The Only Exception

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Kim Taehyung aveva soli 25 anni, eppure, non c'era anima viva a Seoul che non conoscesse il suo nome.

Oltre ad essere uno dei stilisti più famosi del mondo della moda contemporanea, era ben noto al pubblico per il cognome che portava sulle spalle e per la classe sociale a cui apparteneva.

Alpha.

Alpha purosangue ad essere precisi, proprio come tutti i membri della casata Kim, peccato che in quanto figlio unico, nonché componente più giovane dell'intera famiglia più prestigiosa della Corea del Sud, tutti i riflettori fossero puntati su di lui.

Il suo aspetto etereo, il suo lavoro strano, uniti al carattere particolare che il moro possedeva rappresentavano le sue caratteristiche distintive: affascinante, brillante ma fottutamente spaventoso.

I suoi occhi erano in grado di sottomettere chiunque con il loro solito colorito marrone, ma quando diventavano rossi come rubini tutto cambiava: persino il più forte e testardo degl'Alpha si sarebbe inginocchiato in segno di rispetto davanti al suo sguardo dannatamente freddo e scuro.

Profondamente scuro.

Rappresentavano la sua parte animale, quella che veniva a galla solamente quando le emozioni prendevano il sopravvento su di lui.

Fortunatamente per il genere umano, solitamente l'Alpha sapeva controllarsi alla perfezione, ma questo non gli impediva di certo di essere visto lo stesso come un uomo da temere.

Così tanto rispettato da tutti, chissà che cosa avrebbe pensato l'intera Corea se solo avesse saputo della relazione segreta che intratteneva con Park Jimin, modello rinomato dal volto piuttosto conosciuto nel loro ambiente.

Il problema non era la sua sessualità, non gli interessavano le voci che la gente avrebbe messo in giro se avessero saputo che usciva con un uomo, andava fiero del suo essere bisessuale, e nemmeno il fatto che Jimin fosse beta: lui era Kim Taehyung, poteva andare a letto con chiunque gli pareva senza scandalizzare nessuno, ma c'era qualcos'altro che avrebbe potuto farlo.

Qualcosa che se il biondino si fosse lasciato scappare avrebbe potuto rovinare l'intera reputazione del CEO in un battito di ciglia.

E Yoongi glielo ripeteva in continuazione, che era rischioso, che Jimin non gli andava troppo a genio: ma d'altronde cos'altro avrebbe potuto fare? In qualche modo doveva pur soddisfare le sue irrefrenabili voglie sessuali; e inoltre il biondino erano anni che manteneva il segreto non chiedendo nulla in cambio, né sentimenti né altro, se non la sua riconferma ogni stagione a volto di punta della V Corporation.

Ma Taehyung lo considerava equo: sapeva fare bene il suo lavoro dopotutto.

Ancora però Yoongi era scettico.

Gli sembrava tutto troppo perfetto per essere una situazione che ormai andava avanti già da tempo, e di fatti forse l'alpha, nonché amico più stretto del moro, ci aveva visto lungo perché mai in vita sua si sarebbe aspettato di ritrovarsi davanti alla propria porta Kim Taehyung completamente in lacrime, in preda ai singhiozzi più violenti con un'espressione distrutta dipinta in volto.

Era già pronto a spaccare la faccia di chiunque l'avesse ridotto in quel modo, dopo un primo stato di shock per le condizioni completamente fuori dal comune del minore, ma quando proprio quest'ultimo gli si gettò tra le braccia in una vana ricerca di consolazione, la preoccupazione di Yoongi crebbe a dismisura e preferì per il momento concentrarsi sull'amico.

Kim Taehyung non era tipo da abbracci. Non era tipo proprio da nessuna dimostrazione di affetto se vogliamo essere sinceri.

Doveva essere per forza accaduto qualcosa di veramente grave.

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