Pt 3 Ti odiavo ma...

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POV 🇩🇪
Arrivo a casa stanco dal lungo viaggio: perché devono sempre fare le riunioni in Russia?! Ci sono più di 30 gradi sotto zero li.
Mi dirigo verso la cucina quasi strisciando e lancio la mia borsa da lavoro sul tavolo di legno, la quale fa un botto assordante per tutti i fogli presenti all'interno di essa.
Mi siedo sulla sedia e comincio a sfilare fuori il computer e l'agenda ma noto qualcosa di strano accanto alla taschina laterale della borsa, sembrava essere il cellulare di Polonia.
Ricordo durante la riunione stava sistemando le sue cose in una borsa ma non ci feci molto caso ai suoi oggetti personali e in quale borsa di preciso li stesse mettendo  dentro.
"Ora mi toccherà doverglielo portare e non potrò neanche avvertirla, che palle oh" mi ha sempre scocciato uscire di casa per andare qua e là come una trottola per questioni di lavoro e ora mi toccherà all'una di notte guidare fino a casa sua, anche se non sono sicuro di voler andare ora, potrei svegliarla e poi è tardi anche per me.
Alla fine della mia discussione mentale tra me e me decisi di prendere l'auto e andare a casa di Polonia "dopo questa mi odierà ancora di più di sicuro".
Mentre guido mi accorgo di porgere la testa di lato e comincio a socchiudere gli occhi per la stanchezza ma poi mi risveglio subito, quante ore arretrate di sonno avrò? 8? 10? Avrei dovuto prendere almeno un caffè per svegliarmi un po' prima di cominciare a guidare.  Se facciamo un incidente muore solo Germaniaaaaa (scusate la dovevo dire :D)
Miracolosamente arrivo a casa di Polonia senza aver fatto alcun incidente: la sua casa è molto grande e con un vasto giardino e una stradina sterrata che dirige verso la porta di casa.
"Polonia non sembra così ricca" ironizzo e mi incammino verso la porta d'ingresso con un po' di timore.
Arrivo davanti alla porta e ci ripenso 5 min prima di bussare, poi mi faccio coraggio e con ansia do due lievi colpetti alla porta "perché sono così agitato?!".
Nessuno risponde.
Allora mi decido a bussare più forte e finalmente dopo altri 5 min arriva ad aprirmi alla porta Polonia in pigiama e con i capelli tutti arruffati e spettinati.
"MA CHE CI FAI TU A CASA MIA ALL'UNA DI NOTTE?!" strillò Polonia, rischiando di svegliare pure i suoi vicini di casa.
"Sono solo venuto a ridarti il telefono, lo avevi messo per sbaglio nella mia borsa al posto della tua all'assemblea di stamattina"
Dico frettolosamente ed indietreggiando un po' per la paura che mi provocò il suo strillo di rabbia.
Mentre a debita distanza col braccio teso le porgo il telefono, scruta con perplessità prima il telefono e poi me, sgrana gli occhi e comincia a scusarsi con me per tutto il tempo per avermi urlato contro, e intanto prende il telefono visibilmente imbarazzata: le nostre mani si sfiorano e sento passarmi un brivido lungo la schiena, ma non capisco il perché, io ODIO Polonia, è questa la verità, io non provo niente per lei o per nessun altro, anche se le devo ancora delle scuse per ciò che è successo in guerra.
"Polonia non ti devi scusare per aver urlato o per aver dimenticato il cell nella mia borsa e aver,i fatto venire fino a qui, tranquilla può capitare è tutto ok" la rassicuro con tono calmo mentre continua a scusarsi con me per la millesima volta.
"Posso offrirti qualcosa intanto che sei qua? Voglio almeno sdebitarmi per averti fatto fare tutta quella strada a quest'ora" divento rosso come un peperone all'idea di entrare in casa di Polonia ma accetto l'invito e a for la verità mi ci vorrebbe davvero un caffè per svegliarmi.
