3 - Nives

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Scendo dall'aereo e noto che il clima è completamente diverso

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Scendo dall'aereo e noto che il clima è completamente diverso. Qui fa molto più fresco e la cosa mi piace molto. Io odio il caldo; sono una persona che soffre parecchio con le alte temperature e la brezza fresca che mi scompiglia la frangetta che necessita di una tagliata, è un toccasana. Il volo è stato lungo e mi sento un po' stanca a dire il vero. Mio padre ha veramente pensato a tutto. C'è un taxi con un cartello con su scritto il mio nome che mi aspetta poco più in la. Mi avvicino al signore che indossa un bizzarro cappello. «Buonasera, credo che lei stia aspettando me.» Gli dico in inglese fluente.

«Buonasera Signorina Montrose. Ho precise istruzioni per lei. Arriveremo a destinazione tra circa un'ora. Prego, l'aiuto con i bagagli.»

«Grazie, è molto gentile. Mi scuso se ha atteso il mio arrivo, ma l'aereo ha ritardato.»

«Ne sono a conoscenza Signorina, stia tranquilla. È la prima volta che viene qui?» Il tassista è molto cordiale.

«Sì, la prima in assoluto.»

«Vedrà che le piacerà, la gente qui è molto ospitale. Si troverà bene.»

«Lo spero vivamente.»

Il viaggio durò effettivamente un'oretta. Avevo sonno ma la vista di tutta quella vegetazione, non mi aveva lasciato scampo. Ero senza parole, ero estasiata da quello che vedevo. Quando il tassista mi dice che siamo quasi arrivati e che siamo entrati in quelle che adesso erano le mie terre, mi rendo conto che la tenuta non è messa benissimo. I campi sembrano bruciati e le staccionate che costeggiano alcune parti, sono tutte rotte o intrise d'acqua e prossime al deterioramento. In lontananza vedo la casa; è enorme, ma... tutta da ristrutturare. Il tetto ha dei buchi, la facciata è da ritinteggiare, le scale che portano alla porta d'ingresso sono rotte e con pezzi di legno che sporgono ai lati. Il tassista si ferma. «Siamo arrivati.» Mi dice. «È come se l'aspettava?»

Non riesco nemmeno a rispondergli. Scendo dalla macchina e lui gentilmente tira fuori le valigie dal portabagagli. Lo pago e lo saluto cordialmente; d'altronde era stato così gentile...

La casa sembra immensa da fuori. Sono all'incirca le sette di sera qui e il sole sta iniziando a tramontare. In che guaio mi sono cacciata stavolta? - commento tra me. Mi faccio coraggio e cerco di salire i tre gradini distrutti e porto le mie cose sulla veranda. C'è una piccola sedia a dondolo che potrà contenere al massimo due persone sulla sinistra, mentre a destra c'è un bel tavolo in ferro cha avrebbe proprio bisogno di una lucidata. Prendo le chiavi che mi ha dato il notaio e provo ad aprire, ma la serratura è rotta e la porta si apre praticamente da sola. Fantastico! Come farò a dormire sapendo che qualsiasi sconosciuto potrebbe entrare di soppiatto qui dentro? Una volta entrata dentro, noto che c'è subito un bel salone con tre divani vecchio stile. La cucina è subito dopo il salone; è grande anche se non è molto accessoriata. C'è lo stretto indispensabile ed è quello che per ora importa. Di fronte la porta d'ingresso c'è un'enorme scala di legno che porta al piano superiore. Cigola tutta, ma riesco ad arrivare in cima sana e salva. Ci sono quattro camere da letto e ognuna di esse ha il proprio bagno in camera. Mio padre doveva essere proprio ricco sfondato per possedere tutti questi beni; ancora non potevo credere che tutto questo fosse mio. Scelsi una delle camere e iniziai a pulirla. Ero stanchissima e tra il viaggio e il fuso orario, avevo solo voglia di dormire e per fortuna che il mio sonno coincideva con l'orario per andare a letto. Dopo due ore di pulizie generali, scendo e tento di bloccare la porta d'ingresso con un mobile. Faccio una fatica immensa perché pesa un sacco, ma ho paura che qualcuno possa entrate in piena notte e credo che nessuno mi sentirebbe urlare se dovessero aggredirmi. Dopo essermi sincerata di aver bloccato la porta, me ne torno in camera. Mi sdraio sulle lenzuola pulite e penso a tutto quello che c'è da fare. Questa casa mi darà molto lavoro e domani andrò a conoscere i miei vicini di casa. A quanto pare mio padre ha pensato anche a trovarmi un lavoro. Che gli importasse di me dopo tutto?

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