Tinder - PYRO

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Con grande fatica e con enormi sospiri racconto il sogno a Cesare.
Si trattiene, fa finta di niente, ma lo conosco, vorrebbe battere i pugni, saltellare e rotolarsi sul divano.
E' paonazzo e si morde le labbra. Il suo mordersi le labbra differisce sicuramente da quello che vorrei io.
Sospiro irritato: "Dai Ceso, ridi. So che muori dalla voglia. Non mi arrabb... " Neanche il tempo di finire la frase, che è già lì che saltella e fa tutte le sue acrobazie mentre ride e piange.
Si ricompone o almeno così mi sembra, mi sento gli occhi così gonfi e stanchi.
"Adesso..." Copre la faccia con una mano.
"Un momento eh!" Dalla sua bocca esce una pernacchia.
Deglutisce: "Capita di fare sogni pop porno, sai quanti?! Sei influenzato dal sogno, cerchi riparo per compensare la tua solitudine. Ma vieni qui bel giovanotto!"
Si avvicina di nuovo, lo scanso bruscamente. Credo sia meglio evitare qualunque tipo di contatto.
Taglio corto: "Hai ragione tu. Vado a letto, è stata una giornata movimentata!"
Si alza: "Posso venire con te?"
"Ma col cazzo!"
"Anche!" Alza il sopracciglio.
Giro i tacchi su me stesso, scocciato e imbarazzato.
"Dai Nelsi, daaai, daaai, daaaiii. Faccio il bravo, giuroo!"

È che ti conviene fare il bravo, qui la situazione è grave.

"No Cesare, è meglio di no."
"Ma scusa, se tanto a me non fa né caldo né freddo, non può capitare niente no? E poi daiii, ma ci vedi? Saremmo la coppia più scoppiata della storia!"

Profonde e taglienti lame aprono il mio ventre, sono l'unica cosa che riesco a sentire.

"Va bene. Ma niente cucchiaio."
"Ma è da quando siamo sbarbi che..."
"No! Sennò te ne torni sul divano."
Sbuffa.

Provo una sensazione strana: il mio corpo è completamente cementificato al bordo del letto, tanto che una gamba penzola nel vuoto. Sono molto lontano da Cesare, eppure sento il calore che emana, lo percepisco a tal punto che mi sento sudare.
Anche se non gli ho permesso di attaccarsi, mi sento protetto.
Forse ha davvero ragione lui. Forse sono solo stato soggiogato dal sogno e dalla situazione. Eppure il mio battito, mi dice altro.
"Nelsi, dormi?" Un bisbiglio nel buio pesto.
"No, tu?" Sorrido per la domanda idiota.
"Se ti sto parlando...comunque domani fatti un giretto su Tinder, così per svago. Secondo me è la miglior medicina del ventunesimo secolo!"
Adesso anche i consigli non richiesti: "Ok, domani dò un occhio. Buonanotte."
"Buonanotte."

"Nelsi..."
"Cesare cosa diavolo c'è? Ho sonno!"
"No, niente. Non mi ricordo più. Buona notte!"
"Notte."

Apro gli occhi abbagliato dalla luce che entra dalla finestra.
È lunedì e si va in studio.
Ho proprio voglia di uscire di casa e stare lontano da Ces...lontano un paio di maroni, saremo attaccati fronte camera.

Per tutto il tempo della registrazione non ho fatto altro che tirargli occhiate. Mi è indispensabile perdermi minuti interi, lasciar andare il nesso della conversazione.
Mi sento in piena tempesta ormonale, come quando ero adolescente.
Riconosco che sia una bella botta. Insomma da adulti, anche se personalmente non mi considero tale, le cose sono realmente amplificate, ti scontri con la vita vera e spesso brucia; da piccoli, anche se sembra tutto grande e insormontabile, ti scotti, ma in fin dei conti dura poco.

Dannazione a me e ai miei "innamoramenti" facili...

Finite le riprese c'è chi pulisce, chi sonnecchia, chi edita; io me ne sto seduto alla mia postazione a smanettare con il telefono.
Tinder è un app che non uso da tanto. Da prima di lei. Non so perché sto scrollando e votando a caso, forse devo solo seguire il consiglio del moro e lasciarmi andare a momenti spensierati.
Un match. Apri. Beh carina, bel nasino. Ok. Stasera niente serata nerd.

Ci diamo appuntamento alle ventuno a casa sua.
Veloce, pulito, chirurgico. Non mi serve altro.
Mi fermerò a comprare un maglioncino prima di tornare a casa.
Cazzo! Devo vloggare. Non ho girato niente questo weekend. E come avrei potuto? L'ultima cosa che vorrei puntata in faccia adesso è ancora la lucina rossa, l'idea mi nausea.
"Nels, stasera filmettino, pizzettina e ti devasto a fifa?" Tone mi si piazza davanti al pc.
Gongolo un po': "Non posso. Ho un appuntamento, non galante." 
"Regaaa! Nelson si vede con unaa!" Ed ecco che tutti si avvicinano come avvoltoi, pettegoli affamati dei fatti miei.
Cesare facendo per acchiapparmi tra le gambe: "Eh bravo pisellino!" 
Mi spingo indietro con entrambe le braccia verso il muro: "Ma che cazzo fai? Toglimi le mani di dosso!" Il cuore batte a mille, sento la gola seccarsi. Deglutisco a fatica mentre lo guardo, ho esagerato e ci è rimasto male, ma sono affari suoi: "Grazie. Stasera esco con una. Fine della storia. Nessuna grande avventura alla scoperta delle meraviglie della terra!"
"Dai Nels, fa vedere chi è!" Tone cerca di sbirciare sul cellulare. Giro lo schermo del telefono scatenando l'assordante approvazione dei ragazzi, il moro è sparito.

