Capitolo 42

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Pov's Vic

Thomas: "Cosa succede qui?"
Ethan: "Cosa sono tutte queste urla?"
dicono i ragazzi correndo fuori in giardino.
Thomas: "Oddio Eva, cosa le è successo?"
"È caduta in piscina" rispondo ai ragazzi.
Ethan: "Dobbiamo andare subito in ospedale, muoviamoci." Ci alziamo tutti di fretta e Damiano vuole prendere Eva in braccio per portarla in macchina. Io ancora in lacrime per lo spavento non gliela porgo e stretta al mio petto ci incamminiamo verso la macchina. Damiano guida ed Ethan è di fianco a lui, io e Thomas stiamo dietro con Eva. Arriviamo al pronto soccorso Damiano spiega all'infermiera cosa è successo e ci danno il codice rosso. Mi impanico subito, non credevo fosse così grave e un infermiere mi toglie Eva dalle braccia. Damiano si avvicina e mi dice: "Tranquilla, hanno dato codice rosso perché è molto piccola" annuisco e mi siedo, aspettando notizie dai medici. Vedo Damiano seduto su una sedia poco più lontano di me e vedo il suo volto provato e sofferente. Si sente in colpa. Ho esagerato prima dicendo che fosse tutta colpa sua, non lo credo davvero, ma dalla sua espressione facciale posso capire che invece lui pensa davvero che sia tutta colpa sua. Non se lo merita, quindi mi avvicino. "Hei, scusa per prima, ho esagerato." dico sedendomi di fianco a lui. Lui alza lo sguardo e mi guarda in faccia. Sta piangendo, così io continuo: "Non è colpa tua." Dam: "Si, invece, l'ho mandata io a giocare fuori con il pallone." "Questo non vuol dire nulla, c'ero anche io lì con te. È colpa di entrambi." Lui mi sorride e rimaniamo in silenzio non so per quanto tempo. Dottore: "Ragazzi, potete entrare, sta bene, ha solo bevuto un po' d'acqua, adesso sta dormendo se volete, la potete già riportare a casa." Dam: "Grazie." Entro correndo nella camera di Eva ed effettivamente noto che sta dormendo. Le accarezzo i capelli e le dò dei bacini. Vedo che Damiano non ha il coraggio di avvicinarsi. "Damiano tutto bene?" "Si, perché?" "Ti vedo strano, avvicinati." Esita un po', ma si avvicina e le riempie di baci la manina. Eva: "Papà" dice svegliandosi. Dam: "Hei amore." Eva: "Ho fame." Io e Damiano ridiamo. Dam: "Adesso papà va a prenderti una  brioche con il cioccolato." Eva: "Sii" Damiano esce ed entrano Thomas ed Ethan che iniziano a giocare con Eva. Eva: "Mamma, voglio tornare a casa." "Prima mangi e poi torniamo, va bene?"  Eva: "Ma io ho sonno." "Facciamo così, adesso ce ne andiamo e mangi la brioche in macchina." Eva: "Si." "Ethan o tu o Thomas, potete prenderla, io nel frattempo vado a firmare le carte per la dimissione, voi raggiungete Damiano al bar." Ethan: "Va bene." I ragazzi ed Eva si allontanano, io vado a firmare i documenti per le dimissioni e raggiungo i ragazzi al bar. Inutile dire che la brioche non ha fatto in tempo ad arrivare in macchina che Eva l'ha già finita. Quando si tratta di schifezze mangia tutto e subito. Accompagnamo i ragazzi alle loro case e noi torniamo alla nostra. Ormai è quasi mattina ed Eva si è addormentata. La portiamo al piano di sopra e la mettiamo nel lettone insieme a noi. Ne io ne  Damiano chiudiamo occhio, ma guardiamo Eva di fianco a noi, coccolandola come meglio possiamo senza svegliarla. "Sono così stanca." dico ad alta voce senza neanche accorgermene. Dam: "Di me o di noi?" Non capisco cosa voglia dire quindi chiedo: "Cosa?" Dam: "Hai detto di essere stanca. Ti sei stancata di me o di noi due?" "No, sono stanca in generale, non abbiamo passato proprio una bella nottata, ho solo bisogno di dormire. Forse tu sei stanco di me che mi hai trattato una merda in questo ultimo periodo." Dico con molta calma, non stiamo urlando, anzi stiamo discutendo civilmente in questo momento. Dam: "Non è vero!" "Sei serio? Non hai fatto altro che insultarmi durante tutte le prove." Dam: "Davvero? Non me ne sono neanche accorto. Ho avuto così tanti problemi ultimamente che ero incazzato con tutti, non ce l'avevo con te in particolare." "Problemi, quali problemi?" Dam: "Lascia stare Vic." "Se tu non me ne parli, io non posso aiutarti." Dam: "Ormai è tutto passato, adesso sto bene." dice piangendo, io non sto capendo nulla, l'unica cosa che capisco e me ne accorgo solo ora è che ha sofferto tanto, lo capisco dal suo pianto liberatorio. Inizio a piangere insieme a lui per la frustrazione di non sapere cosa gli sia successo ultimamente. "Cosa è passato Dam? Dimmelo per favore." Dam: "Non voglio darti pesi inutili, sappi solo che sto bene e non devi preoccuparti di nulla." mi dice accarezzandomi la guancia e asciugandomi le lacrime. "Dam penso di avere il diritto di sapere sono la tua ragazza, la madre di tua figlia, cosa hai passato?" Dam: "Vic è difficile..." "Io sono qui per te." dico prendendogli la mano. Damiano tira un sospiro e inizia a parlare: "Circa due mesi fa sono stato male, avevo un fastidioso dolore alla gola, non riuscivo neanche a deglutire e sono andato dal dottore. Inizialmente pensavamo fosse un leggero raffreddore, ma per sicurezza mi ha fatto delle analisi. Le analisi hanno riscontrato dei problemi e ho dovuto fare un controllo più approfondito alla laringe. Se il controllo non fosse andato a buon fine, non avrei più potuto cantare. Ecco perché ero scontroso con tutti. Stanotte quando sono sceso al bar dell'ospedale per prendere la brioche ad Eva, il dottore mi ha visto e mi ha detto che potevo già prendere i risultati e mi ha informato che potevo stare tranquillo, perché le analisi erano più che positive. Vic mi dispiace davvero e ti chiedo scusa se mi sono comportato male con te, ma capiscimi non ero in me." "Perché non mi hai detto niente" rispondo piangendo "Avremmo potuto affrontarlo insieme Damiano." Dam: "Non volevo farti soffrire, stavi ancora male per il bambino, questa mia notizia ti avrebbe devastato ancora di più." "Dispiace a me Damiano, di non essermi accorta di nulla, sono una pessima compagna." Dam: "Non dire così, sai che non è vero...vieni qui." "Ti amo." Dam: "Ti amo anche io, tantissimo." Iniziamo a scambiarci una serie di effusioni amorose, era da tanto che non ci coccolavamo. Eva: "Bleh" "Ti sei svegliata." Eva: "Mamma" "Si dimmi" Eva: "Papà è mio." dice buttandosi tra le braccia di Damiano che inizia a darle tanti bacetti sul viso. "Mi sa che hai ragione."

Vent'anni MäneskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora