L'inesistenza del tempo

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Per comprendere l'inesistenza del tempo stesso dobbiamo prima di tutto comprendere l'entropia.

ENTROPIA

L'entropia è la proprietà fisica misurabile che è più comunemente associata a uno stato di casualità.
L'entropia è la misura del numero di possibili disposizioni microscopiche o stati di singoli atomi e molecole di un sistema che soddisfano la condizione macroscopica del sistema (Ludwing Boltzmann). La casualità è quindi la disposizione di probabilità. Le disposizioni microscopiche dei singoli atomi e delle singole molecole dipende dal movimento e dalla reazione che hanno avuto alla precedente azione. Questo avviene grazie all'effetto farfalla: in matematica e fisica l'effetto farfalla racchiude la nozione maggiormente tecnica di dipendenza sensibile alle condizioni iniziali, presente nella teoria del caos.
In matematica la teoria del caos è lo studio, attraverso modelli propri della fisica matematica, dei sistemi dinamici che esibiscono una sensibilità esponenziale rispetto alle condizioni iniziali.

La realtà, che non è altro che un sistema dinamico, è governato da leggi deterministiche; nonostante ciò appare all'essere umano come un'empirica casualità nell'evoluzione delle variabili dinamiche.  Comprendiamo ora che la realtà o un sistema cambia il suo stato e che cambiando il suo stato periodicamente ne possiamo estrapolare una ciclicità. Il cambiamento della disposizione microscopica dei singoli atomi e delle singole molecole nel sistema è l'entropia, governata dalla casualità della dipendenza sensibile alle condizioni iniziali facendo si che, secondo la teoria del caos, la realtà sia deterministica e allo stesso tempo descrivibile soltanto dall'entropia.

Detto ciò, se si sostituisce alla variante tempo la variante entropia ne uscirebbe fuori una realtà che non dipende dal tempo, ma dall'entropia e dal suo livello.
In meccanica statica l'entropia viene definita come il prodotto fra la costante dimensionale di Boltzmann e il logaritmo naturale di W, il numero di microstati coerenti con le condizioni al contorno del sistema. Il microstato è, in un sistema termodinamico, una specifica configurazione microscopica che un corpo può assumere nel corso delle sue fluttuazioni termiche. Le fluttuazioni termiche avvengono quando atomi o molecole all'interno di un dato sistema assumono un cambiamento nella loro traslazione, nella loro rotazione, nella vibrazione o nell'energia delle molecole di un gas, quindi un cambiamento dallo stato di equilibrio di un corpo in un sistema. Si iscrive così la seguente equazione:

dove K è la costante di Boltzmann, essa è una costante dimensionale di conversione tra la temperatura espressa nelle unità proprie (Kelvin) e la stessa espressa nelle unità dell'energia (Joule); nel sistema internazionale è espressa in J/K, le ste...

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dove K è la costante di Boltzmann, essa è una costante dimensionale di conversione tra la temperatura espressa nelle unità proprie (Kelvin) e la stessa espressa nelle unità dell'energia (Joule); nel sistema internazionale è espressa in J/K, le stesse unità di misura dell'entropia e della capacità termica. Il valore della  costante dimensionale è esatto e risulta:

Essa si ricava dal rapporto di altre 2 costanti empiriche: la costante universale dei gas e la costante di Avogadro

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Essa si ricava dal rapporto di altre 2 costanti empiriche: la costante universale dei gas e la costante di Avogadro.

L'energia totale dell'universo è costante e l'entropia totale (dell'intero universo)  è in continuo aumento e lo sarà sin tanto che raggiungerà un equilibrio; questo perché l'universo è un sistema isolato. Ciò vuol dire che non è possibile né creare né distruggere l'energia, ma nemmeno la si può trasformare da una forma in un'altra senza che una parte venga dissipata sotto forma di calore. Se per esempio si brucia un pezzo di carbone, la sua energia si conserva e si converte in energia contenuta nell'anidride carbonica, nell'anidride solforosa e negli altri residui di combustione, ma è anche nel calore ottenuto.
Il secondo principio della termodinamica può essere quindi così ridefinito: "É impossibile realizzare una trasformazione il cui unico risultato sia la conversione in lavoro di tutto il calore assorbito da una sorgente omogenea". Ora è possibile comprendere che l'entropia raggiunge il massimo valore quando non v'è più energia libera disponibile per compiere lavoro. Ciò vuol dire che, nell'universo, la progressiva conversione di lavoro in calore (disperdendo così l'energia in calore), porterà infine a uno stato in cui l'intero universo si troverà (essendo esso stesso l'universo un sistema finito) nelle condizioni di temperatura uniforme detta morte termica dell'universo, in cui l'universo avrà disperso tutta la sua energia in calore e il calore non è possibile riconvertirlo in ciò che era prima.

Noi misuriamo il tempo con il moto e il cambiamento costante di un sistema in relazione ad un altro sistema, ad esempio il sorgere del sole e il tramontare di esso, le lancette di un orologio oppure il pendolo di un orologio a pendolo.
Dal punto di vista scientifico è una grandezza fisica fondamentale, ma non esiste.
Il tempo è un concetto che l'essere umano ha creato per rappresentare il continuo e costante cambiamento della realtà. L'orologio, che misura il tempo, non è altro che il continuo cambiamento della realtà che percepiamo. Il tempo è quindi la percezione e rappresentazione della modalità di successione degli eventi e del rapporto fra essi. Se noi eliminiamo tutti gli elementi dell'universo e ne lasciamo soltanto uno, che cambia forma casualmente in tempo casuale, il tempo risulterà assente. Al contrario risulterà presente l'entropia; l'elemento, appunto, potrà cambiare forma in tempo casuale disperdendo energia, se si riesce a misurare l'energia dispersa sarà  possibile a quel punto comprendere il livello di entropia in cui ci ritroviamo.
Possiamo sapere, perciò, quanta energia è stata dispersa sotto forma di calore e quanta energia può essere ancora dispersa sotto forma di calore, sapendo che, ad ogni trasformazione, l'elemento perderà energia sotto forma di calore.

Si può definire così lo spazio-entropico e non più spazio-tempo quell'entità che si estende dimensionalmente e limitata costituita almeno da una delle 3 dimensioni (lunghezza, larghezza e profondità) e avente l'entropia minima o massima o di un qualsiasi valore S di entropia secondo l'equazione S=klogW.
La realtà quindi ha inizio quando tutta l'energia è concentrata in un sol punto e finisce quando tutta l'energia è dispersa sotto forma di calore e non è più possibile compiere un lavoro non essendoci più energia.

Critica dell'irragionevolezza immaginariaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora