Capitolo 44.2: Semplicemente irresistibile

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Seduto a questo tavolo, penso e ripenso alle sue parole, a quel suo modo in cui mi ha definito: "Il mio Can", il suo

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Seduto a questo tavolo, penso e ripenso alle sue parole, a quel suo modo in cui mi ha definito: "Il mio Can", il suo. Mi chiedo se questo per lei possa essere, in un certo qual modo, una sorta di confessione. Un modo per dirmi che, in qualche modo, sono ancora li, presente nel suo cuore.
Il telefono improvvisamente squilla e guardando lo schermo, vedo il nome di mio fratello lampeggiare.
Rispondo immediatamente, pensando che forse voglia avere qualche dettaglio dello spot, per il quale dovrà preparare il jingle musicale.
«Dimmi tutto, fratello. Ti ascolto» gli dico, pronto a sentire la sua voce. «Can, ti chiamavo per una proposta, e non puoi dirmi di no!» mi dice ilare e capisco immediatamente che, ciò che dovrà dirmi non ha niente a che fare con il lavoro.
«Cosa succede?» chiedo, incitandolo a parlare. «Questa sera tu dovrai venire con me e Leyla. C'è una serata in un locale nella zona. Tu devi assolutamente venire con me, altrimenti rischio di strozzare Ferit» mi dice e dalla sua voce intuisco qualcosa che in lui, non ho mai notato prima. «Ferit? Quel tuo amico? Emre, ma non ci andavi d'accordo?» chiedo incuriosito. «Certo, solamente che sembra andare più d'accordo con Leyla che con me! E non dire niente! Ti aspetto stasera» risponde, lasciandomi basito da questa reazione.
Scoppio in una fragorosa risata, mentre Deren mi osserva da lontano, non capendo nulla di ciò che realmente sta succedendo.
«D'accordo, "Otello". Stai calmo, ci sarò. Sarò al tuo fianco, pronto a fermarti semmai ce ne fosse bisogno.» rispondo divertito, pensando a come sarà questa sera.
Mi domando se magari anche Sanem prenderà parte a questa serata e, decido a saperne di più, provo a scoprire qualcosa.
«Emre, una domanda..» dico, lasciando la frase in sospeso. «Can, di sicuro, Leyla la chiamerà per farla venire. Non credo rifiuterà» mi risponde, come se avesse intuito a prescindere in quale direzione volessi andare a parare. Sono diventato un libro aperto, a quanto pare.

Annuisco nonostante lui non possa vedermi e dopo esserci dati appuntamento questa sera al "Muzik Club" metto giù, tornando a concentrarmi sul lavoro, con la mente un po' rivolta verso quello che potrebbe succedere questa sera.
Deren mi chiede di dare un occhiata a tutto il materiale grafico che ha preparato, mostrandomi due versioni di ogni grafica, orgogliosa di se stessa come sempre.
«Se per te va bene lo invierò, Can» mi dice dopo aver terminato di mostrarmi anche l'ultima grafica.
Le dico di spedire entrambe le versioni, lasciando che sia il cliente a scegliere quella che, a loro gusto reputa la migliore.
D'un tratto, vedo Sanem arrivare con un vassoio tra le mani, carico di bicchieri vuoti e una bella caraffa di vetro, piena di limonata. «Ecco qui, arriva la limonata!» dice, depositando tutto sul tavolo, accanto a me.
I miei occhi non smettono di osservare ogni suo movimento mentre con le mani, versa nei bicchieri un po' di quel liquido giallo.

Nella mia mente non c'è altro che quella frase, quel "Mio" che risuona ancora, ancora e ancora. Sono tuo, Sanem. Sono da sempre stato tuo. Sono nato per stare tra le tue braccia, amore mio. Sono qui.
«Quell'avvocato.. È anche l'avvocato di Cemal, quello che mette il nostro marchio e vende le nostre creme. Ma guarda che coincidenza.» esordisce d'un tratto Bulut, strappandomi ai miei pensieri.
«Cemal? Come ho fatto a non pensarci?» chiede stupita Sanem, iniziando ad agitarsi, mentre penso che il mio piccolo sospetto, sembra avere un fondo di verità. Ma potrebbe ancora essere una coincidenza.
Deren interviene cercando di tenerci a freno e non farci saltare a conclusioni sbagliate, sostenendo che dove ci troviamo adesso, è un piccolo paesino di campagna e che possa trattarsi solo di una mera coincidenza, invitandoci alla calma e a riflettere per bene.
«Deren ha ragione. Anch'io penso che dovremmo essere cauti» intervengo, prendendo la parola e cercando di calmare Sanem. «Per prima cosa, bisogna parlare con quell' avvocato..» aggiungo riflessivo, e il pensiero che possa esserci davvero Cemal dietro tutto questo, mi irrita e non poco.
«In effetti, andrò a parlare con quell'avvocato proprio adesso!» aggiungo, alzandomi pronto ad andare e scoprire tutta la verità.
«Vengo anch'io!» risponde immediatamente Sanem, decisa anche lei, a metter fine quanto prima a questa assurda situazione.
«C'è solo un problema. L'avvocato ha lasciato l'ufficio, ho appena chiamato e non ha risposto» interviene Bulut, fermandoci entrambi e a quelle parole, mi dico che non c'è nulla che si possa fare. Almeno per il momento.. Costi quel che costi, risolverò questo problema.
«Siccome è tardi, andremo insieme domani, allora» dico a Sanem, rassegnato a non poter risolvere tutto e subito.
«Va bene, se è tardi.. Avevo anche delle cose da fare..Quindi vado..» risponde, regalandomi un ultima occhiata prima di voltarsi e andar via.

GOCCE D'AMBRA (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora