Chapter 12 - Let You Go

1.3K 77 18
                                    

Tre uomini. O forse quattro, persi il conto, fecero sesso con me quella sera e io non opposi resistenza.

Quando rientrai in stanza, erano forse le quattro di notte e mi affrettai a togliermi quei vestiti da dosso con la speranza che con loro potesse andarsene anche lo sporco che mi sentivo addosso.

Entrai in bagno e appena accesi la luce, notai dei segni rossi sul collo e sui fianchi. Erano forma di dita e speravo così tanto che il giorno dopo mi sarei svegliato senza averne più traccia.

Sospirai pesantemente e nonostante l'ora decisi di farmi una doccia, aprii l'acqua ed entrai solo dopo essermi tolto i boxer e nel momento in cui sentii il getto d'acqua colpirmi il viso chiusi gli occhi per bearmi di quel momento di relax.

Forse li tenni chiusi un po' troppo tempo perché non mi resi conto della porta del bagno che si aprì lentamente. Decisi aprirli solo quando sentii l'anta della doccia spalancarsi e fu il momento in cui vidi il corpo già nudo di Draco venire verso di me sotto il getto. Chiuse l'anta e mi posizionò le mani sui fianchi delicatamente, passò il pollice sui segni rossi appena li vide ma non disse nulla come non dissi nulla nemmeno io.

Avrei voluto farmi una doccia in tranquillità, scrollarmi di dosso tutte quelle mani, quei tocchi e invece lui ora era lì, sotto il getto con me con l'intenzione di scoparmi lì sotto e non lasciarmi nemmeno quel momento per me.

«Ti fanno male?» mi chiese solamente facendo riferimento a quei segni e io scossi la testa non dicendo una sola parola «Li hai anche sul collo» constatò spostandomi il viso da un lato per guardarli meglio.

«Non mi fanno male, va bene così» dissi con un filo di voce ancora stretto nella sua presa.

«Hai fatto tardi» mi disse poi lasciandomi il viso.

«Ho iniziato tardi» risposi semplicemente tenendo lo sguardo su di lui che lentamente si avvicinò per spostarmi una ciocca di capelli corvini da davanti il viso.

Io non dissi nulla, semplicemente lo lasciai fare pensando fosse la soluzione migliore. E poi mi stufai.

Sbuffai e mi tolsi dal suo corpo, uscii dalla doccia spalancando l'anta e afferrando i boxer puliti infilandomeli. Andai in camera infilandomi anche un paio di pantaloni della tuta e fu in quel momento che lui irruppe nella camera con già un paio di pantaloni addosso.

«Ma che ti prende?» mi chiese.

«No a te che ti prende» sbottai infilandomi una felpa «Mi insulti, mi isoli da chiunque, torni a farmi scopare dal primo che passa e poi vieni qui iniziando a chiedermi cose che nemmeno dovrebbero interessarti!» aprii la porta iniziando a scendere le scale del club per dirigermi verso l'uscita.

«Dove cazzo vai?!» mi chiese mentre mi seguiva fuori dalla stanza riuscendo ad infilarsi una maglia nel tragitto per non destare sospetti.

Il club era deserto a quell'ora, ero la persona che aveva finito più tardi e in quel silenzio si sentivano solamente le nostre voci che stavamo cercando di tenere più basse possibili per non far svegliare nessuno.

Aprii la porta e notai che fuori era scoppiato un temporale, l'acqua scendeva fitta e non riusciva a vedere nemmeno l'altro lato della strada a causa anche della nebbia.

Ugualmente decisi di uscire appena la pioggia iniziò a bagnarmi gli indumenti, lui mi raggiunse bagnandosi anche lui i vestiti che indossava.

«Dove credi di andare? Diluvia» alzò la voce per farsi sentire; il ticchettio della pioggia sull'asfalto era forte e insistente tanto da far giungere ovattato qualsiasi suono.

«Lasciami andare, ti prego» lo supplicai «Mi stai uccidendo» una lacrima che mi scese si mischiò con la pioggia.

«Non posso» mi rispose «E non voglio»

Sex Brothel - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora