Love is in the air.

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1 Capitolo

Istanbul. È già mattina e per non vedere la luce che entra dalla finestra mi copro la faccia con il lenzuolo e ripenso a tutto ciò che mi è accaduto finora. Certo la vita è un dono ed è piena di sorprese ed è nostro compito renderla più bella. Io avevo fatto sì che la mia vita fosse piena di fiori, di libri e di amici. Mia madre era una fioraia, per questo conosco tutti i fiori.

Il mio scopo era diventare un architetto del paesaggio e ci sono riuscita. Purtroppo ho perso i miei genitori quando ero piccola e mi sono concentrata negli studi. Mi sono diplomata con il massimo dei voti vincendo una borsa di studio. Sono stata accettata per un posto all'università in Italia. Una volta laureata avrei trovato sicuramente lavoro. Italia aspettami, sto arrivando Italia e mentre mi dico queste cose:

«Eda ... Eda.» qualcuno che conosco molto bene mi sta chiamando, ma io non voglio svegliarmi, ho ancora tanto sonno.

«Eda, andiamo svegliati» dice la voce inconfondibile di mia zia entrando spedita in camera mia.

Sobbalzo dal letto ancora insonnolita nel sentirla così vicina.

«Va bene sono sveglia.»

«Su alzati tesoro, i ragazzi sono arrivati in anticipo.»

Mi strofino gli occhi ancora una volta.

«Okay, dove sono?» chiedo.

«Al negozio.» mi fa presente lei con un piccolo sorriso d'incoraggiamento.

«Dai alzati»

«Va bene mi alzo» dico a malincuore scendendo dal letto.

«Buongiorno, buongiorno.» ripete mia zia non appena le passo accanto.

«Buongiorno.» dico anch'io trascinandomi in bagno a lavarmi.

«Buongiorno bellezza.» mi dice ancora una volta.

Non so come faccia lei la mattina ad avere sempre una carica incredibile, mentre io non riesco mai a svegliarmi sennò dopo una bella doccia.

D'altronde mia zia è sempre stata così, forte e solare, tanto che la sua forza è stata la mia forza per tutti questi anni, senza di lei non so cosa avrei fatto.

Comunque dopo essermi lavata vado in camera mia a vestirmi. Visto che è una bella giornata calda e soleggiata scelgo d'indossare pantaloncini corti e una canottiera di cotone blu scuro. Tanto per quello che ho da fare stamattina mi servivano degli abiti comodi e poco ingombranti.

Invece i capelli li raccolgo a coda di cavallo con un elastico per non perdere tempo ad asciugarli.

Do una sistemata al letto e poi scendo di sotto a fare colazione.

Infine mi reco con mia zia al vivaio dove ci attendono due ragazzi per scaricare i sacchi di terra che lei ha ordinato.

«Ed io che sognavo l'Italia, mentre la mia realtà sono le petunie. Qualcosa è andato storto, molto, molto storto» penso fra me e me guardando i sacchi per terra che hanno scaricato.

«Scusate ragazzi, ma perché li avete lasciati qui anziché portarli dentro?» chiede mia zia in segno di protesta.

«Senta signora abbia pazienza, abbiamo un sacco di lavoro.» risponde uno di loro prima di andarsene.

Non ho nemmeno il tempo di protestare che si sono già allontanati.

«Adesso come facciamo a portarli tutti dentro.» domanda mia zia.

Si abbassa per provare a prenderne uno, ma io l'anticipo.

«Lascia stare zia a questi ci penso io. Tranquilla.»

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