Epilogo. Wait for the signal and I'll meet you after dark

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Ad IgnisLeaena , sperando che valga quanto un abbraccio♥️.




Wait for the signal and I'll meet you after dark


Un sobbalzo, la sensazione di precipitare dall'alto e atterrare bruscamente in un tonfo.

Livia sussultò, sentì il proprio corpo sbandare impercettibilmente, poi una fitta di dolore alla schiena.

Respirò piano, ad occhi chiusi, mentre gradualmente riprendeva possesso dei propri arti, abbandonando lo stato d'incoscienza per risalire con fatica a galla.

Le dolevano le ginocchia, piegate in una posizione scomoda sotto di lei, e la parte bassa della colonna vertebrale, all'altezza della curva lombare.

Per quale motivo era rimasta tanto tempo in una posa così rannicchiata?

Percorse con le mani la superficie sulla quale si trovava semidistesa, la trovò liscia, levigata, inaspettatamente dura.

Non vi erano dubbi che quella non fosse l'erba morbida che si era immaginata di incontrare, né un comodo giaciglio, o il materasso del suo letto.

Dove accidenti era finita?

Dischiuse piano le palpebre, un fascio di luce accecante la costrinse immediatamente a richiuderle.

Doveva essere giorno, quindi.

Fece un altro tentativo, stavolta le sue pupille parvero adattarsi meglio alla luminosità improvvisa, finché non riuscì ad aprire gli occhi del tutto.

Di fronte a lei, la finestra della propria stanza nel college era aperta, la persiana sollevata dalla quale il sole entrava prepotente, avvertendola con insistenza che fosse ormai mattino.

Dovevano essere stati i suoi raggi a svegliarla.

Aveva dormito, allora.

Probabilmente doveva essere scivolata nel sonno senza neppure accorgersene, sfinita dopo l'essersi a lungo agitata in preda all'insonnia.

Si era addormentata sul pavimento, raggomitolata su se stessa in quella posizione scomoda, che adesso le faceva sentire le ossa scricchiolanti ed il corpo rigido, i muscoli contratti e atrofizzati.

Dunque si era trattato di un sogno, naturalmente.

Null'altro che una costruzione fittizia creata dalla propria mente assopita.

Il pensiero le diede una punta di amarezza, come una fitta di nostalgia, o il rimpianto per un'occasione sfumata, qualcosa che sarebbe potuto essere ed invece, soltanto per poco, questione di attimi, frazioni di spazio o di tempo, non si era verificato.

Ma era un sentimento latente, dai contorni poco definiti.

Sfumavano già le immagini, sbiadiva la scia impalpabile della sua chimera.

Avvertiva l'assenza, la mancanza di qualcosa, ma Livia non avrebbe saputo dire di che si trattasse, non sarebbe più stata in grado di rievocare che cosa, appena una manciata di minuti prima, le avesse regalato quella dolce sensazione di completezza.

E qual era stata poi la trama di quel viaggio, di quel delirio onirico che tanto le era parso reale?

Restò paralizzata dalla scoperta di non riuscire più a ricostruirla.

Ricordava la sensazione di precipitare nel vuoto, un classico dei suoi bruschi risvegli.

Le balenarono alla mente fotografie confuse, echi di risa e scenari favolistici, paesaggi vagheggiati tra i quali però non era più in grado di trovare il nesso.

I'll meet you after darkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora