Capitolo 43.2: L'uomo dei sogni

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Lungo tutto il tragitto, continuo a chiedermi se stia facendo la cosa giusta

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Lungo tutto il tragitto, continuo a chiedermi se stia facendo la cosa giusta. Mi domando se andare da quell'uomo, che da sempre mi ha trattato come un figlio e al quale ho recato dolore, voltando le mie spalle dinanzi a sua figlia e andarmene, sia la cosa giusta.
Temo che il Signor Nihat, non voglia a più avere niente a che fare con me, nonostante spero con tutto me stesso che un giorno, possa perdonarmi.
Mi dico che magari andare lì, possa aiutare ad ammorbidire quel suo lato di uomo autoritario, eppure nonostante la speranza, so che questo gesto è solo una goccia di ciò che dovrò fare per ottenere quel perdono. Voglio bene a quell'uomo, e prometto a me stesso e ad Allah, che farò qualunque cosa pur di riuscirci un giorno.

Arrivato nei pressi del negozio, in lontananza vedo Sanem in compagnia di suo padre. Parlano con amore, come solo tra un padre e una figlia può succedere. Nihat si accorge di me, e a quel punto mi faccio coraggio. A passo lento, mi avvicino a loro, notando ad ogni mio passo, il volto del Signor Nihat mutare e incupirsi e diventare triste in qualche modo.
Vedo Sanem voltarsi e accorgersi di me ormai dinanzi a loro, e noto gli occhi azzurri come il cielo del Signor Nihat, identici a quelli di Leyla, abbassarsi e cercare di guardare altrove. Nihat.. perdonami..
«Salve..» pronuncio con voce mesta, notando la mia Sanem, alternare le sue occhiate per osservare entrambi, è tesa e avverto la sua preoccupazione.
«Volevo vederla, e augurarle di guarire presto. La trovo bene..» dico guardando il Signor Nihat che, con la sua espressione, mi fa percepire tutta la sua freddezza e in qualche modo anche la tristezza aleggia attorno a noi, lasciandomi quell'amaro in bocca che non riesco a mandar giù.
«Garzie» è tutto ciò che dice e quella parola, anche se intrisa di rabbia, mi fa ancor di più, sperare nel futuro.
«Se c'è qualcosa che posso fare, per aiutare..basta una telefonata» gli dico, cercando di creare un varco in quel muro, che le mie azioni passate, hanno fatto sì che lui costruisse intorno a sé e alla sua famiglia.
«Grazie, figliolo» risponde e quella parola, quel "Figliolo", mi riscalda almeno un po' il cuore.
Sposto lo sguardo su Sanem, chiedendomi se le abbia fatto piacere, in qualche modo, questo mio gesto e con piacere, la vedo sorridere.
Decido che per adesso è sufficiente e che servirà solo del tempo per sanare quelle ferite e guarire.
«Adesso vado. Ci vediamo, abbia cura di lei..» dico, per poi voltarmi e andare via.

Tornato in auto, rifletto su tutto ciò che è accaduto oggi: la lista, Sanem, il Signor Nihat. Rifletto su tutto, pensando che per lei ho deciso di essere qualunque cosa abbia voluto che diventassi. Per lei ho giurato quella notte in cui ho manomesso la barca, che sarei stato tutto ciò di cui avesse bisogno, anche a costo di sacrificare me stesso.
Prendo di nuovo quel foglio tra le mani e rileggo ogni punto, ogni parola. Guardo i miei abiti così inadatti per vestire i panni di quell'uomo che sogna di avere al suo fianco, quell'uomo che riuscirebbe a conquistare il suo cuore. Devo fare qualcosa.. Sono disposto a tutto, pur di riaverti tra le mie braccia, amore mio.
Voglio dimostrarle che sono io. Voglio che veda me come suo uomo ideale, e sono disposto a qualunque cosa pur di tornare ad essere suo.

Metto via la lista e accendo il motore dell'auto, e dopo qualche secondo, ecco che mi ritrovo a guidare in direzione del centro, pronto per iniziare la trasformazione da Can "Selvaggio" Divit, a Can "L'uomo dei sogni" Divit. E poi.. le farò capire, cosa significa avere un "Vicino" come me!
In poco tempo ecco che mi ritrovo davanti al primo negozio d'abbigliamento, un negozio la cui vetrina, se non fosse per questa maledetta lista, non avrebbe mai visto il mio riflesso.
Sospiro sconsolato ma deciso della mia scelta ed entro all'interno. La mia prima reazione nel vedere tutte quelle giacche eleganti, è quella di dover e voler scappare via, avvertendo anche la gola stringersi, al solo spostare lo sguardo su quelle cravatte perfettamente piegate.
Penso al volto di Sanem, ai suoi occhi da cerbiatta, al suo sorriso e solo in questo modo, trovo il coraggio necessario per avvicinarmi all'unica commessa che riesco a scorgere nei paraggi.
«Mi scusi..» dico alla ragazza bionda, che da quando ho messo piede qui dentro, non smette di guardarmi.
«In cosa posso aiutarti?» mi chiede lei, con voce fin troppo suadente. «Sto cercando qualcosa di elegante..» riesco a dire a fatica, lasciando che la parola elegante, quasi mi muoia in gola.
«Sei un bel ragazzo, penso che qualunque cosa ti stia bene..» risponde lei, avvicinandosi un po' più del dovuto.
Faccio un passo indietro, intenzionato a mantenere la distanza.
«Sa, sto cercando di conquistare la donna che amo follemente» le dico, lasciandole comprendere che non c'è spazio per nessuna nella mia vita, se non per lei, il mio dolce uccellino del mattino.
Vedo la sua espressione cambiare, mentre la sento schiarirsi la voce, come se quelle mie parole, l'avessero scossa e riportata alla realtà.
«Prego, mi segua. Le mostrerò qualche completo» mi dice in modo più professionale, e questa volta, sono sicuro che non proverà più a tentare chissà cosa nei miei confronti.

GOCCE D'AMBRA (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora