2 - Reid

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Caro Reid, se stai leggendo questa lettera significa che sono morto

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Caro Reid, se stai leggendo questa lettera significa che sono morto. La situazione, qui, si sta facendo sempre più complicata; gli altri branchi scalpitano e i loro alpha mi stanno col fiato sul collo. La mia famiglia è al sicuro ma i miei figli non sono in grado di gestire il branco. Sono ancora troppo inesperti e comunque non hanno la stoffa per diventare alpha. Ti ho sempre considerato un figlio e sai bene il legame che ci unisce e proprio per questo tu sei l'unica persona sulla quale posso contare. Ho una figlia. Il suo nome è Nives e anche se le ho dato il mio cognome, non è una purosangue; in realtà non è nemmeno una di noi e proprio per questo è ancora più vulnerabile. Non sapevo della sua esistenza fino a poco tempo fa; sua madre me lo ha sempre tenuto nascosto. So che avresti voluto il ranch dopo la mia morte, te lo avevo promesso, ma questa è l'unica soluzione per tenerla al sicuro. Ho nominato Nives come unica erede e proprietaria a tutti gli effetti del ranch e delle mie terre. Ti chiedo di darle un lavoro affinché possa mantenersi. Proteggila, so che tu e il tuo branco potete farlo. Credo che alla fine, potreste essere buoni vicini.

Addio Reid.

Ho riletto la lettera non so più quante volte. Carlo mi ha fatto proprio uno bello scherzo; quelle terre dovevano essere mie e adesso vengo a sapere che ha lasciato tutto a sua figlia. Non è nemmeno una lupa! Avevo dei progetti: unire il mio ranch con il suo e poter offrire una vita migliore alla mia famiglia. Siamo uno dei branchi più forti nella zona e proprio per questo siamo costantemente sotto controllo; tutti ad aspettare una nostra mossa falsa. Se avessi preso il ranch di Carlo, avrei potuto ingrandire le scuderie e prendere più bestiame. Ci servivano soldi; non navigavamo nell'oro e sfamare il branco richiedeva un'enorme quantità di energia. Mio fratello avrebbe potuto aprire la sua scuola di equitazione che tanto bramava e gli altri avrebbero fatto ciò che volevano. Avremmo potuto sfruttare quei terreni in un'infinità di modi, ma ora... adesso c'era di mezzo questa ragazzina pronta a rovinare i miei piani. Non era nemmeno una lupa per la miseria. A cosa stava pensando Carlo quando ha deciso di mandarla qui? E per di più dovrei proteggerla? Non se ne parla proprio. Carlo è stato come un padre per me dal momento che il mio vero padre aveva altro a cui pensare, ma chiedermi una cosa del genere...

Entrano i miei fratelli minori. La stanza sembra dannatamente piccola con tutti noi dentro. Siamo dei bestioni e le paresti sembrano schiacciarci.

«Che succede?» Mi chiede Michael, il mio beta.

«Abbiamo sentito la tua rabbia da sotto.» Si aggiunge Gabriel, uno dei delta del branco.

Io non ho nemmeno voglia di rispondergli e gli mostro semplicemente la lettera.

Michael fischia. «Cosa pensi di fare?» E passa la lettera agli altri.

«È umana.» Commenta sprezzante Jonathan. Lui più di tutti odia gli umani. Il mio fratellino - delta del gruppo - è più bestia che uomo, lo è sempre stato sin da cucciolo e proprio per questo il ruolo di delta e guerriero del branco gli calza a pennello.

«Almeno è carina?» Ed ecco che l'ultimo della cucciolata, omega del branco nonché il più grande puttaniere della storia, non poteva evitare di fare il suo solito commento. Lo guardo male e il mio umore nero di alpha si irradia nella stanza. Gli altri si mettono quasi sull'attenti, tranne Jonathan che rimane impassibile, anche se so che anche lui subisce gli effetti del mio umore.

«Non è il momento di scherzare, Gideon.» Dico al mio fratellino.

«Sul serio, Reid. Cosa faremo quando arriverà qui?» Michael era il più razionale della famiglia. Probabilmente sarebbe stato un'alpha migliore di me, ma le leggi del branco sono chiare. Il primogenito deve prendere il comando; lui per il branco è semplicemente il beta, il mio consigliere ed eventualmente il mio rimpiazzo. Odio vederla in questo modo e faccio di tutto affinché lui non si senta così. Tornando al mio problema di fondo... cosa farò? Sorrido malignamente perché so esattamente cosa farò. «La convincerò a vendermi la proprietà.»

«E come la metti con il lavoro che ti chiede di darle?»

«Le farò fare le cose più impensabili e faticose. Scapperà a gambe elevate. Non sono un totale stronzo e mi assicurerò di trovarle un altro lavoro in città, il più possibile lontano da noi.» Dico.

«Sei sicuro?» Mi chiede Gabriel. Lui era stato un soldato per davvero e l'enorme cicatrice che aveva in faccia era uno dei tanti segni che portava addosso. Da quando era tornato a casa, parlava poco e niente; avevo provato a comunicare con lui, ma invano.

«Mi assicurerò che abbia tutto ciò le occorre per rispetto della memoria di Carlo, ma non le permetterò di minacciare la nostra sicurezza. Se fosse stata una di noi, avrei chiuso un occhio sulla proprietà, ma è umana e non posso permettere che accada nulla al branco.»

«E a chi chiederai? In città ci odiano tutti. Come farai a trovarle un lavoro?» Chiese il più diplomatico tra di noi.

«Ho i miei agganci.»


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