"Falsa Identità" • Capitolo 3

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Finalmente l'autobus arrivò, sinceramente appena misi piede al suo interno rimasi un po' deluso...

Credevo qui si respirasse un'atmosfera più interessante e invece no. C'erano si e no 9 passeggeri in totale, con me 10 e con l'autista 11.

Dubitavo quindi che il rapitore potesse essere qui in mezzo, nemmeno uno stupido lo farebbe. Ed infondo, se era riuscito a tenere in ostaggio 16 adolescenti senza lasciare traccia, tanto stupido non lo era come mi aveva ricordato Hanya.
E in effetti aveva ragione.

Sei in un'università con migliaia di studenti, ne hai rapiti 16 senza essere filmato, senza che qualcuno riportasse l'accaduto, senza che qualcuno ti vedesse, senza che qualcuno potesse avanzare qualche ipotesi sul tuo conto.

Probabilmente chi sta facendo ciò o è uno spirito, cosa di cui dubito fortemente, oppure è un genio del crimine.
Sarà anche un pervertito ma ha un quoziente intellettivo pazzesco, migliaia di studenti, e nessuno ti ha mai sgamato durante ben 16 rapimenti.

Era una persona sicuramente attenta, attenta alla sua immagine, attenta a chi rapiva, attenta a dove metteva gli ostaggi, attenta a cosa riportavano gli ostaggi, attenta ad ogni minimo dettaglio.

Bastava una cosa fuori posto, anche solo sapere quando fosse stata rapita una delle 16 vittime, e avrei già potuto avanzare un centinaio di ipotesi.
Ma a questa mente malata non sfuggiva nulla.

[...]

Fu un viaggio tranquillo, passeggeri altrettanto, adesso toccava all'Università del terrore, bene.

I ragazzi sul bus sembravano tremare alla sola idea, ma a quanto pare ci tenevano così tanto al loro futuro che questa cosa non li aveva certo fermati.

Io ero prontissimo, non avevo ansia, non avevo preoccupazioni. Non mi sfuggiva nulla, mi sfuggivano meno cose di quante potrebbero sfuggirne a quel malato che stava architettando ciò.

...Era una bellissima università dovevo ammetterlo. Se non avessi avuto una carriera ed un maniaco non fosse stato qui nei paraggi forse ci avrei studiato volentieri. Certo non ero qui per valutare la location, ma chi risiedeva in essa.

Sebbene questi studenti camminassero per i corridoi con aria tranquilla ed innocente, chiunque tra di loro poteva essere un potenziale serial killer, o magari una prossima vittima... Era l'indifferenza il maggior problema, era il fregarsene della vita di 16 studenti e pensare alla propria.

Ma a volte si pensa solo alla propria vita sia per non caricarsi di ansie, sia perché ad aver fatto fuori quei 16 sei stato proprio tu.

Tu studente innocente che cammina per i corridoi con dei libri sotto il braccio. Da pervertito hai rapito dei giovani adulti che eran qui per farsi un futuro, non per essere legati dalle tue luride mani...

Giurai a me stesso, che quando avrei scoperto il colpevole, gliel'avrei fatta pagare. Volevo concludere le indagini al più presto, non ce la facevo ad aspettare tutti questi processi. Dovevo velocizzare il tutto, senza però farmi scappare una qualsiasi cosa.

«Buongiorno signor preside, sono Jeong Hyun-Min» dissi entrando nella stanza rivolgendogli un inchino.

«Benvenuto nel nostro Istituto...Ho come l'impressione che lei già sappia cosa deve fare. L'unica cosa che ho da darle è la sua camera» disse lanciandomi un occhiolino.

«Esattamente» affermai grattandomi dietro la nuca.

Presi i documenti falsi, come moduli ed altre mie informazioni personali e gliele porsi affinché il personale scolastico che non sapeva la mia identità potesse comunque non sospettare nulla.

«Grazie signor Jeong!» prese i documenti e li mise in una libreria posta dietro sé, infine mi porse le chiavi della stanza:

«Andrai nella stanza 113, ma non a caso. Lì continuano a liberarsi posti, quindi immagino potrai starci tutto il tempo di cui avrai bisogno senza sloggiare, inoltre investigherai senza che la tua privacy venga violata da nuovi compagni di stanza. Sarete solo tu e Choi Yeonjun, abbastanza silenzioso, non ti darà molto fastidio» concluse facendomi cenno di uscire.

Psycho Lovers | yeonbinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora