Mi fa strano vedere tutte queste uniformi girarmi attorno, mi fanno venire in mente ricordi che vorrei avere il potere di cancellare per sempre. È come se mi venissero i brividi solo a guardarle, guardare tutte queste armi che si ritrovano a passare davanti la mia faccia mentre sono qui, seduto da ore ad aspettare che qualcuno ci chiami. Ho impugnato una sola volta nella mia vita una pistola, è successo quella notte, quella maledetta notte che ha cambiato la mia vita e che, in un modo o nell'altro, la sta cambiando anche adesso. Chiudo gli occhi, come se questo servisse ad annullare tutto, a cancellare quest'incubo ad occhi aperti. Ma non appena li riapro niente è cambiato, sono sempre in questa cazzo di stazione di polizia qui a Greenwich. Per quell'idiota di Dan, non capisco come Jess abbia trascorso la maggior parte della sua vita dietro un coglione del genere. Non posso levarmi dalla testa l'immagine delle sue mani sul suo corpo, vorrei sfogare la rabbia che ho dentro spaccando tutto quello che ho davanti. Ne ho bisogno, forse sarebbe l'unico modo per farmi sentire meglio. Ma non posso, non adesso. Non qui.
Jess non fa altro che camminare avanti ed indietro a braccia conserte, è piuttosto nervosa. A volte mormora qualcosa scuotendo la testa, è chiaramente sconvolta da quello che ha fatto la sua migliore amica. Insomma, aiutare Dan a sporgere denuncia contro di me non è stato il massimo. Come biasimarla? Non so chi sia peggio tra i due. Il suo ex ragazzo idiota o la sua migliore amica?
"Che vuol dire che non avete notizie?! Mia figlia è scomparsa ormai da quasi un mese! E non avete ancora capito che diavolo sta succedendo qui?!", una donna in preda al panico urla mentre quello che credo sia il marito prova a tranquillizzarla.
"Tesoro... Calmati, ti prego!".
"La mia bambina! Ha solo 19 anni! Dovete trovarla! Riportatela da me!". E si inginocchia sul pavimento disperata.
Gli agenti la soccorrono aiutandola a tirarsi su mentre il marito mette le mani tra i capelli, credo stia piangendo. Gli dicono qualcosa e li portano dentro un ufficio.
È in quel momento che io e Jess ci guardiamo, increduli di quello che è appena successo. Quella donna stava parlando di una delle ragazze scomparse che abbiamo sentito al telegiornale? Ma che sta succedendo? Sembra che una maledizione sia stata mandata qui o, almeno, che si stia ripetendo a distanza di anni.
"Quella povera donna...", Jess viene a sedersi a fianco a me, "Non voglio nemmeno immaginare che cosa starà provando... Perdere la propria figlia...".
"È uno dei motivi per cui sono sempre stato lontano da qui. Ho sempre pensato che questo posto sia maledetto, in qualche modo".
Jess resta a guardarmi per un po' fino a quando non mi squilla il telefono, è Eric. "Dove sei finito?! Sei in ritardo di un'ora!".
"Sono alla stazione di polizia".
"Cosa?! Perché?".
"Dan, ha sporto denuncia per ieri sera".
"Quel figlio di... Cazzo! Aveva detto che non lo avrebbe fatto!".
"Chiedilo alla tua ragazza".
"Che dici Chris?". Eric è chiaramente all'oscuro di tutto quello che sta succedendo.
"Devo riattaccare".
Vedo Garret venire finalmente verso di noi. "Jess, seguimi nel mio ufficio". Mi vede alzarmi e mi fa gesto di fermarmi. "Solo lei".
Jess si allontana seguendolo e cercando di rassicurarmi con un sorriso, anche se in questo momento vorrei solo non lasciarla con suo fratello. Non lo so ma Garret non mi ispira fiducia.
I flashback di quella notte non stanno più dandomi tregua da quando sono arrivato qui, mi chiedo se un giorno la smetteranno di tormentarmi ma so già la risposta e non è di certo positiva, non lo è mai stata. Ricordo ancora Garret accanto a me mentre prende la pistola e me la leva dalle mani continuando a ripetermi che sarebbe andato tutto bene, di fidarmi di lui. E l'ho fatto. Non posso dimenticare che l'ho fatto.
