Abbraccio - CANDY

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(Torniamo indietro di qualche ora e trascorriamo la serata con Cesi)

Cesare's POV

Chiudo la porta di casa e pulisco le zampine di Chewbe, è ancora un cucciolo anche se sembra un cagnone di dieci anni.
Mi guarda con i suoi occhioni nocciola e io mi ci perdo, come ogni volta: "L'amore che provo per te Chubino, non toccherà mai nessun umano."
Mi tira una slinguata in piena faccia: "Chewbee! Senza neanche invitarmi a cena?!" Scoppio a ridere da solo, il cane mi guarda perplesso dandomi sicuramente dell'idiota...
Gli stramuscio il muso e mi sdraio sul divano. Dopo questa passeggiata intensa, sono sfinito.

Scorro svogliatamente qualche post su Insta, ma stavolta il vortice del "tempo a perdere" dei social non riesce a risucchiarmi, chiudo l'app.
Ci sono un sacco di notifiche tra le cartelle che ho creato per mantenere in ordine la schermata principale del cellulare, ma me ne sbatto e accendo la tv alla ricerca di qualcosa di interessante, di travolgente, purtroppo nemmeno Netflix riesce a soddisfarmi oggi.
Mi sento inquieto, irrequieto, strano, ansioso. Mi tornano continuamente alla mente tutte le immagini di queste ultime ventiquatt'ore: Nelson e il suo sogno, il mio scherzo, la sua reazione folle e inspiegabile. Beh analizzando bene, è spiegabile, ma non fattibile.
E adesso che ne sarà di me e Nels? La nostra amicizia buttata così per un durello? No, io non ci sto. Non è corretto.

Metto sulla bistecchiera rovente due fette di petto di pollo e qualche zucchina tagliata sottile: ho una fame paurosa.
Condisco e impiatto. Anche il pollo oggi non sa di niente.
Altri flash: "C'entri tu imbecille" E lì per lì, la cosa non mi ha sconvolto più di tanto, è capitato a tutti noi di fare sogni sconci, ce lo siamo sempre raccontato con naturalezza, con il nostro solito essere coglioni. Questa volta è stato diverso, ho percepito un terrore misto a odio negli occhi di Nels; il suo sguardo da cucciolo ferito e gli occhi gonfi mi hanno spiazzato.

Metto i piatti in lavastoviglie e mi stappo una birretta. Ahhh, sì, bella fresca.
Dò una seconda possibilità a Netflix, alla fine punterò su un documentario, un qualche duello tra belve o la vita di animali carini e coccolosi.
Tutto quello che vorrei in questo momento è che le cose fossero più semplici: passi la vita a sognare di diventare adulto e poi in un attimo ti ritrovi a desiderare di guardare ancora i cartoni animati in mutande. Mi guardo dalla vita in giù, anche ora sono in mutande. Sorrido e mi accascio sul divano.

"Cesi, dormi?" La voce di mio fratello mi fa sussultare: "Oi Cla, mi sono appisolato, vado a letto. Notte!"
"Tutto ok?" Annuisco. Claudio mi conosce, soprattutto capisce quando qualcosa non va, quando cerco di svicolare da un possibile discorso, ma stasera mi lascia stare e si limita a rubarmi il posto sul divano, mentre richiamo un Chewbe dormiente e sbadigliante.

Mi lavo i denti e infilo una maglietta presa dal cassetto.
Un giorno vivrò da solo e non dovrò rendere conto a nessuno. Al momento i lavori di ristrutturazione della soffitta vanno a rilento, rischio di farci il pensionamento.
Mi tuffo a "pesce" sul letto avvolgendomi nel piumino che è ghiaccio puro. Lo sarai ancora per poco, bambino.

Non faccio in tempo a chiudere gli occhi che ho altri flash: io che cerco di scherzare e lui che mi tratta come se lo stessi molestando; la rabbia che mi sale fino in gola; il portellone dello studio che si chiude alle mie spalle; le mie nocche che sbattono ripetutamente contro il muro esterno.
Mi fa ancora male la mano, è arrossate e gonfia.
Mi giro dall'altra parte cercando una posizione migliore, ma tutto è vano.

Di "Vaffanculo Cesare!" Ne ho sentiti tanti, eppure quello era diverso: era iracondo, carico d'odio; la mia rabbia, che è sfumata in fretta, ha ceduto il passo alla paura.
Non è stato un litigio furioso, non è stato nulla in realtà. Solo un Nels che prende le cose sempre troppo sul serio.


Ma stavolta ho superato il limite?

In anni e anni di vita vissuta insieme, non lo avevo mai visto così.
Gli voglio un bene dell'anima e vorrei dirglielo. Vorrei dirgli che sono accanto a lui, in uno dei periodi che più di merda non ce n'è. E quindi? Ceso che aspetti?
Mi alzo dal letto, svegliando Chewbe: "No Chubino, fai la nanna, la pipí domani mattina." Si riappallottola, infastidito.

In pochi minuti sto sfrecciando con la moto verso l'appartamento del mio migliore amico.
Ogni semaforo stasera mi è contro, tutti rossi. Dannazione.
Parcheggio e tolgo il casco, il freddo mi scuote la faccia. Guardo l'orologio, quasi le due. Sarà sicuramente sveglio a quest'ora.
"Stavi dormendo?" Chiedo bisbigliando.
"No, che vuoi?" Risponde con la bocca impastata dal sonno, acido come mai prima d'ora.
Ammutolisco. Dall'altra parte del telefono Nels incalza: "Mi dici cosa vuoi? Devo risolvere il mio problema no? E allora lasciamelo risolvere in pace. Non puoi darmi ciò che voglio e per ora è meglio se ci vediamo in studio, lavoriamo e poi ognuno per la propria strada."

Ma cosa cazzo vuoi?

Così è davvero troppo. Esplodo: "Io che sono venuto fino a qua per scusarmi senza motivo e continuo a ricevere solo merda da te."
"Sei qui?"
"Si, non ho voluto citofonare. Volevo parlarti..." Blatero per cinque minuti interi, casualmente mi accorgo che dall'altra parte non c'è alcun cenno di interazione: "Nelson! Nelson. Oi ci sei?" Chiudo gli occhi sentendomi divampare dal nervoso. Avrebbe potuto avere almeno la decenza di riattaccare, anziché appoggiarmi chissà dove. Chiudo la chiamata e infilo le mani in tasca stringendo i pugni.

Due braccia mi cingono la vita. Pochi attimi e capisco che è l'abbraccio di Nels: caldo come quello che mi ha dato quando da piccoli, dopo un voto di merda a scuola, mi sono sentito morire; forte come quello che mi ha dato quando piangevo, dentro l'armadio, finita la storia con la mia ragazza storica. Uno fra tanti di quegli abbracci che hanno rivoltato un sacco di serate andate in vacca.
La rabbia si è completamente spenta, ha lasciato spazio alla tenerezza, quella più devastante.

Il mio Nels, il mio quasi cugino che sta passando un momento buio.
Sfilo le mani dalle tasche e lo stringo a mia volta, per fargli capire che ci sono, che il suo migliore amico c'è, come tutte le volte.
Ma deve capire che c'è Cesare il suo amico e niente più.

"Vez, ma sei uscito in t-shirt, fa un freddo porco!"
"Non mi interessa, non voglio più litigare con te!" Stringe ancora più forte, tenendo tra le dita i lembi della mia felpa.
"Neanch'io Nels, ma a volte con te non si può ragionare. Sai che non farei mai nulla per ferirti, vero?"
Silenzio. Nelson si stacca da me tenendo la testa bassa. Cerco di capire cosa posso aver sbagliato, ma non trovo nulla...

"È meglio se vado ora..." Passa una mano tra i ricci, come per sistemarli. Si gira per andarsene.
Lo prendo per il braccio, stringo troppo forte e lo sento trasalire: "Cesare mi fai male!" Allento la presa ma non la mollo, costringendolo a voltarsi. Lo guardo dritto negli occhi, cercando di captare anche il minimo segnale: scena muta.
Dio quanto lo odio quando fa così. Mi fa venire voglia di prenderlo a pugni: "Vengo su con te, dobbiamo parlare, non mi piace lasciare le cose a metà, lo sai!" Scuote il capo desolato e annuisce.
Saliamo.
Il mio cuore batte all'impazzata.
Probabilmente avrei dovuto rimettere il casco e partire verso casa... Probabilmente.

Tratto dal profilo insta di Cesi

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Tratto dal profilo insta di Cesi. cesolololo

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