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26/09/2021

Cara Ginny,
inizio a temere una quotidianità in queste lettere. Ho voglia di scriverti ogni giorno, anche senza ricevere risposta, ma ho bisogno di parlarti, di sentirti ancora vicina.
Orami tutte le mie lettere inizieranno con il solito "mi manchi", un po' banale come inizio, lo so ma non ci sono altre parole per esprimere quello che provo.
La mia mente ti pensa in modo costante ed io provo dolore al pensiero di averti fatto soffrire.
Mi manchi, ma in qualche modo tu sapevi di non essere l'unica per me e io non sono mai riuscito a dirtelo. Non ci sono mai riuscito perchè non posso negare ci sia stato qualcosa che mi calamitava verso di te: un amore, ma come ci siamo detti più e più volte, al momento sbagliato.
Sai una parte di me avrebbe voluto che tu restassi nonostante la nostra rottura, già, perchè mi avrebbe fatto bene averti qui con me; ma sono consapevole che dopo tutto quello che c'è stato tra di noi, restare amici non sarebbe bastato. Sarei finito per ignorarti, perchè avrei dovuto lottare ogni giorno con il desiderio di correre da te, di stringerti tra le mie braccia come d'abitudine; ma infondo è quello che sto facendo anche ora.
Per qualche strano motivo non riesco a farti uscire dalla mia testa.
Nella mia mente non c'è più spazio per altro, nemmeno per quell'orribile grillo parlante che mi faceva venire il mal di testa.
La sera mi sdraio a letto, al fianco di Federica, e se in un primo momento penso a quanto io sia fortunato ad averla sposata, il secondo dopo mi ritrovo a chiedermi: "chissà cosa sta facendo Ginevra dall'altra parte del mondo".
Mentre faccio gli allenamenti e bevo dalla mia borraccia bagnata di sudore, ripenso alle ultime cose che ci siamo detti prima di salutarci per sempre.
E' difficile ammetterlo ancora adesso, ma la tua mancanza si sente.
Nei primi giorni è stata una lotta continua con Federica. Nascondevo la mia sofferenza con il nervosismo ed ero arrivato al punto di non poter giocare nemmeno più con Rebecca e Lavinia. La mia pazienza era diventata un limite sottilissimo, bastava un attimo per superarlo, e non posso dire che abbia del tutto risolto questo problema.
Certo, ci sto ancora male, è troppo presto per guarire una ferita come questa e non oso immaginare come devi stare tu dopo tutto quello che ti ho fatto, ma sto provando a rialzarmi.
Mi sarei dovuto mettere prima nei tuoi panni, quando è iniziato tutto. Probabilmente questo mi avrebbe fatto aprire gli occhi e avrei capito quanto male ti stessi facendo con tutte quelle promesse non mantenute.
La tua chat è l'unica archiviata sul mio telefono. La riapro spesso per mettermi a leggere quelle nostre conversazioni ignorati dell'ultimo nostro saluto. Quelle parole, in quella chat, non sanno niente di quanto è accaduto a quella festa e nemmeno di quello che mi passava per la testa da giorni. Tutti i miei dubbi, le mie paure, erano una cosa solo mia, i nostri messaggi ne erano all'oscuro.
E' questo il motivo per cui mi piace rileggerli, perchè sono così spontanei, veri e senza l'ombra della realtà a ricordarmi che non potevo, che non posso, amarti.
Delle volte mi sembra di vederti scrivere, poi sbatto le ciglia e mi accorgo che era tutto frutto della mia immaginazione.
La realtà è dura, fa male, specialmente dopo il sogno che abbiamo vissuto insieme. Adesso credo quasi di comprendere le parole di tua madre. Sognare è bello, ma quando i sogni vengono infranti non c'è più luce. A quanto pare io e te siamo destinati a vivere in questa oscurità, abbiamo sperato di farlo insieme e invece ci è stato negato anche questo. Allora mi auguro che tu possa trovare la tua luce lì in America e nel frattempo io cercherò di farmene una ragione mentre assaporo il ricordo di te.

Ancora tuo,
Nico.

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Spazio autrice

Buonasera!

Sono consapevole che questa lettera non sia la migliore fino ad ora, avrei potuto fare molto di meglio e invece è tutto confusionario.
Cercherò di spiegarvi perchè.
Nel capitolo precedente vi ho detto quanto sia stato "semplice" e "difficile" allo stesso tempo scrivere quelle parole, perchè in qualche modo c'ero io dentro dato che sto vivendo una situazione simile a quella di Ginevra.
Ho iniziato a scrivere questo capitolo con il presupposto di rispondermi a quella lettera cercando di entrare nella testa del "mio lui". Il risultato? Ci ho provato, ma non ci sono riuscita. Mi chiedo come sia possibile riuscire ad immedesimarmi in Nicolò Barella, un ragazzo che non conosco affatto, piuttosto che in una persona che conosco così bene. Quindi in questa lettera trovate tre diverse persone, forse in una situazione abbastanza uguale: me, Nicolò e lui
Lo stato confusionario però non è dato solo da questo. La scuola è iniziata da qualche settimana ormai e lunedì ho una prima interrogazione, senza contare le varie prove comuni che abbiamo già iniziato a fare. La mia mente in questo periodo è quindi un vortice di stanchezza, di amore, di nostalgia, di ansia, di paure, di rimorsi di tutto e di più.
Spero di riuscire a farmi perdonare.

Un bacio. <3

Corrispondenza mancata ~ Ginny e Nicolò Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora