Capitolo 33

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April' s Pov.
Il giorno dopo.

Ieri sera siamo rimaste fuori fino a mezzanotte. A interrompere il nostro momento dolce è stata quella rompipalle di Lauren, che è venuta a dirci che lei e Rue se ne stavano andando. Siamo rientrate accompagnando le due alla porta per poi restare sole, ci siamo guardate per un paio di secondi negl'occhi scoppiando a ridere subito dopo. Siamo salite di sopra e tra una chiacchiera e una risata siamo crollate a dormire.

Adesso lei è seduta immobile sul mio letto a fissare il vuoto da una decina di minuti, la osservo mentre mi vesto e non posso far a meno di sorridere per il suo essere in un continuo stato di ansia.

"Agitata?" Le chiedo facendola risvegliare.

"Chi? Io? Pff no." 

"Il tremolio della tua gamba ti frega." Ridacchio.

"Non prenderti gioco di me." Si alza avvicinandosi. "Sto per incontrare tutta la tua famiglia, ringrazia che sono preoccupata." 

"Perchè?" Avvolgo le mie mani attorno al suo collo accarezzandole la nuca con le dita.

"Perchè vuol dire che ho paura di non piacere alla tua famiglia e poi non dimenticarti che sono una donna." Mette la sua testa nell'incavo del mio collo baciandolo.

"Hai paura che non accettino la nostra relazione?" Sussurro.

"Perchè tu no?"

"No, perchè non m'interessa. A mia madre piaci, a mia nonna piaci, e a Lauren e Rue piaci. Mi basta. E poi cosa più importante, piaci a me." Le alzo la testa baciandola.

"Ora sono un po' più calma." Sorride.

"Mi fa piacere, adesso scendi giù. Vedi se mia madre ha bisogno d'aiuto." Dico con tono autoritario.

"Agl'ordini. Muoviti, stai davanti a quell'armadio da due ore." Sbuffa.

"AAAAA lo so, sono indecisa." 

"Posso scegliere io cosa devi metterti?" Mi guarda maliziosa.

"Basta che sia adatta a un pranzo in famiglia e non a un porno." Le faccio l'occhiolino.

"Per il porno ci pensiamo dopo, adesso spostati." Mi ruba un bacio a fior di labbra per poi rovistare nel mio armadio. Tira fuori una tuta nera e un maglia rossa corta che lascia scoperta la pancia con uno spacco/taglio sotto al seno.

"Forza vestiti, veloce. Ti aspetto di sotto." Mi fa l'occhiolino e scatta fuori. Faccio come dice e inizio a vestirmi ma a fermarmi è Lauren, che irrompe nella mia stanza.

"Ma buongiorno raggio di sole." Si butta sul letto.

"Auguri a te." Rispondo finendo di vestirmi.

"Ancora non capisco perchè bisogna darsi gli auguri per la resurrezione di Gesù. Ma questo pullover?" Lo guarda con occhi sognanti.

"Non so da dove l'abbia cacciato Kendall." Mi avvio verso il bagno per mettermi un filo di mascara.

"Ti ha vestita Kendall?" Domanda.

"Si, stavo davanti all'armadio e cambiavo idea ogni due per tre."

"Solito. Pronta?" Chiede affacciandosi in bagno. Annuisco finendo di mettere a posto le cose per poi seguirla al piano di sotto, trovando mia madre e Rue che cercano di tranquillizzare Kendall.

"Le sta venendo un attacco di panico." Sbuffa Rue. Scuoto la testa andando a prendermi un bicchiere d'acqua e nel frattempo osservo la mia lei. Ha una maglietta a maniche corte oversize bianca e da sopra un gilet color avorio bianco, invece per quanto riguarda il sotto un semplice pantalone grigio a sigaretta. Il suo collo circondato da collane come le sue dita circondate da quei fantastici anelli. Ma la cosa di lei che oggi mi fa impazzire sono i suoi capelli mossi, che continua a torturare portandoseli indietro con le dita aggiustandoli.

L'amore oltre la malattiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora