"Tesoro" Una voce calda pervase le orecchie di James "Vedo che hai portato la fidanzatina". Euphemia Potter troneggiava dalla cima della scalinata sui due. Lentamente scese i gradini fino ad avvicinarsi al figlio e gli diede un colpo deciso dietro al collo, prendendo poi con un enorme sorriso la mano della ragazza.
"Euphemia, il piacere è tutto mio" disse poi, squadrando la poveretta come avesse i raggi X negli occhi. "Spero che mio figlio non ti abbia infastidito troppo Laura". La ragazza ebbe per un secondo uno sguardo impaurito, ma vedendo la tranquillità negli occhi di James si lasciò andare in un imbarazzatissimo sorriso di circostanza.
"Mi fa molto piacere che mio figlio abbia trovato l'amore. Tuttavia, non riesco a togliermi dalla testa la sua bacheca tutta cuori di Lily Evans" fece poi la donna incamminandosi per la cucina e facendo segno ai due di seguirla.
"Mamma" la richiamò il figlio alquanto imbarazzato e a disagio per l'atmosfera che in pochi secondi sua madre era riuscita a creare.
"Cosa c'è, tesoro? Sei sempre talmente vergognoso del tuo passato. Penso che la tua ragazza voglia sapere"
"Infatti sapeva" rimarcò con la voce che sfiorava gli ultrasuoni.
"Laura, sapevi?" chiese Euphemia.
"No, veramente James non mi ha mai detto niente" disse la ragazza lanciando un'occhiataccia al malcapitato, ma subito il suo sguardo si addolcì "Ma ci dev'essere stata una buona ragione"
Talmente innamorata quanto ingenua, pensò Euphemia nella sua mente, mentre guardava il figlio.
***
"Lily" un urlo si levò nel silenzio della casa "Crisi isterica in arrivo". Un urlo alquanto preoccupante. La ragazza chiamata si scaraventò come un missile fuori dalla stanza dove stava leggendo "Guerra e Pace" per la sedicesima volta senza capirci un fico secco per andare da Ellie e Marlene, piegate su Alice, in preda ad un attacco isterico dei suoi.
"Dov'è Frank quando serve?" le sussurrò Ellie in preda al panico. Nonostante si conoscessero da sempre, non avevano ancora trovato una tecnica fissa per calmare Alice dalle sue crisi improvvise. "Non c'è mai quando serve, cazzo".
La stanza era un ammasso di cose. I vestiti erano rivoltati sulle sedie e stavano in piedi senza seguire le leggi della forza di gravità. I libri di psicologia che Alice leggeva per lavoro, di solito sempre posti accuratamente sugli scaffali erano buttati sul pavimento con le copertine mischiate. Le penne glitterate erano sparse e formavano quasi un arcobaleno.
"Godric, sembra peggio del previsto" disse Lily una volta fatto il punto della situazione.
"Chiamatemi quel coglione di Sirius" gridò Alice ad un certo punto. Ancora Sirius, come se la volta precedente non avesse fatto abbastanza danni. E con danni, si intende materiali. Il vaso di rose di Marlene per terra e il servizio da caffè dei genitori di Lily in polvere sul pavimento.
"Vado io" fece presto a dire Ellie. Doveva essere veramente grave, se si offriva così d andare da lui dopo i loro trascorsi. C'erano state cene in cui la tensione era talmente palpabile che entrambi erano a un millimetro dal spaccare la casa per litigare, perlomeno Ellie.
***
"Questo fottuto camino" si disse Ellie una volta arrivata a casa del predestinato. Si sistemò il vestito e, prima ancora di poter muoversi, sentì dei rumori provenienti dalla camera da letto. La scia di vestiti era evocativa, neanche con la nuova ragazza aveva perso tempo.
Serrando gli occhi, Ellie si diresse a memoria verso la camera e senza troppe cerimonie urlò al diretto interessato di muoversi, che Alice la crisi isterica ce l'aveva di nuove. E inaudito, Sirius, girandosi e vedendo di chi si trattava arrossì. Lei invece rimase impassibile. "Cinque minuti" gridò.
***
Quando ritornarono da Alice la condizione era peggiorata. Era stesa disperata sul letto e i capelli le si erano appiccicati al viso.
"Stronzo" urlò non appena Sirius entrò "Mi avevi assicurato che Clarissa non sarebbe morta, alla fine" tirò su col naso "Me lo avevi promesso" si asciugò gli occhi e poi puntellò il suo sguardo micidiale in quello del ragazzo, che stava sghignazzando in modo imprudente.
Era tutto successo per quello. Per uno stupido libro che lui aveva già letto e che lei, una volta finito, ci aveva trovato dentro la delusione. Un libro di psicologia dell'uomo dai ventuno ai ventiquattro anni e mezzo si piantò in faccia a Sirius, che si vide arrivare addosso la faccia di un certo Heinrich Folsky alla velocità della luce. Quando poi il libro cadde, Alice notò con una certa delusione che il visino angelico di lui era ancora perfettamente intatto. Allora non le restò altro che fargli la linguaccia, avvicinarsi a lui e sputargli sulla maglietta. Quello lanciò uno strilletto e si allontanò drasticamente dalla ragazza che lo guardava con occhi infuocati smaterializzandosi.
"Eddai, Alice, pensavamo fosse grave"
"Era grave, idiota di una Lily" disse lei mangiandosi le unghie "Comunque al matrimonio ti ho messo vicino a James e alla sua ragazza, Laura"
"Cosa?" fece l'altra con una voce strozzata.
"Sai, è bene che impari a gestire la tue emozioni e i tuoi sentimenti. Prendila come una prova di autocontrollo: se la passi, ti do una fetta in più di torta. Ah, e sono totalmente convinta che a lui non darà per niente fastidio. Pensa solo di essersi dimenticato di te."
"Porco Godric, Alice, io a lui non sono mai piaciuta, forse un minimo all'ultimo anno, ma occasionalmente"
"Sì, e io sono la regina Elisabetta" si intromise Marlene "Era cotto e lo è almeno quanto te, se non di più. Ma hai visto come si impappetta quando ti parla"
"Ma se non ci vediamo da tre anni! Merlino" urlò sempre lei "Ho bisogno di un Firewhisky, altrimenti al matrimonio viva non ci arrivo"
"A chi lo dici, amica" le fece eco Alice, alzandosi e prendendo una bottiglia mezza vuota di alcolico e quattro bicchierini. Li passò ognuno ad una di loro e poi li riempi fino all'orlo. E mentre brindavano felici e stanche, la faccia di Folsky le fissava dalla copertina del libro sul pavimento. Almeno finché Marlene non lo lanciò fuori dalla finestra dopo un eccesso di alcool. Eppure quel tipo aveva ragione affermando: "E care ragazze, accettate, perché un uomo in questa fascia dell'età a volte potrebbe imbarazzarsi per un nonnulla o dire bugie per lui irrilevanti, ma per gli altri importanti".
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Tutte lo lasciano - Jily
FanficSOSPESA Nella sua vita, James era sempre stato lasciato. Nessuna delle ragazze che erano state con lui, sempre per un breve periodo, era riuscita ad accettare i suoi difetti. Nonostante i consigli dei suoi amici, in particolare di Sirius, James fini...