53- Should I Comment Or Not?

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Ormai senza fiato ci stacchiamo, sento le labbra gonfie e sicuramente saranno rosse come due ciliegie, ma va bene così, ne è valsa la pena. Edoardo si ricompone ed io faccio lo stesso, cosa dovremmo fare ora? Cioè, cosa siamo? Dovrei dire qualcosa? I dubbi mi assalgono ma forse dovrei solo stare calma, la Cami che voglio diventare sarebbe pacata e non si preoccuperebbe di cosa dire o fare. Ma sì, aspetterò la sua reazione e mi comporterò di conseguenza. Si alza e tossisce un po'. <<Vieni, ti riaccompagno>> dice. Rimango un po' sbigottita, solo questo riesce a dire dopo ciò che abbiamo fatto? Bah. Lo seguo sulla moto e mi riporta a casa senza dire una parola, solo il vento può essere considerato il mio compagno di viaggio, dato che lui non accenna a dire qualcosa, ogni tanto dallo specchietto retrovisore vedo che socchiude gli occhi e sospira, riflettendo. Nella vita ho sempre pensato che illudersi non serva a nulla, infatti sebbene le emozioni che ho provato durante il bacio mi abbiano aperto un mondo di sensazioni nuove, conosco Edoardo così bene da sapere che ora si sta facendo mille problemi e non saprò mai se da parte sua ci sono stati gli stessi sentimenti che ho sentito anch'io. Arriviamo a casa mia, davanti il cancello e scendo dalla moto, ma non starò zitta, dopo quel bacio, esigo di sapere qualcosa.

Non farò l'indifferente, anche perché lunedì dovremo rivederci a scuola, e mi rifiuto di evitarlo. Non eviterò più nessuno perché io non ho niente di cui vergognarmi. <<Non credi di dovermi dire qualcosa riguardo a prima?>> chiedo io. <<Penso che concorderai con me nel dire che è stato un bacio preso dal momento, no? Eravamo vicini, da soli, siamo stati presi dalla circostanza>> spiega. Cerco di reprimere l'ultimo frammento di cuore che mi rimane mentre si spezza, devo reagire, devo rimanere pacata e rigida. Mostrati come quella che vuoi diventare, Cami, metti da parte la sofferenza. <<Infatti, volevo solo che fosse chiaro>> affermo, non lo guardo nemmeno in faccia, mi volto e rientro in casa. Sembro un cadavere mentre mi reco in camera, almeno posso restarci fino a tardi senza preoccuparmi di dover andare a scuola e rivederlo. Per lui quel bacio è stato solo la conseguenza di una situazione, niente di emozionante.

Chi glielo spiega che io invece ero convinta di essere in paradiso? Che invece degli organi nella pancia avevo una mandria di cavalli impazziti che saltavano da una parte all'altra? Nessuno, perché io con Edoardo non parlerò più, questo è stato l'evento che mancava per richiudere la vecchia scatola dei ricordi in cui Edoardo deve rimanere per sempre. Ho sperato che fosse cambiato, che per lui contassi qualcosa, dopo tutte quelle parole affettuose. E invece, erano solo frasi al vento, a far la bocca dolce siamo bravi tutti, in effetti. Almeno ho ottenuto la conferma che di me non gliene può fregar di meno, per lui sono quella da presentare agli amici, da portare alle gare illegali e quella di cui essere geloso. Ma io non sono una delle amichette che si porta al locale, per non dimenticare che ha persino una ragazza in testa. Ma allora perché mi ha baciata, perché? Vorrei sapere solo questo, se per lui era una cosa presa dal momento poteva staccarsi subito. Mi sento delusa, ingannata, avrei fatto meglio a stare lontano da lui e a non farmi prendere in giro da quei suoi gesti, noi due non saremo mai più niente, non c'è speranza per il nostro rapporto ormai. Con la testa sul cuscino, tento di mandare via i ricordi di quel momento, ma non riesco, è stato troppo intenso per me, si può dire il mio primo vero bacio, colmo di desiderio. Ma per lui non è stato niente e per quando mi riguarda, Edoardo da oggi in poi sarà la medesima cosa: nulla.

Mi addormento pensando a questo e mi risveglio ad ora di pranzo, per colpa delle urla senza fine di mia mamma. <<La bella addormentata ha intenzione di mangiare quest'oggi?>> chiede dal corridoio. <<Solo se ci sono le lasagne>> ironizzo e scendo con il mio adorabile pigiama rosa. Papà mi abbraccia appena mi vede ed io inalo il suo profumo di casa, ci sediamo a tavola e scende anche Kevin. Sono stupita come se non abitasse nella mia stessa casa! Ci sediamo tutti intorno al tavolo e iniziamo a mangiare, una leggera nausea mi attraversa lo stomaco, ma ricordo immediatamente al metodo di Edoardo, pur non volendo pensare a lui, inizio a respirare profondamente concentrandomi su qualcosa che non sia il cibo. Per mia fortuna mamma e papà introducono un argomento su cui discutere e riesco a rivolgere la mia attenzione unicamente su questo e non su ciò che sto mangiando. Riesco a mangiare metà piatto, è già un grandissimo risultato raggiunto con coraggio, grazie al metodo di Edoardo. Ma non è il caso di ringraziare oltre quel bastardo. Dopo aver finito, mamma va a mettere i piatti in lavastoviglie, papà si stende sul divano per riposare ed io sparecchio ciò che rimane in tavola, con Kevin. Nessuno dei due parla ed io ne sono felice, non voglio discutere ulteriormente con lui, oggi sono già nervosa di mio. <<Stanotte non sei tornata>> dice poi, rompendo il silenzio beato che regnava nel salotto.

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