"Che ci fa qui? Lei ha già fatto una dichiarazione!".
"Voglio parlare con il capo della polizia! Lui mi conosce!".
"Signorina, deve seguirmi fuori...". Un ufficiale prende Emma per un braccio incitandola ad uscire fuori dalla centrale ma lei continua a fare resistenza.
"Voglio parlare con Garret!". È in quel momento che Emma si accorge della mia presenza, si blocca di colpo per guardarmi e ci mette un bel po', e in quel tempo che impiega è come se riuscissi a percepire il suo pentimento.
"Che diavolo sta succedendo qui?". Garret spalanca la porta del suo ufficio ed esce fuori seguito da Jess che, non appena vede Emma, le va contro.
"Come hai potuto farmi questo?!".
"Jess, ti prego, fammi spiegare...".
"No! Tu hai rovinato tutto! La nostra amicizia... Ogni cosa!".
"Non tollero tali scenate qui dentro!", Garret si mette tra loro, "Signorina Parker, posso sapere perché è di nuovo qui?".
"Perché voglio ritirare la mia dichiarazione".
Mi alzo e vado verso Jess che è chiaramente sorpresa così come me da quello che ha appena sentito.
Garret va verso di lei, lentamente. Sembra quasi intimidatorio. "Lei crede che qui amiamo perdere tempo?".
"Non avevo le idee chiare... Forse... Forse ho fatto qualcosa di avventato...".
"Signorina Parker", sbotta Garret interrompendola, "Lei sa che in questo modo risulta poco credibile? È sicura di quello che mi ha appena detto?".
"Sì, sono sicura".
"Bene. Allora mi dica, che è successo davvero ieri sera?".
"Non lo so...". Emma inizia a strattonarsi i capelli, guarda Jess che adesso sembra quasi preoccupata per lei. "Credo che... Credo che Chris abbia solamente difeso Jess. È stato Dan a cominciare... Chris voleva solo difenderla... È stato tutto un equivoco!".
Garret non dice più nemmeno una parola. La scruta a lungo, si avvicina a lei con aria quasi intimidatoria. Gli agenti di polizia ci circondano, aspettano comandi dal loro capo. "Le consiglio di andarsene, prima che me ne penta. Accompagnatela fuori!".
Emma annuisce senza più ribattere, lo supera per fermarsi davanti a Jess. "Mi dispiace...". Ha le lacrime agli occhi, e la prima sensazione che ho è che, in un modo o nell'altro, abbia fatto fatto tutto questo per Jess.
"Credo che tu abbia bisogno di fare attenzione a chi frequenti sorellina. I tuoi amici non sono per niente affidabili".
Jess non dice niente, non dà retta nemmeno a Garret, continua a guardare nella direzione di Emma che è appena andata via.
"Per questa volta farò finta che non sia successo niente. Ma... Fate attenzione la prossima volta".
"Grazie...", Jess lo supera andando verso la direzione di Emma.
"Jess...", Garret la ferma, "Sta attenta, di questi tempi lì fuori niente è sicuro".
Jess non gli risponde, si rivolge a me facendomi cenno di andare.
Ma Garret ferma anche me, "Avrei bisogno di parlarti, nel mio ufficio".
Jess sta per dire qualcosa ma la fermo, "Ti raggiungo subito". Sembra preoccupata, lo so bene, ormai so che quando morde il labbro inferiore tirando un respiro profondo vuol dire che è piuttosto nervosa.
"Okay", è l'unica cosa che riesce a dirmi senza insistere, per la prima volta.
Seguo Garret nel suo ufficio. Non appena entra si siede nella sua poltrona da capo della polizia e sembra proprio fiero di sé, glielo si legge negli occhi e su tutta la parete alle sue spalle ricca di attestati e giornali incorniciati con il suo nome a caratteri cubitali.
"Vedo che con mia sorella è una cosa seria...".
"Qual è il punto Cooper?".
Garret mi fissa come se non si aspettasse la mia replica, "Ti avevo già detto di darmi del tu... Quali sono le tue intenzioni Christopher?".
"A quanto ne so, non ti è mai importato nulla di tua sorella. A cosa si deve tutto questo interesse?".
Garret sorride, ma è uno di quei sorrisi falsi, fatti di proposito. "Capisco sai... La tua storia, il tuo passato, hanno definito quello che sei adesso. Sei cresciuto per dieci anni in un riformatorio e per altri dieci in giro per il mondo senza mai trovare una casa dove vivere. Questo ti ha reso più forte, più bruto. Lo capisco... Non conosci la paura, il timore. Il terrore. Ma dovresti, specialmente se non sai chi hai davanti".
"E tu che ne sai della mia vita?", come diavolo fa a sapere quello che ho fatto in tutti questi anni?, "Non capisco...".
"Lo so Christopher, io so tutto di tutti qui. Ricordi bene quello che è successo quel giorno?".
Questa domanda è come un fulmine che mi sorprende improvviso. Perché chiedermi di quel giorno di vent'anni fa? Che cosa vuole davvero? "So quello che hai fatto per me, se vuoi delle riconoscenze... Ricordo benissimo che se non fosse stato per te sarebbe andata peggio di quanto sia andata".
"Nah... Non è necessario, eri solo un bambino e avevi bisogno di qualcuno che ti proteggesse, soprattutto col padre che ti ritrovavi. Ma vedi... Nessuno può cambiare la nostra vera natura".
Lo guardo a lungo, so bene che cosa vuole dire. "Tu pensi che io sia un assassino?".
Garret si alza facendo il giro della scrivania avvicinandosi. "Sai... Tengo molto a Jess...".
"Quello che so è che dovresti solamente occuparti del tuo lavoro", mi alzo e in questo momento vorrei prenderlo a pugni, "Tua sorella è in grado di pensare a se stessa, non ha bisogno della tua protezione".
Vado verso la porta per uscire ma Garret mi ferma ancora una volta. "Sta attento Christopher... Per la faccenda con Daniel Evans, per questa volta chiuderò un occhio"."Sei riuscita a parlare con Emma?".
"No, l'unica cosa di cui ho bisogno adesso è togliermi questo vestito di dosso". Jess fa dei movimenti per far scendere giù quel meraviglioso vestito rosso di raso che indossa da ieri sera. "Finalmente!". Sembra essersi liberata di un gran peso mentre apre il frigo di casa sua e tira fuori il boccale pieno d'acqua fredda. Resta così, in intimo, mette le mani sul collo facendo dei movimenti circolari con la testa. "Ho bisogno di fare una doccia". Si gira verso di me, "Che voleva Garret?".
"Niente di importante. Mi ha detto che è stato permissivo per questa volta".
"Che idiota...".
"C'è mai stata una volta che siete andati d'accordo voi due?".
"Mai...", si mette di spalle e sgancia il reggiseno, "Vieni?". Mi fa cenno verso le scale.
Andiamo insieme verso il bagno. Jess apre la doccia, è enorme, qui dentro ci abbiamo scopato quasi tutti i giorni quando stavamo insieme. Apre l'acqua, toglie le mutandine ed entra dentro guardandomi con quegli occhi pieni di voglia. Nel frattempo, i vetri della doccia si appannano.
Resto lì, a fissarla, senza dire niente, senza muovere un dito. Mentre l'acqua le scorre addosso mi sembra già di impazzire, è come se ogni goccia avesse già la propria traiettoria sul suo corpo. Ognuna le scende giù delicatamente, è un sogno nuda.
"Non vieni?", mi dice dopo essersi bagnata i capelli e sciacquato il viso, è molto stanca, riesco a vederlo dai suoi occhi un po' sbavati dal trucco. Ma, poi, mi sorprende. Mi afferra per la camicia e mi tira dentro la doccia. Sono fradicio, ho i vestiti completamente appicciati sulla pelle.
Ridiamo, ridiamo insieme così come non facevamo da tempo. Mi aiuta a spogliarmi completamente fino a quando non si ferma ad osservarmi. Mette un dito tra i denti, sembra attenta, credo che voglia fare caso a tutto, ad ogni mio dettaglio. "Non ho mai visto niente di più perfetto...". I suoi occhi non la smettono di analizzarmi, dalla testa ai piedi. Mi sento una cavia sotto esperimento quando sono con lei e la cosa peggiore è che non mi dispiace affatto, farei di tutto per soddisfare ogni sua richiesta.
"Ed io non ho mai visto niente di più bello". La bacio, mentre l'acqua ci inonda completamente, le nostre lingue non la smettono di cercarsi. La giro poggiando le sue mani contro il vetro della doccia. "Apri le gambe...".
Jess segue quello che le dico, ma sento già che sta fremendo di piacere.
"Di più, aprile di più".
Mi dà retta, senza opporre alcuna resistenza. Faccio scendere la mia mano dal suo seno fino a ad entrare un dito nella sua vagina così bagnata. Nonostante l'acqua riesco a sentire la sua eccitazione nelle mie mani. Le metto una mano sulla pancia facendola inarcare giusto per poterla penetrare da questa posizione.
"Chris... Più forte... Più forte".
Non mi dà nemmeno il tempo, ne vuole di più, sempre di più. Cerco di soddisfare ogni sua richiesta, voglio darle il massimo, Jess merita il massimo. Dopo qualche secondo la sento gemere tra le mie mani, forse non sono passati nemmeno due minuti da quando abbiamo iniziato. Ed io resisto, resisto fino alla fine per poterla sentire gridare di piacere, fino a quando non raggiungo anche io l'orgasmo."Ho due appuntamenti oggi pomeriggio, credo che finirò per le otto...".
"Voglio portarti a cena".
Il silenzio, di colpo. Jess chiude il bottone dei jeans che ha appena indossato e si ferma a guardami con le mani sui fianchi. Sembra proprio sorpresa da quello che le ho appena detto. "Christopher Lewis mi sta invitando a cena?! Davvero?!".
"Che c'è? Non posso?".
"Sì... È solo che...".
"Cosa?".
"Niente... Accetto il tuo invito".
"No, Jess, davvero... Cosa c'è?".
"Non l'avevi mai fatto in questi mesi... Sono solo sorpresa, tutto qua".
"Voglio fare le cose sul serio, o almeno provarci".
Jess viene verso di me e mi mette le mani al collo. Mentre mi guarda negli occhi, gioca con le sue dita tra i miei capelli ancora bagnati. È felice, glielo leggo in faccia. Credo di non averla mai vista così felice come adesso. "Non lasciamoci più".
"Non lo faremo".
"Promettimelo Chris!", mi abbraccia e riesco a sentire la sua pelle pulita e ancora fresca per la doccia. È una sensazione fantastica.
"Te lo prometto Jess".
Si stacca giusto un po' per darmi un bacio, sa di fragola. Sarà il burro di cacao che ha appena messo.
"Bene, sarò qui fuori per le otto allora", guardo l'orologio, "È meglio che vada da Eric adesso, tra poco aprirà l'officina". Sono le tre passate.
"Okay, non fare tardi allora... A stasera... Amore".
Quella parola risuona più volte nella mia testa. Amore?! Jess mi ha appena chiamato amore?!.
"Che c'è?", mi dice divertita mentre adesso la guardo io piuttosto sorpreso.
"Niente frasi sdolcinate".
"Perché? Non ti piacciono amore?".
"Jess...".
"Cosa?", corre verso di me e mi bacia il collo abbracciandomi da dietro.
"A stasera".
"Ma sei ancora qui".
"È difficile se non la smetti di baciarmi".
"Okay...", si allontana guardandomi sorridendo, "Ti lascio in pace... Ma solo fino a stasera!".
Apro la porta per uscire ma, poi, mi fermo per guardarmi alle spalle e mi viene un po' da ridere, credo di non riuscire a trattenermi. "Jess?".
"Sì?".
"A più tardi, amore".
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OLTRE OGNI COSA
FanfictionSiete innamorati di Can Yaman? Bene! Eccovi serviti una storia dedicata a lui. Il Chris di cui vi parlerò è interamente ispirato a lui. Chiudete gli occhi e catapultatevi in quest'avventura facendovi trasportare. Perché è proprio questo la lettura...