Capitolo 2

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La sveglia interruppe improvvisamente il mio sonno, avvisandomi che mancava solo un'ora all'inizio della lezione.
Mi ero voluta rendere indipendente appena raggiunta la maggior età e, dal momento che coniugare studio e lavoro non era così semplice, avevo optato per seguire un corso di moda non troppo impegnativo.
Ero stata poi decisamente fortunata ad avere avuto sin da subito l'opportunità di lavorare per il piccolo brand di mia sorella: cucire abiti era la mia passione e devo dire che riuscivo a guadagnare abbastanza per pagarmi viveri, studi e un alloggio che non cadesse del tutto a pezzi.
Controllai il telefono trovando un messaggio di Becca, risalente alla sera prima, in cui mi avvisava di essere arrivata a casa.
Menomale, se per caso la mia amica avesse avuto bisogno di me avrebbe potuto chiamarmi anche duecento volte che non credo avrebbe ricevuto risposta dopo il modo in cui sono crollata la sera prima.
Feci colazione con un muffin confezionato, mi vestii in fretta, mi passai un filo di trucco sugli occhi e uscii.
Il corso fu come sempre interessante, e dopo due ore mi avviai a piedi verso casa, quando il cellulare iniziò a vibrare nella mia tasca e sullo schermo comparve il nome di mia sorella.
<<Ehi Meg, passo oggi pomeriggio a prendere i vestiti nuovi da spedire, okay?>>
Cazzo, di già?
<<Va bene, ti aspetto. Vieni verso le cinque, devo fare delle commissioni prima>> mi inventai.
<<Certo, va bene. A dopo>>
Riattaccai e accelerai il passo per guadagnare più tempo possibile.
Nelle ultime settimane gli ordini erano straordinariamente aumentati ed ero riuscita a fatica a starci dietro. Oggi pomeriggio mi sarei dovuta dare da fare se non volevo che il negozio online fallisse di già.
Aprii la serratura, poggiai la borsa e mi misi subito al lavoro.
Feci una pausa solo per cucinarmi del ramen istantaneo che mangiai in fretta e furia - in contrasto con qualsiasi dieta salutare, lo so, ma era un'emergenza e il tempo stringeva - e alle quattro e venti finii di preparare tutti i capi.
Quando suonò il campanello dieci minuti dopo ed andai ad aprire, credevo di trovarmi di fronte mia sorella, un po' prima del previsto perché "meglio in anticipo che in ritardo", come ripeteva ogni volta.
Invece ci trovai la mia migliore amica intenta a cercare qualcosa nella borsa.
<<Ciao...aspetta, dove cazzo l'ho messo?>>
Continuando a frugare, si fece spazio in casa mia.
<<Hai dimenticato il braccialetto nella mia macchina, te lo sei tolto prima di entrare in discoteca, ricordi?>>
<<Ah sì, appoggialo pure sulla scrivania>>
Becca fece come le avevo detto e diede uno sguardo ai vestiti impilati sul tavolo.
<<Arriva Cri?>>
<Già, si lavora molto nell'ultimo periodo>>
<<Lo vedo. Tra tutti quegli ordini c'è anche il mio?>>
<<Smettila, ti ho detto mille volte che non voglio soldi da te. È inutile che ci riprovi una volta al mese. Ogni volta che mi avanza qualcosa la faccio avere a te, lo sai>>
Becca è sempre stata la mia più grande fan, sin dal primo giorno in cui ho iniziato a cucire, e per sostenermi ancora di più anche economicamente aveva provato più volte a comprare dal nostro sito, prima che io riconoscessi l'indirizzo di spedizione e annullassi il suo ordine.
Mi era sempre stata accanto e mi aveva sempre appoggiata in tutto, sapevo quanto teneva a me e non mi servivano i suoi soldi a dimostrarlo.
Se voleva qualcosa bastava che lo chiedesse e glielo avrei fatto gratis, era il minimo.
<<Ti odio>>
Suonò di nuovo il campanello e stavolta alla porta c'era mia sorella.
Si trattenne giusto il tempo di inscatolare tutta la merce e ci salutò, dicendoci che anche lei aveva del lavoro da fare a casa.
Ovviamente non ero l'unica che si impegnava per il brand.
Il blog nacque come negozio online di gioielli di mia sorella, orefice.
Crebbe in poco tempo e, per attirare ancora più persone e per aiutare me a mantenermi, a Cri venne l'idea di aggiungere i capi d'abbigliamento tra la merce in vendita.
Da lì iniziammo a lavorare in sincronia.
Fino a qualche settimana prima ricevevamo più o meno lo stesso numero di ordini e lei aveva pure il compito di occuparsi delle spedizioni e del sito online - io non ero mai stata brava in queste cose.
Ora il lavoro era più equilibrato, in quanto il numero degli ordini dei vestiti superava di gran lunga quello dei gioielli.
Quando se ne andò, restai sola con Becca.
<<Quindi sei venuta solo per il bracciale?>>
<<Beh, in realtà...>>
Ecco, ci avrei scommesso.
<<Ho pensato che dopo aver lavorato tanto avresti avuto un po' di voglia di svagarti>>
Stava palesemente bluffando, non aveva assolutamente modo di sapere la quantità di lavoro che avevo da portare a termine quel giorno prima che entrasse dalla porta.
Ma la lasciai continuare.
<<Quindi pensavo di portarti nel pub in centro stasera. Ci saranno anche Eva e Francesco>>
Lo sguardo truce che le rivolsi voleva essere a tutti gli effetti un NO definitivo, ma non so come, dopo aver mangiato mi ritrovai davanti all'armadio a decidere cosa mettere.
Lei e le sue abilità di persuasione...
Optai per dei pantaloni a palazzo verdi e un top viola a fiori, mi inventai qualcosa di particolare come trucco - ombretto verde, matita nera e eyeliner bianco, molto nel mio stile - e uscii sul marciapiede dove trovai la mia amica che mi stava aspettando.
"Beh, che la serata abbia inizio..."

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