Questa volta però Polonia non sembra così scortese e antipatica come sempre con me, anzi, stavolta sembra fin troppo accogliente e gentile.
"Va bene ma non resterò a lungo e poi mi ci vorrebbe davvero un caffè" dico con voce tremante e la ringrazio, "bene entrambi pure allora" apre completamente la porta per farmi entrare e rimango meravigliato dall'eleganza di casa sua, sembrava un castello.
Era tutto ben pulito e i mobili sembravano tutti nuovi di pacca e costosi "pff e io che vivo in una catapecchia, am che lavoro fa per essere così benestante?!" dico nella mia testa mentre ci dirigiamo verso la cucina.
"Come lo vuoi il caffè?" Mi chiede Polonia "macchiato, grazie ancora" dico con stanchezza "sono io quella che ti deve ringraziare nemcy ".
Si fa anche lei il caffè così che potessimo berlo insieme e nel frattempo parlavamo un po' di tutto e di più.
Polonia è davvero una persona interessante ed energica: parla molto e mi racconta di tutte le sue avventure e come fa a guadagnare tutti quei soldi, lavorando in una casa di moda.
Solo dopo questa serata mi accorgo che se solo avessimo messo il nostro odio da parte forse saremmo potuti diventare veri amici e mi dispiace perché so che è solo colpa mia o meglio di mio padre e URSS e di quella stupida guerra, anche se è stato mio padre a farmi odiare Polonia.
All'improvviso mi incupisco un po' al ricordo di mio padre ma lei non sembra accorgersene.
Mi accompagna verso l'uscita e sulla soglia della porta mi dice per l'ultima volta "sono felice di averti potuto parlare pacificamente ger, ah e anche per il telefono sono felice" ridacchia alla fine di questa sua affermazione ed aggiunge "fai un buon viaggio di ritorno", io la ringrazio per il caffè e dell'ospitalità, ma prima di andarmene rimango impalato davanti a lei sulla soglia della porta a pensare se scusarmi con lei ora per tutto il male e l'odio che le ho
provocato oppure se farlo in un secondo momento.
Nel frattempo lei mi guarda con disagio e insospettita da ciò a cui stavo pensando "ger tutto bene, hai da dir-" prima che finisca la frase la abbraccio istintivamente "mi dispiace, non avrei mai voluto odiarti o farti del male" dico il più velocemente possibile e quasi in lacrime ma mi trattengo e aspetto una sua risposta, era rigida sotto il mio abbraccio e sembrava aver paura "io ti perdono nemcy".
A quelle parole mi sentii più leggero e il mio cuore comincio a battere più forte, sembrava la scena di un film americano.
Dopo avermi perdonato anche Polonia ricambiò l'abbraccio e non fu più così rigida.
Restiamo abbracciati per altri 10 secondi e poi ci scolliamo l'uno dall'altra con un sorriso stampato in faccia.
"Bene ora mi sa che andrò" dico quasi sbadigliando e Polonia si limita solo ad annuire.
Io raggiungo la macchina e prima di partire le faccio segno di saluto.
Nel ritorno a casa mi sento molto più energico e felice, quindi non siamo più nemici?!
Arrivo a casa alle tre di notte e mi fiondo sul letto, senza neanche cambiarmi i vestiti e mi lascio cadere tra le braccia di Morfeo.

CIAO BELLA GENTE! Finalmente sono riuscita ad aggiornare di nuovo questo libro e WOW ho fatto più di 200 parole :D stra gg.
Ps non aggiorno spesso e di solito i miei capitoli sono corti ma vi prego non abbandonate i miei libri :,)
Altro Ps se ho fatto qualche errore a scrivere o on si capisce scusate ma scrivo da tablet ed è facile che sbagli lettere anche senza volere e poi il correttore è stronzo :,)

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 06, 2021 ⏰

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