Margot.

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Ottobre 2014.

Fisso il mio riflesso allo specchio, poi le foto che ritraggono me e Charles nei luoghi più disparati del Principato di Monaco.

Con un dito ne sfioro una e sorrido mesta nel vedere il mio ormai ex migliore amico sorridermi con occhi colmi di gioia.

Con mani tremanti afferro il quadernetto bianco e rosso con scritte nere di Charles e lo sfoglio.

"Margot + Charles" recita la prima pagina scritta in corsivo. Inghiotto a vuoto. Non ho ancora superato il suo abbandono.

Per carità, durante gli anni di karting lo seguivo con piacere, ma ora è come se qualcosa tra noi si fosse spezzato, come se quel lontano mercoledì di fine aprile abbia spazzato via tutto.

30.04.2014

Con non poche difficoltà mi muovo all'interno del locale. Intravedo Charles seduto su un divanetto al fianco di Riccardo. Saluto i due e prendo posto accanto al primo.

La musica alta mi impedisce di sentire la loro conversazione. Mi soffermo, però, a guardare di profilo Charles: i capelli sono tirati indietro da una bandana nera e bianca, dei jeans gli fasciano le gambe e una maglietta bianca abbraccia il suo busto. Gli occhi verde rugiada, le labbra sottili e le fossette ai lati della bocca lo rendono davvero un bel ragazzo.

Quasi sono gelosa di tutte le ragazze che gli ronzano attorno.

Improvvisamente Riccardo si alza, lasciando me e Charles da soli. Mi allungo per afferrare il bicchiere sul tavolino e scolare quel che rimane del Martini.

Sento il suo sguardo bruciare sulla mia pelle, in particolare sulla schiena scoperta. Le sue dita tracciano la linea della mia colonna vertebrale e mi rimetto dritta.

«Questo vestito non mi piace. Hai gli occhi di tutti addosso». Mi volto e i suoi occhi percorrono il mio corpo. Charles non mi ha mai guardato in questo modo, si è sempre comportato da amico.

«Forse è quello che voglio?» domando retorica e appoggiando la schiena contro il bracciolo. «Forse è quello che io non voglio?»

«E da quando tu non vorresti?»

I nostri visi sono vicini, sento il suo alito pregno di alcol. È brillo.

«Margot...» lascia in sospeso la frase e mi accarezza una guancia. Sono come ipnotizzata: Charles mi attira in una maniera a me inspiegabile, e non dovrei pensare ad una cosa del genere. Diamine, lo conosco da sei anni! Siamo cresciuti tra i kart e...e ora mi sta baciando?

Mi allontano con il fiato corto.

«Che...che fai?»

«Ti bacio, non è chiaro?»

A interromperci è Riccardo che si siede tra noi e ci porge due drink. Nota il mio stato confusionario ma non dice nulla. Perché mi ha baciato? Perché deve rovinare la nostra amicizia?

Mi alzo per andare in bagno e sciacquare il viso. È il caldo o il fatto che Charles mi ha baciata ad avermi fatta arrossire? La porta sbatte, poi un giro di chiavi.

Il diretto interessato mi guarda. Sono ormai succube di lui. Deglutisco mentre si avvicina.

«Margot...» mormora a pochi centimetri da me.

«Charles...»

Le nostre labbra entrano in contatto e non mi allontano. Lo bacio e me ne frego dei pensieri insistenti che aleggiano nella mia mente. Siamo entrambi ubriachi. Domani dimenticheremo tutto, giusto?

Le mani di Charles percorrono il mio corpo, s'infilano sotto il vestito. Sfila le mie mutandine e si abbassa per procurarmi piacere. Stringo i suoi capelli in un pugno.

«Charles...io...»

Ansimo e l'orgasmo mi colpisce.

Mi fa voltare contro il bancone, armeggia con la cintura e un profilattico, ed entra in me. Il suo bacino sbatte contro il mio fondoschiena. Una mano è ferma sul collo, l'altra sul fianco. Guardo le nostre figure nello specchio, lui appagato, con gli occhi chiusi e la bocca semiaperta, io rossa in viso e gli occhi che manifestano piacere.

Si riversa in me e poggia la testa sulla mia spalla, rimanendo comunque dentro di me. Il suo respiro mi sfiora il collo mentre una mano afferra la mia per stringerla.

«Sei...sei bella da far male», mormora dopo aver ripreso fiato ed essersi alzato i pantaloni. Mi lecco le labbra e sistemo il vestito.

«Lo stesso vale per te», ricambio e prima che possa uscire, lo bacio, imprimendomi il sapore delle sue labbra e il tocco delle sue mani sui miei fianchi e rendendomi conto di averlo avuto solo per una sveltina.

Ottobre 2014

Asciugo una lacrima solitaria rammentando quel momento. Il giorno dopo ci eravamo visti al porto, entrambi consapevoli di quello che era successo.

Eravamo ubriachi, certo, ma non al punto da non ricordare niente. Il ricordo di Charles che mi scopava contro il bancone è ancora vivido nella mia mente. Al solo pensiero le gambe mi tremano.

Mi affaccio alla finestra, salutando poi Riccardo e puntando lo sguardo sulla casa di Charles. Pascale sta lavando il balcone. Sorrido mesta e chiudo le tende.

Charles, dove sei? 

Because I Had You // Charles Leclerc [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora