Lettera quarta, risposta

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14/07
Caro Ken-chin,
un paio di giorni fa, un ragazzo tra i più giovani è stato picchiato da alcuni teppisti di una piccola gang di quartiere, quando hanno capito l'errore, e che il ragazzo era membro della Toman, sono venuti da me in ginocchio, a pregarmi di non fargli alcun male e a promettenti fedeltà. È stata una situazione così strana che non ho saputo comportarmi. Prendere queste decisioni mi viene naturale, ma forse perché ci sei tu a mettermi costantemente in discussione, rispettando però la mia autorità.
Mentre ti scrivo, sono sdraiato sul pavimento e gioco con la vecchia trottola di Emma. Cambio posizione 20 volte al minuto, sono fastidioso e irrequieto come al solito credo.
Sono ancora il bambino che ti ha salvato le chiappe una manciata di anni fa Ken-chin, non crescerò mai e non mi va di farlo.
Il lago di cui mi hai scritto sembra avere un qualcosa di magico, mi piace immaginarlo come fosse un tripudio di colori argentei. Un giorno, se vuoi, potrei venirci insieme a te.

Mikey

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