Capitolo 28-Jess

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"È solo un idiota! Sono sempre stata dalla vostra parte ma adesso ha proprio superato il limite". Mia apre un'altra bottiglia di vino, credo che mi tremino le gambe da quando ha aperto la prima o forse è tutta la tensione. "Che c'è? Perché mi guardi in quel modo?".
"Lui ha ragione. Avrei dovuto essere io più responsabile...".
"E lui non avrebbe dovuto trattarti in quel modo Jess!".
"Quello che non avremmo dovuto fare noi è bere tutto quest'alcol alle tre del pomeriggio, adesso non so come affrontare il resto di questa giornata di merda". Il mal di testa adesso è triplicato diventando insopportabile. "Ho bisogno di un'aspirina... O di andare a letto".
"Ricorda, non è mai troppo presto per una bottiglia di vino. Io lo berrei anche a colazione, mi darebbe la carica giusta per sopportare il mio capo a lavoro".
"Inizio a pensare che sia il tuo capo a sopportare te".
"Non sei per niente divertente...", sbotta Mia imitandomi, "Tu non lo conosci! Quel tipo è così autoritario... E non si impegna nemmeno a notare il mio lavoro... A proposito! Adesso stiamo lavorando ad un progetto di cui ti volevo parlare...".
"Davvero? Ti sembra adesso il momento di parlare dei tuoi progetti Mia?!".
"Beh, sarebbe un diversivo niente male...".
"Ti prego!".
"Devi solo starmi a sentire, puoi farlo?".
"Spara...", butto giù un altro calice con la consapevolezza che andrà sempre peggio. Tanto so già che me ne inizierebbe a parlare comunque. In ogni caso non posso darle torto, questa bottiglia sta allontanando i brutti pensieri da me.
"Stiamo lavorando su una nuova linea davvero particolare, qualcosa mai vista prima. E, senti un po', l'idea è stata mia. Abiti che parlano di innocenza ma anche di trasgressione, di semplicità e di eleganza". Mentre Mia parla del suo lavoro, dei suoi progetti, sembra quasi che sogni. La moda è sempre stata la sua passione, e anche l'unica cosa stabile nella sua vita. Mentre la osservo parlare di quello che ama di più, penso al fatto che anche io vorrei avere quella stessa spensieratezza e pace. "Ma, soprattutto, di purezza e di perversione. Hanno valutato alcune modelle che hanno lavorato per noi negli ultimi anni ma... Non c'è nessuna che rispecchi questo connubio tra pudico e sensuale". Mentre parla della sua idea mi guarda come se io centrassi qualcosa con tutta questa storia. 
"Non ti seguo".
"Ci hanno dato l'opportunità di portare in azienda qualcuno che potesse rispecchiare questi canoni, qualcuno che non per forza debba avere esperienza nel campo della moda. Ancor meglio, qualcuno di mai visto prima che possa dare quell'idea di disorientamento e di innocenza. Io ed i miei colleghi abbiamo qualche giorno per reclutare qualcuno e portarlo in azienda, poi chi soddisferà quei requisiti sarà scelto e... Da lì, il capo sceglierà a chi dare la promozione".
"Continuo a non seguirti...".
"Jess! Ecco, io... Ho pensato a te. Tu sarai la modella perfetta per il mio progetto!". Mia batte le mani, super entusiasta.
Ho capito bene quello che mi ha appena detto o è il vino a darmi alla testa? "Cosa?!", sbuffo a ridere. Poi, la guardo e vedo che resta seria. "Tu stai scherzando, non è vero?".
"Lo so che è strano ma sarebbe fantastico! Ascoltami, tu sei la donna perfetta per rappresentare la mia idea. Per quanto mi sforzi, e credimi che ci ho provato, non trovo nessuna che possa rappresentare tutto questo meglio di te".
"È questa l'idea che do?! Di purezza e di perversione?! Fantastico... Proprio quello che mi mancava". Stiro il braccio per riprendere la bottiglia di vino.
"Jess... Tu sei l'emblema del fascino. Nella tua semplicità riesci ad essere così dannatamente sexy. Sarebbe davvero uno spreco lasciare quel bel corpicino che ti ritrovi sotto quei vestiti che nemmeno ti valorizzano".
"Tu sei completamente pazza!".
"È ora che tu lo riconosca tesoro, sei uno schianto. Lo sei sempre stata, dai tempi del liceo. Ah se ci penso... Erano tutti pazzi di te, eri tu l'unica a non capirlo, esattamente come adesso".
"Non credo fossi io a ricevere delle sospensioni per atti osceni dentro i bagni della scuola".
"Oh andiamo... Lo sai che è la verità. Tutti i ragazzi avevano occhi solo per te, eri tu che eri concentrata solo a studiare".
"Arriva al punto Mia".
"Vieni al mio studio. Sono sicura che finalmente il mio capo mi ringrazierà di aver fatto qualcosa di buono. Facciamo che tu fai un favore a me ed io a te".
"Un favore?!".
"Io otterrò quella promozione e tu potrai capire una volta per tutte quanto sei bella".
"Pensi che non abbia specchi in casa?! Andiamo Mia... Ho sentito fin troppo".
"Jess... Per favore!". Mia comincia ad implorarmi, diventando fastidiosamente ripetitiva, come sempre ogni volta che vuole ottenere qualcosa.
"No! Assolutamente no! Non puoi pretendere che di punto in bianco venga a fare un servizio fotografico nel tuo studio! Insomma... Lì fuori ci sono mille modelle qualificate per questo!".
"Ma tu sei qui!", mi dice queste quattro parole con così tanta ispirazione nei suoi occhi, "Okay, okay! Pensaci almeno. Promettimi che ci penserai!"
"Come vuoi!", mi alzo dallo sgabello della mia isola ma sento le gambe raggrinzite, "Se non vuoi che finisca anche questa, allontanala da me...", spingo la seconda bottiglia di vino ormai mezza vuota verso Mia, "Ho bisogno di dormire, alle sei ho un appuntamento con un paziente".
"Dormi bene futura modella!". Guardo Mia mentre vado verso le scale che mi portano dritta alla mia stanza. Mi guarda con quell'espressione convinta di un mio sì e, allo stesso tempo, divertita. Devo evitare il suo sguardo, riuscirebbe a convincermi in un batter d'occhio, soprattutto adesso nello stato in cui mi trovo. No, devo assolutamente andare lontana da lei.
Non appena mi metto a letto chiudo subito gli occhi e, di colpo, i miei mille pensieri si fanno spazio nel silenzio, di nuovo. Rivedo la faccia di Chris terrorizzata davanti a me. La sua rabbia, la sua delusione. E mi fa male, non posso sopportarla. Stringo gli occhi più forti come se questo bastasse a cancellarla via. Non ce la faccio, mi tormenta. Poi, credo di addormentarmi.

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