aver hackerato anche i sistemi delle telecamere."
"Ma abbiamo trovato anche qualcos'altro." Aggiunse Taehyung porgendogli una foto. La foto mostrava un'immagine sgranata dell'uomo alla guida e il veicolo sembrava essere quello che ti aveva portata via. Concentrandosi sugli occhi, Hoseok vide un tatuaggio sul collo dell'uomo, un fiore di loto. Gli occhi di Hoseok si spalancarono e schiacciò la carta e la buttò con violenza sul pavimento. L'hanno presa, pensò lui, lo avrebbe dovuto sapere, non avrebbe dovuto mai abbassare la guardia.
"Interrompete le ricerche," ordinò lui. "So esattamente dove si trova." Poi corse alla sua macchina, senza nemmeno aspettare che gli altri lo raggiungessero.
"Li ucciderà, vero?" chiese Taehyung mentre l'auto si allontanava facendo stridere le gomme.
"È ovvio," rispose Yoongi. "Si sta preparando per il massacro. Hanno toccato la sua amata, dopotutto."
Il più giovane espirò, "Cosa non si fa per amore. Farei lo stesso per te, hyung."
Yoongi tossì, poi distolse lo sguardo per nascondere le sue guance arrossate, "Si, come se mi potessero rapire." Rispose lui. Ma in cuor suo sperava che sarebbe successo.
...
Mentre giacevi semisvenuta, pensavi a quanto fosse strano che i capi mafiosi lasciassero dormire i loro prigionieri su un letto comodo. All'inizio, pensavi che solo Hoseok potesse farlo visto il tuo amore per te, ma poi iniziasti a sentire una coperta soffice posata sul tuo corpo, e capisti che forse era qualcosa che li accomunava tutti.
La prima cosa che sentisti era che non potevi muovere le gambe, come se fossero state completamente paralizzate. Fu allora che la paura ti colpì, eri letteralmente intrappolata. Alzando gli occhi, scopristi che il sole si era nascosto da qualche parte lontano e al sicuro da quella prigione. A differenza del maniero di Hoseok, le finestre avevano barricate di metallo, non c'erano quadri colorati alle pareti e le tende erano nere. Tutto quello ti portava ad essere completamente senza speranza. Il tuo primo pensiero era stato per la sicurezza di Jungkook e Jimin, sicuramente, se fossero stati presi anche loro, non si sarebbero divertiti a stare in una stanza con un letto e basta.
Il pensiero successivo fu il più divorante, Hoseok. Doveva essere preoccupato da morire, forse anche impazzito. O forse si stava stancando, di cercare sempre di salvarti. Pensasti alla tua inadeguatezza. Se solo tu fossi migliorata, se solo avessi potuto davvero aiutarlo invece di esserle solo un peso, allora tutto questo non sarebbe successo.
I passi fuori si fecero più forti, nella tua direzione. Scrutando la stanza, afferrasti un'arma a portata di mano, una penna. La nascosi sotto la schiena e chiusi gli occhi, facendo del tuo meglio per fingere di dormire senza piagnucolare mentre i passi si avvicinavano al tuo capezzale. Sentisti un respiro pesante provenire da un uomo.
"Assicurati che nessuno mi interrompa," orinò l'uomo, poi chiuse la porta. Il lato del letto dove ti trovavi te era l'unico illuminato, l'uomo montò sopra il letto. Presto, sentisti le sue gambe su entrambi i lati del tuo corpo. Sorrideva, la sua eccitazione stava aumentando a dismisura. Mentre volevi piangere, purtroppo eri costretta a tenerti tutto dentro. La penna era pronta nella tua mano. "Capisco perché gli piaci così tanto, sei una cosina carina." Sussurrò mentre ti sfiorava la guancia con il pollice. La sua pelle era ruvida, ti faceva accapponare la pelle. Iniziò a sbottonarti la camicia e si avvicinò a te. Era stato allora che apristi gli occhi e tentasti di conficcargli la penna nel collo. Un tentativo vano.
