Sia il dottor Rusak, che dovrebbe essere il tipo castano, sia l'infermiere, di cui ancora non so il nome, si avvicinano a me ed iniziano a farmi domande riguardo come mi sentivo eccetera. Il problema è che ancora non mi hanno spiegato il motivo per cui io debba essere in ospedale con due flebo grosse quanto una casa e con l'impossibilità di muovermi. Non mi hanno nemmeno dato un minimo accenno di quello che mi è successo, sempre se lo sanno.
Stanno per andarsene dalla mia stanza quando li fermo.-Ehi, aspettate, non andatevene via così senza nemmeno dirmi perché sono qui e cosa mi sia successo.- si voltano al momento e mi guardano con uno sguardo sorpreso, come se non se la fossero aspettata per niente la mia domanda. L'infermiere cerca di dire qualcosa, ma non ci riesce e rimane zitto. Fa uno sguardo interrogativo verso il dottore, che mi fissa con una strana espressione.
-Beh, vede, Signor Stuart, ci dispiace dirglielo, ma per vari motivi ci è vietato assolutamente di raccontarle ciò che le è successo se lei di persona non lo ricorda.- mi spiega Rusak con una strana tranquillità.
-Perché è vietato? Se non me lo ricordo credo sia giusto riferirmelo l'accaduto, non trova?-
-Niente affatto Stuart. Se il suo cervello ha cercato di dimenticare questa cosa, riteniamo opportuno non raccontarle nulla. Inoltre potrebbe danneggiarle il cervello raccontare ciò che le è capitato, anche perché, dalle fonti che siamo riusciti a trarre dalle sue ferite e da altre cose che non ci sono permesse di raccontare, si tratta di qualcosa di molto orribile, che raccontato potrebbe rovinarle la vita con un trauma. Le ricordo che è vietato anche mostrare le ferite che ha, quindi non si muova e non faccia il curioso per nessun motivo, lo dico per il suo bene. Ci sentiamo domani Stuart- e mi chiude la porta in faccia.
Rimango sdraiato sul letto, senza aggiungere nient'altro. Provo a ricordare quello che mi sia successo, ma non ci riesco, è come se qualcuno fosse entrato nella mia testa e avesse cancellato tutto, come si cancellano i file dal computer. Ho come un vuoto nella mente, anche se mi sforzo a ricordare non ottengo nulla. Ma dovrà pur esserci un modo per ricordare questa parte di vita spostata nel "cestino" del mio cervello.
Chiudo gli occhi e provo a rilassarmi, cercando di non pensare a ciò che ho sognato e a quello che potrebbe essermi successo ieri sera, ma non ci riesco, soprattutto se si tratta di rispondere a domande senza risposta. Il fatto più strano è che proprio non ricordo niente, nemmeno cosa ho fatto, dove ero, con chi...
Ma la vera domanda è il perché non possa guardare almeno le mie ferite, cosa ci sarà di tanto brutto nel dare una semplice occhiata? Non sono il tipo di persona a cui fa schifo il sangue, quindi...
Ripensandoci, se loro proprio non vogliono, sarò io stesso a dare una piccola e innocente sbirciatina... il problema è che non riesco proprio a muovermi, e ciò rende impossibile la mia missione. Inoltre mi hanno iniettato un quintale di antidolorifico, e con questo mi resta impossibile anche sentire il dolore, a parte quello leggero che mi dà la flebo.
"Calma Greg, va tutto bene", ormai credo sia diventato un mantra, un mantra che porta sfortuna. Infatti...
.......
Ciao a tutti! (odiatemi in pace hahaha)
Scusate se questo capitolo è più corto del solito ma...beh, non mi andava di mettere tutto in un capitolo unico, anche perché sennò non sarei riuscita a fare la "suspense" hahaha.
Spero vi stia piacendo la mia storia, e vi ringrazio tantissimo per tutto il sostegno che mi date, e soprattutto grazie per le 700 letture! 😘
Se riscontrate errori nella lettura vi ringrazio tantissimo se me li segnalate!
Se vi va lasciate una stellina, sono tanto grata anche se non lo farete XDUn bacio,
Gina🥰
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N. 13 Dark Street
HorrorGregory Stuart, un normale ragazzo di 28 anni con una passione per il rock e per la sua ragazza Lucy. Vive e lavora come corriere postale a Houston, una città del Texas. Non si sa il motivo ma Lucy ha sempre voluto nascondere a Greg una parte del...