CAPITOLO 11 : Vi Lancio Una Sfida

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CAPITOLO 11

VI LANCIO UNA SFIDA

ATTENZIONE!!!! TRATTASI DI FANFICTION

Il tintinnio dei frammenti della Steel Cloth formò una sorta di suono armonioso, quasi piacevole mentre il corpo dilaniato dalle ferite del coraggioso Paranossis fluttuava a pochi centimetri dal manto erboso che rivestiva il duecentesimo piano del grattacielo Polaris. Lo scienziato cadde  rovinosamente battendo la testa e il busto su una sporgenza rocciosa poco distante dal gruppo dei giovani Saint. Non un tremore e nemmeno una smorfia di dolore sembrava animare il corpo dell'infiltrato che ora giaceva immobile nel suo stesso sangue. Dimitri aveva gli occhi sgranati, l'animo turbato da centinaia di pensieri. Non conosceva per nulla quello strano uomo dal pizzetto perfettamente lineare, ma sapeva ,in cuor suo, che quell'orribile atto di crudeltà a cui aveva assistito non poteva rimanere impunito. Così il Cigno si voltò, non curante di ciò che gli stava accanto e dimenticando per un attimo tutto ciò che aveva imparato fino a quel giorno. Nella sua mente non udiva più i consigli dell'inseparabile Kenzo o della dolce Rebecca, aveva rimosso persino il coraggio e la determinazione di Liam il giorno in cui, nell'isola di Stromboli, venne salvato proprio dal giovane cavaliere di Pegaso. Nel suo cuore aveva celato tutto l'amore e tutta la passione che lo avevano reso Saint di Atena. Ora il suo corpo bruciava di rabbia e allo stesso tempo il suo gelido e pungente cosmo divampava senza controllo. Le ali del Cigno tornarono a solcare la volta del duecentesimo piano. Qualche chicco di neve, danzando dolcemente nell'etere, si posò sulle armature dei combattenti, evaporando all'istante per via delle loro auree combattive. «Dimitri non farlo!» tentò di dirgli la Saint di Andromeda, ma ormai nulla più poteva fermare il biondo amico che, col pugno proteso in avanti e i muscoli tesi, diede fondo a tutte le sue energie concentrandole nella sua tecnica micidiale.

«Perfect Frost!».

I grandi cristalli a cinque punte fendevano la gelida aria la cui temperatura era scesa di molti gradi sotto lo zero. Con una prontezza di riflessi degna di un atleta, Rebecca fece appena in tempo a ripararsi dietro una roccia vicina per evitare di essere colpita dal dirompente potere del suo compagno. Anche Kenzo , col suo resistentissimo scudo del Drago, fece da schermo sia a Liam, ancora privo di sensi, che a se stesso. L'attacco colpì il cavaliere avvolto dalla corazza di onice verde che tuttavia sembrava non preoccuparsi più di tanto di ciò che stava accadendo. Il suo sguardo era sereno, quasi assente per certi versi. Le pupille erano ben dilatate nei grandi occhi azzurri, quasi come se fosse in una sorta di trans. Una luce fortissima, bianca come le nevi del nord avvolse tutti. Dopo che l'attacco cessò , Dimitri riaprì gli occhi che aveva serrato per il grande sforzo. Le ciglia si arricciarono e la bocca si aprì leggermente quando vide che l'avversario aveva parato con la sola forza del palmo della mano sinistra il suo miglior colpo. L'energia glaciale si concentrò formando una sorta di sfera luminescente ed opaca fino a scomparire. Gli altri Saint non potevano credere a ciò che era accaduto. Quell'attacco lanciato con così grande foga e potenza, fermato dalla sola spinta di un arto. Chi era costui che sembrava superare persino un Gold Saint? Lo stupore , tuttavia,fu subito spazzato dalle parole del cavaliere del Dragone che, spinto dal suo infallibile istinto fece appena in tempo ad urlare qualcosa al compagno:

«Dimitri va via di lì!».

Vane furono le parole, appena intercettate dall'orecchio del russo. Il silenzioso e letale contrattacco del nemico era già partito. Bastò semplicemente un cenno del dito indice della mano destra per frantumare l'argenteo pettorale delle sacre vestigia del Cigno fino a lacerare la T-Shirt blu che stava appena al di sotto penetrando nello sterno.  Dimitri non sentì alcun dolore. Si limitò a chinare il capo per guardare il suo corpo. Le mani si erano strette al torace quasi a sfiorare il contorno irregolare del foro che si era creato al centro del suo petrro. La sua mente era confusa e si chiedeva come fosse possibile che la sacra Bronze Cloth si fosse sgretolata come semplice roccia con la sola forza di un dito. La risposta, però, non fu mai data a quel quesito. Le ginocchia avevano già toccato terra e le mani si adagiarono dolcemente ai lati del busto. Con un leggero tonfo , il giovane cavaliere si ritrovò a terra, col sapore dell'erba come ultimo ricordo.

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