La sua mano andò immediatamente a bloccare il tuo attacco, facendoti cadere la penna dalla mano. "Feroce, mi piace." Disse lui. Ti bloccò i polsi sopra la testa mentre si avvicinò al tuo collo. Non potevi arrenderti, non ora. Con questo in mente feci l'unica cosa che potevi fare, mordergli l'orecchio. Il suo grido riempì la stanza. Quando si tirò indietro, il suo orecchio gocciolava di sangue. "Fottuta puttana," gridò lui. La sua mano si alzò e scese forte sulla tua guancia. "Non volevo farlo ma," Tirò fuori una siringa dalla tasca e te la pugnalò al braccio. Mentre i farmaci facevano effetto, ti chiedesti se era quello che era successo a tua madre sarebbe successo anche a te.
Da fuori dalla porta si sentirono delle urla soffocate e spari. Poi la porta si aprì. L'uomo volò mentre una figura si avventava su di lui. "Come cazzo ti sei permesso di portarla qui?" L'uomo guardò la porta e trovò i suoi uomini coperti del loro stesso sangue. Nessuno rispose, tranne una pallottola alla testa.
...
Questa volta, quando riapristi gli occhi, il tuo corpo si rilassò. Non era la tua stanza, ma le tende erano verdi. E il cavallo viola era tornato al suo posto. Sotto la morbida luce della luna, vidi il profilo della sua figura in fondo al letto. Stava fissando qualcosa nelle sue mani. Le tue gambe si muovevano di nuovo e fecero frusciare il lenzuolo, costringendo lui a guardare oltre. Ti aspettasti che corresse verso di te per stringerti al suo petto. Invece rimase seduto immobile, forse era davvero stanco di te.
"Ti rimando da Seokjin e la sua famiglia." Disse lui.
"Cosa?"
"Partirai domani mattina." Poi si alzò e si diresse verso la porta. All'improvviso e con il cuore in gola, saltasti giù dal letto per afferrare l'orlo della sua camicia. Dato che le tue gambe erano ancora deboli, ti sentisti cadere all'istante, portandolo con te. Le sue braccia ti circondarono, tenendo il tuo corpo più vicino possibile al suo. A quella distanza, notasti le lacrime nascere nei suoi occhi.
"Perché vuoi che me ne vada?" chiesi tu. "Ti sei finalmente stufato di me?"
Rise amaramente. "Perché mai stai dicendo una cosa del genere? Non ne avrei mai abbastanza di te."
"Allora perché vuoi che me ne vada?"
"Perché sono inutile," osservò lui. "Non posso nemmeno proteggere la persona che amo. Mi dispiace molto che tu ti sia fatta male a causa mia. Non sono abbastanza degno per stare al tuo fianco."
Accarezzasti la sua guancia e ti tirasti su per baciarlo teneramente sulle labbra. Le sue spalle si irrigidirono. All'inizio era titubante, ma poi si sporse con moderazione. Sorrideva tra un bacio e l'altro, era il suo sogno, tenerti così tra le sue braccia. "Non ti lascerò. Sei stato tu a salvarmi, vero? E so che se mi allontano mi cercherai fino ai confini della terra, tu sei l'unico che voglio. Non puoi sfuggiri."
"Mi amor," sospirò lui.
"Non mi vuoi dare quell'anello?" chiesi tu, sentendo la scatolina nella sua tasca.
Lui ansimò ma poi sorrise timidamente. "Un giorno lo farò, quando saprò per certo che potrò darti il mondo." Annuisti, sapendo che la promessa era reale ed eri impaziente di sapere di quale giorno si sarebbe trattato.
STAI LEGGENDO
ʙʟᴜᴇ sɪᴅᴇ - ᴊᴜɴɢ ʜᴏsᴇᴏᴋ x ʀᴇᴀᴅᴇʀ [ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀ]
Fanfiction[COMPLETATA] Un sorriso diabolico si dipinse sul suo viso. Sarebbe interessante, pensò tra sé. Aveva messo gli occhi su di te dal giorno in cui aveva messo piede in quella città, qualche mese prima. A essere onesti, il suo sguardo non ti aveva mai l...