5 - Nives

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«A meno che non sia il nostro problema, non voglio essere disturbato

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«A meno che non sia il nostro problema, non voglio essere disturbato.» Dice una voce maschile dall'altra parte della stanza. Mi sembra di riconoscerla. L'altro uomo apre la porta e vedo Mr Brutalità seduto dietro la scrivania intento a scrivere qualcosa. Improvvisamente sento un profondo senso di rabbia.

«Sarei io il problema?»

Non appena sente la mia voce, alza lo sguardo su di me. Mio dio quegli occhi... dello stesso colore della notte; incollati prima sul mio viso e poi a scrutare lentamente il mio corpo. Mi sento nuda di fronte al suo sguardo, privata della mia privacy, quasi violata.

«Tu devi essere Nives. Siediti.» Conosce il mio nome? Forse mio padre aveva pensato veramente a tutto. Dovevo essere educata dal momento che Mr Brutalità stava per diventare il mio datore di lavoro, ma il modo in cui ha pronunciato la parola siediti... Non lo faccio e non perché ci trovi gusto ad inimicarmi la gente, è solo che odio i prepotenti e credo che lui ne sia il re.

«Siediti ho detto.» E questa volta tremo. Il tono della sua voce... così dominante. Vedo l'uomo accanto a me abbassare lo sguardo, come se fosse a disagio e lo sono anch'io. Non voglio dargli la soddisfazione di cedere e inizio a giocare con le mani pur sapendo che lo interpreterà come un gesto d'ansia. Dice all'uomo di andarsene e lui - come un bravo cagnolino - se ne va. Mr Brutalità si alza e in meno di due falcate è accanto a me. Sono costretta ad alzare lo sguardo visto che mi supera di trenta centimetri abbondanti.

«Siediti.» E questa volta sono costretta a fare come dice. Uno a zero per lui. Ho quasi paura.

«Allora.» Dice rimettendosi seduto. «So che Carlo ti ha lasciato in eredità il ranch e tutte le sue terre. Sono un bell'impegno per una giovane di città come te.»

Mi agito sulla sedia; ogni parola che esce dalla sua bocca mi sembra una scarica elettrica nella mia direzione.

«Credo di essere in grado di occuparmene, grazie per l'interessamento.» Lo dico con una punta di acidità e lo stronzo sorride. Sembra godere della situazione.

«Condoglianze per la tua perdita.» Me dice.

«Grazie, ma non eravamo molto legati. Non lo conoscevo minimamente.»

«Perché no?» Sembra molto curioso.

«Perché non lo conoscevo prima della morte di mia madre e anche dopo che mi ha chiesto di vivere con lui, non l'avrò visto più di quattro volte. A dire il vero non lo considero un padre.»

«Non è una cosa carina da dire visto che ti ha lasciato una bella eredità.»

«È semplicemente la verità.» Lo era davvero.

«Sei piuttosto fredda.»

«Mi perdoni Signor Wood, ma sono qui perché mio padre ha detto che lei può darmi un posto di lavoro. Può farlo o no?»

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