- Sai, in realtà non ho tanta fame. - sussurrò incerta Pansy, al suo fianco, quando, dopo aver svoltato l'ultimo angolo, si imbatterono nella miriade di studenti che entrava nella Sala Grande per pranzo.
Né Hermione né Pansy stravedevano all'idea di stare in mezzo a tutta quella gente, perché erano entrambe ancora un po' scosse. Hermione per colpa di Draco, Pansy a causa di Dylan.
Ma non potevano nascondersi e basta, ed Hermione, facendo appello all'ultimo briciolo di coraggio e di forza rimastole, afferrò saldamente la mano di Pansy. - Puoi farcela, Pansy. Ci sono io.
Era incredibile il rapporto che si era creato tra le due in quell'arco di tempo così breve. Entrambe avevano bisogno di una spalla alla quale reggersi, e si erano subito trovate.
Hermione era a pezzi.
Sorrideva, cercava di dare la sua forza e la sua energia a Pansy, ma ormai si stava prosciugando sempre di più. Durante le tre settimane in ospedale, che le erano sembrate molte di più, aveva perso all'incirca sette chili. La sua schedina alimentare era quindi completamente sballata, e alle cause si era aggiunta la morte di Arthur, che le aveva chiuso lo stomaco.
Dopo il litigio con Draco sentiva di continuo una morsa gelata che le attanagliava lo stomaco e il petto. Il ragazzo era stato un'ancora alla quale aggrapparsi nel periodo precedente, e ora che, all'improvviso, non c'era più proprio nel momento in cui Hermione ne aveva più bisogno, lei si sentiva annegare.
Pansy le strinse indietro la mano, prendendo un grosso respiro. - Mangiamo al tuo tavolo, okay? - disse dopo qualche secondo di silenzio, durante i quali aveva scrutato lentamente la folla di ragazzi.
Hermione annuì. Le sembrò una buona idea, dato che, a quanto aveva detto Theodore, lui e Draco stavano parlando al tavolo dei Serpeverde. Di nuovo, un'ondata di brividi gelidi la percorse da capo a piedi al pensiero del biondo.
Era dura, dopo essere stati insieme per così poco, ritrovarsi subito di fronte a un litigio così pesante.
Hermione chiuse gli occhi, scacciando quei pensieri nocivi, e guardò Pansy con decisione, forzando un sorriso, con chissà quali energie. - Andiamo.
Fianco a fianco entrarono nella grande sala, e subito Pansy fece scorrere li sguardo al tavolo dei professori. La McGonagall incrociò subito il suo sguardo, come se le stesse aspettando, e si raddrizzò sulla sedia.
Quella donna sapeva.
Pansy non aveva idea del come, ma lei sapeva, aveva capito. Immaginò che, quel pomeriggio, sarebbe dovuta andare da lei, nel suo ufficio, per parlare a quattr'occhi. Dopo averle comunicato solidarietà con lo sguardo, la McGonagall distolse gli occhi dai suoi, e continuò a discutere placidamente con la Professoressa Sprout.
Hermione, invece, non appena mise piede nella Sala Grande dovette quasi irrigidire il collo per impedirsi di girarsi verso il tavolo di Serpeverde, a controllare se Draco c'era.
Ma ovvio che c'è, si disse nella mente. C'è, e sta bene, non come te. Lui sta bene, non si preoccupa, è tranquillo, come suo solito.
Sentì Pansy darle una spintarella gentile sulla schiena, tra le scapole, e si rese conto solo in quel momento di essersi fermata, con lo sguardo incollato di fronte a sé, in un punto indefinito. Si riscosse, sorrise in modo tirato a Pansy e si avviarono al tavolo rosso-oro.
Quando Hermione incrociò lo sguardo di Cormac, sussultò. Si era completamente dimenticata di loro, dei suoi amici, e di sicuro l'avrebbero tempestata di domande. Non sapevano di Sprouse, ma Hermione non aveva particolarmente voglia di intavolare grandi conversazioni con nessuno.
- Hermione! Sei tornata! - esclamò Cormac, alzandosi e venendole incontro. Hermione stirò le labbra in un sorriso e venne subito sofficata dalle braccia del ragazzo, che la strinsero affettuosamente. - Mi sei mancata tantissimo, sono così felice che tu sia qui, e che tu stia bene ora.
Hermione si rilassò un po' tra le sue braccia, stendendo i muscoli. - Anche tu mi sei mancato. Dove sono i ragazzi? - chiese poi, riferendosi a Dean, Neville e Seamus, che stranamente non erano seduti al tavolo a mangiare.
Cormac si staccò e fece un gesto vago con la mano. - Neville sta dando loro ripetizioni di Erbologia. Sai, per i M.A.G.O. Sono entrambi piuttosto scarsi in quella materia.
Hermione, per la prima volta da quasi un mese, rise.
Finalmente sentì un po' di calore scaldarle il petto, e le gambe, il collo, le mani e le braccia. Da quanto non si sentiva così? Quanto poco le era rimasto, dopo tutti gli avvenimenti negativi che erano appena successi? Quasi niente.
Si sentì di nuovo bene, a casa, tra i suoi amici.
- Ho saputo di Ginny, di suo padre. Mi dispiace molto, se che anche tu ci eri affezionata. - disse Cormac abbassando un po' la voce. Le mise una mano sulla spalla e la strinse, dedicandole uno sguardo affettuoso e comprensivo.
Hermione deglutì e si costrinse a farsi uscire dalle labbra un "grazie". Più che dirlo, lo soffiò, senza voce, coi polmoni improvvisamente in fiamme.
Pansy si schiarì la voce, a disagio, ed Hermione si ricordò di dover dare piccole spiegazioni a Cormac. - Pansy oggi mangerà con noi, diciamo che... siamo diventate amiche. - disse brevemente al ragazzo. Era una motivazione espressa in modo abbastanza patetico, ma tutto quello che Hermione voleva fare era sedersi e mangiare.
Cormac guardò stranito Pansy, poi Hermione, e infine scrollò le spalle e sorrise dolcemente. - Buon pranzo, ragazze. Io vado dalla mia ragazza. Ci si vede per cena! - disse e le superò.
Hermione sorrise a Pansy e si accomodarono. Pansy subito si gettò sul cibo, avida e affamata, ma Hermione non poté più resistere, e alzò lo sguardo al tavolo dei Serpeverde.
Deglutì.
Draco era seduto tra i suoi amici, sporto in avanti, con i gomiti appoggiati al tavolo. La mascella serrata, gli occhi affilati che guardavano accaniti la figura di Cormac lasciare la Sala. Era tanto bello quanto mal celatamente arrabbiato.
Di fianco a lui, Theodore gli stava animatamente parlando, un po' rosso in viso, ma Hermione, non sapendo leggere il labiale, non capì le parole. Sapeva di cosa stavano parlando, ma il fatto che Draco sembrava non ascoltare nemmeno Nott le diede i nervi.
Poi, d'improvviso, Draco saettò gli occhi verso di lei, ed Hermione si sentì inchiodare al posto, irrigidendosi tutta. Una rabbia funesta le montò dentro, fissando quei bellissimi occhi di ghiaccio, che tanto l'amavano quanto la facevano soffrire.
Serrò i denti, assottigliò lo sguardo e rizzò la schiena, per poi girarsi con decisione dall'altra parte.
Era arrabbiata. Furibonda. Incazzata.
Ma forse avrebbero potuto chiarire, e amarsi come prima...
Un solo sguardo al volto di Pansy, pallido e segnato da profondissime occhiaie violacee, con le guance arrossate dal continuo sfregate delle lacrime, le fece cambiare istantaneamente idea.
No. Non sarebbe riuscita a perdonarlo.
Forse, com'era cominciata, era anche già finita.
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Ciao! Scusate, è un po' corto e l'ho scritto velocemente, ma non ho molto tempo. Prometto che aggiornerò al più presto con un nuovo capitolo.- yle
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Slytherin's
Fanfiction"Le piaceva vedere il potere che aveva su di lui. Aveva la capacità di fargli toccare il cielo e di distruggerlo senza muovere un dito." ___________________________ Riconoscimenti raggiunti nel tempo: 🥇#1 nella categoria #jkrowling 🥇#1 nella categ...