"A domani regaz!"
Frank Interviene: "Bambini, ricordate che domani giriamo il salotto, vediamo di non impiegarci tutto il giorno che ho da fare!"
"Tonno e Nic domani prima di venire in studio dovete fermarvi a fare la spesa. Ecco la lista. A domani!" Dario se ne va.
In pochi minuti sono in macchina, butto lo zainetto sul sedile del passeggero e accendendo l'auto per farla scaldare, ringrazio il cielo di non aver accettato il passaggio del Cesu stamattina, o adesso saremmo in una situazione di tremendo disagio.
È stata una giornata pesante. Ho solo voglia di buttarmi nel letto. Non mi interessa nemmeno comprare il maglioncino. Doccia, kebab e poi Alice. Si prospetta una bella serata. Che giubilo.

Sento bussare al vetro. Una bussata possente. Alzo la testa e vedo un Cesi paonazzo con le vene sul collo che stanno per esplodere, è fuori di sé. Abbasso il finestrino con aria indifferente: "Si?"
"Ma si può sapere cosa cazzo ti prende? Mi hai trattato una merda. Se hai un problema, non te la prendere con me!"
"Vaffanculo Cesare!" Riesco a dire mentre ingrano la marcia e sgommo via.
Le lacrime mi offuscano la vista. Stropicciandomi gli occhi, perdo gli occhiali.
A tentoni li cerco e li reinforco. Prima di fare un incidente, mi parcheggio in un posto a caso.
La testa mi esplode.

Se hai un problema? Il mio problema sei tu razza di cretino. Non faccio che peggiorare la situazione con il mio comportamento, ma è più forte di me. Non ce la faccio.

Dopo quasi un'ora arrivo a casa e mi butto a pesce sul divano.
Chissà che sta facendo, chissà se mi odia, chissà se ho rovinato tutto.
Ho mille pare in testa e nessuna mi porta a stare meglio.
Accendo il display del cellulare: 19:30.
Ordino un kebab e mi chiudo in bagno: per prima cosa via la barba.
Prendo le forbici e zac zac zac, via tutto.
Accendo il rasoio elettrico e inizio a percorrere il viso senza una particolare precisione, è solo per accorciare, poi passerò a schiuma e lametta. Me ne sto già pentendo e come ogni dannata volta, sembrerò un dodicenne.
Eccomi di fronte allo specchio: c'è un bambino che mi guarda, un bimbo impaurito dal mondo e dalla vita.
Doccia e sono pronto.

Dlin dlon dlon dlin. Il kebab, finalmente.
Mi siedo davanti al pc e scarto il mostro dal suo involucro...ahhh si! Bello zozzo come piace a me, grondante di salsa allo yogurt al punto giusto. Cremoso e avvolgente.
Apro Netflix e riprendo l'episodio dell'anime da dove lo avevo lasciato giorni fa.
Puntualmente qualcosa cade, fortuna che ho l'accappatoio. Finisco e chiudo gli occhi rilassandomi per un tempo indefinito.
Quando riapro gli occhi sono le 20:45, sono in ritardo e devo ancora vestirmi. Invio un messaggio ad Alice, ho più voglia di paccarla che di farci altro.
- Tranquillo, ti aspetto. Ho già messo il vino in fresco! - Bene, bere scioglierà il ghiaccio.
Sarei anche già pronto così per il tipo di serata che mi aspetta: accappatoio e via. Ma no, la società mi deve scassare i maroni e verrebbe considerato un atto osceno in luogo pubblico. Che poi, non è che me ne andrei per le strade ad aprire la vestaglia. Vabbè, mi preparo che è meglio.

Indosso una camicia a fiori, degli skinny neri e infilo calzini e scarpe. Il cellulare pullula di notifiche che ignoro. Lo metto in tasca e prendo le chiavi. Un respiro profondo ed entro in ascensore.
Non ci vuole molto per arrivare, ma al volante sono svogliato.
Dopo venti minuti arrivo. Avrei dovuto portare qualcosa? Cosa si porta ad un appuntamento che non prevederà un seguito? Lascio correre i pensieri da "Cortesie per gli ospiti" che non mi rappresentano per niente. Avrei potuto mettere una scatola di preservativi in un sacco della spazzatura, sarebbe stato carino.
Citofono.

Tratto dal canale insta di Nels

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Tratto dal canale insta di Nels. aboutnels

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