Quando mi svegliai mi trovavo nel letto della mia camera dove mi venne riferito da Reinard che ero rimasta svenuta per cinque ore e quando mi ricordai del motivo del mio mancamento desiderai essere rimasta incosciente più a lungo. Avevo perso entrambi i miei genitori, ero orfana. Ero sola. Completamente.
Avrei voluto non dar retta ad Aldan e restare nel mio villaggio per passare con lei tutto il tempo che ci rimaneva. Ma che importanza avevano ormai i miei desideri. Nemmeno la speranza più forte può sconfiggere la morte, e questo l'avevo già imparato sei anni prima.
E ora? Cosa avrei fatto se avessi voluto sfogarmi con qualcuno o un semplice abbraccio? Da chi sarei tornata quando mi sentivo persa? Dove sarei andata nel momento bisogno? Da nessuna parte. Avevo perso mia madre, la mia casa. E il vuoto che sentivo dentro si faceva sempre più grande man mano che la consapevolezza entrava sempre più nella mia mente. Come una voragine infinita e oscura in cui sarei caduta non appena mi sarei resa conto di essere totalmente sola, al buio, senza una luce in grado di guidarmi nella giusta direzione.
I miei pensieri furono interrotti dal cigolio della porta da cui venne fuori una piccola testa dai capelli rossi
-Abey! Ti sei svegliata finalmente-
-Ciao Kal- Mi sforzai di sorridergli
-Sapevo che ti piacesse dormire, ma non così tanto da farlo in pieno pomeriggio. Anche a me piace dormire, ma preferisco farlo di notte sai-
-E fai bene Kal, oggi è stata solo un eccezione-
Il bambino non fece in tempo a rispondermi che entrò Aldan con uno sguardo preoccupato.
Disse a Kal di darci un momento e quando questo fu uscito si avvicinò a me
-Abey! Vi sentite meglio? Siete rimasta incosciente per un po'- Mi chiese sedendosi su un lato del letto
Non gli risposi, anzi, rimasi a guardarlo facendolo sentire evidentemente a disagio per l'intensità del mio sguardo. Decisi di porre fine al suo imbarazzo dopo una decina di secondi.
-Quando è successo?-
-Il giorno in cui mi è arrivata la vostra ultima lettera. Avrei voluto dirvelo subito ma mi sembrava più giusto farlo faccia a faccia e non su un foglio di carta-
Mi limitai ad annuire
-A quanto pare questo centro non era tanto specializzato come credevate- Gli dissi accennando un sorriso amaro
-Avevano già capito che non ce l'avrebbe fatta quando l'ho portata lì-
-E non pensavate di dirmelo invece di darmi speranza?!- Ribattei guardandolo con astio
-Perché un minimo di speranza ce l'avevo anche io Abey-
-Mi avete detto che sarebbe guarita!! Io mi sono fidata di voi!!- Dissi alzando la voce
-Abey, anche io ho perso una tra i miei più grandi amici-
-ERA MIA MADRE!!- Urlai con la voce rotta
Fu in quel momento che scoppiai e iniziai a piangere e singhiozzare.
-E se non fosse stato per voi avrei potuto passare più tempo con lei. Guardarla negli occhi nei suoi ultimi istanti. Esserci nel momento in cui-
Non riuscii a finire la frase per via dei singhiozzi che pervadevano il mio corpo. Sentivo lo sguardo di Aldan su di me prima di avvertire le sue braccia avvicinarsi e il calore del suo corpo a contatto col mio.
Rimasi a piangere a lungo, con il calore delle sue braccia che avvolgevano il mio corpo.
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Erano passati due giorni da quel momento. Malcom mi aveva chiesto di restare al castello e rimanere a vivere lì permanentemente. Avevo pensato di ritornare nella mia vecchia casa ma poi mi venne in mente il dolore che mi avrebbe sopraffatto ad essere circondata ogni mattina da cose che mi ricordassero mia madre, perciò accettai.
Anche Aldan aveva deciso di rimanere al castello. Credo per essere il mio badante, o come lo chiama lui "farmi compagnia in un momento difficile". Gli ultimi avvenimenti non fecero diminuire le mie passeggiate con Malcom. Anzi, mi sono servite molto a sfogarmi. Essendo che a Malcom non piace parlare di sé rende di lui un grande ascoltatore. Era sempre pronto ogni volta che gli chiedevo di farmi compagnia. Certo non volevo approfittarmi di lui e glielo feci presente più volte, ma mi rassicurò ogni volta dicendo che non doveva fare niente di importante.
Mi trovavo infatti in una di queste passeggiate con Malcom affianco e quel solito viale in mezzo agli alberi che ormai conoscevo a memoria.
Era da un po' che nessuno dei due parlava ma ciò non dava fastidio né a me né a lui. Eravamo piuttosto concentrati nei rumori attorno a noi. Dal fruscio delle foglie al rumore degli scoiattoli che si muovevano sugli alberi sopra di noi. Questo fino a quando la sua voce si fece spazio nel silenzio.
-Vi state trovando bene con Aldan in questi giorni?-
-Sono felice che si preoccupi per me, ma diciamo che a volte ho nostalgia del mio spazio vitale. Sareste disposto a cacciarlo se ve lo chiedessi?- Gli chiesi scherzando facendolo ridacchiare
-Potrei provarci, ma non vi prometto niente-
-Credo che dovrò abituarmici allora-
Rimanemmo ancora un po' in silenzio fino a quando non fu di nuovo lui a spezzarlo
-Se non sono inopportuno, potrei chiedervi quando sarà il funerale?-
-Sarà fra due giorni. Farò ritorno al villaggio per un paio di giorni e poi ritornerò qui-
Annuì non chiedendomi altro e continuammo a camminare fino a quando non sentimmo un ringhio dal cespuglio accanto a noi. Non feci in tempo a capire cos'era stato che venni spinta da Malcom dietro la sua schiena. Mi sporsi di lato e l'unica cosa che riuscii a vedere furono quattro lupi che ci stava circondando. Il terrore si fece spazio dentro di me ma prima che potessi urlare o provare a scappare mi resi conto che la schiena di Malcom era sparita dalla mia visuale. Al suo posto c'era una pelliccia scura che associai a quella dei lupi di fronte a me.
Il lupo si girò e mi guardò. Non riuscivo più a prestare attenzione a nient'altro. L'unica cosa che vedevo erano quegli occhi gialli che per notti intere avevano invaso i miei sogni.
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Amami tra le tenebre
FantasyAbey Starshine è una giovane ragazza del 1700 che per via della pessima salute della madre si trasferirsce in un luogo dove può sentirsi più protetta. In attesa della guarigione della madre, Abey si abituerà sempre di più alla sua nuova vita e ai nu...