Dopo due ore circa di cammino, Kurme iniziò a scorgere tra le fronde degli alberi un edificio diroccato con accanto una svettante ciminiera, probabilmente non più in funzione da anni. Osservando meglio, notò che la copertura in mattoni della casa era stata scalfita; C'erano profondi segni di unghie: probabilmente vi era stata una furiosa lotta.
Con circospezione si avvicinò per controllare che non ci fosse qualcuno o "qualcosa"; appena ne fu certa scavalcò la pila di mattoni rotti che non le permetteva di vedere l'interno del rudere e scivolò su una tegola di terracotta, rotolando sino ai piedi della pila di macerie. Era adagiata sulla schiena mentre avvertiva una dolorossissima fitta alla gamba destra e li battito cardiaco che le pulsava incessantemente in testa.
Quando trovò la forza di rialzarsi notò la presenza di una figura in ombra appoggiata ad una parte di muro ancora intatta; uscendo alla luce appurai che era un uomo, circa sulla trentina, alto, con i capelli corti color cioccolato e due occhi di un verde smeraldo,che sembravano risplendere di luce propria; la pelle era diafana, quasi evanescente e a solcare quei lineamenti incredibilmente perfetti vi era una grande cicatrice che dell'occhio sinistro scendeva sino alla mandibola. Era però una bellezza gelida, quasi disumana e trasmette allo stesso tempo un senso di oscurità e purezza. "Ciao Kurme,da quanto tempo. Ti vedo bene"disse l'uomo. Kurme? Perché mi ha chiamata così? "Mi dispiace, devi aver sbagliato persona"dissi con fermezza. "Certo....e io sono un umano!!"scoppiò a ridere,tanto da piegarsi in due; io però non capivo cosa lo divertisse tanto."Tu.....tu non ricordi niente vero?"