2. Il nuovo vicino di casa

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Emma

6.00 am, il suono della sveglia mi avvisa che è ora di iniziare una nuova giornata.
Siamo verso la metà di maggio, il cielo è limpido ed azzurro.
Come ogni mattina, mi preparo una colazione semplice, cereali integrali, mix di mandorle e nocciole e un infuso di fiori.
Sono attenta a quello che mangio, non per via del peso, visto che sono alta 1.70mt e difficilmente arrivo ai 55kg, ma per avere le energie necessarie per affrontare i km che giornalmente devo percorrere.
Ho il classico fisico da atleta mezzofondista, asciutto ma muscoloso.
Finita la colazione mi cambio, la borsa è già pronta dalla sera precedente.

Il campo sportivo federale dista pochi km dal residence, per comodità ed abbattere i tempi visto il traffico ci vado con la mia moto, una Ducati Monster Rossa. Ho sempre avuto un debole per le moto, hanno il potere di farmi rilassare nelle giornata di stress, inoltre mi danno quel senso di libertà che a volte si ha bisogno.
Preso tutto l'occorrente e ovviamente il casco esco di casa.

Noto subito che stanno facendo dei lavoro nell'appartamento di fronte al mio. Max, il ragazzo della reception, con il quale ho un buon rapporto, mi aveva anticipato che per qualche giorno avrei dovuto sopportare il rumore di trapani e martelli in quanto il nuovo inquilino ha voluto apportare delle modifiche all'appartamento.
Non ha saputo dirmi altro, spero solo sia qualcuno di silenzioso, che non faccia festini, ho bisogno di riposare.

Il suono delle porte dell'ascensore che si aprono mi risveglia dai miei pensieri.

"Buongiorno signorina Brown", mi saluta Max, con un sorriso,

"Buongiorno Max, quante volte ti ho detto che puoi chiamarmi per nome?" ribatto in modo scherzoso, conoscendo già la risposta,

"Lo sa signorina Brown, non ci è permesso chiamare i nostri ospiti per nome, durante il nostro turno", mi risponde Max, con suono di voce che sembra un rimprovero scherzoso.

Ha ragione, i proprietari del residence vogliono mantenere alto il livello del servizio, per tale motivo non permettono ai dipendenti di dare del tu. Gli stessi proprietari danno del lei agli ospiti.

"Signorina Brown, le presento il suo nuovo vicino di casa, il Sig. Jack Smith", la voce di Max di fa strada tra i miei pensieri.

Fino a quel momento non avevo fatto caso all'uomo davanti al bancone della reception.
Un uomo alto e muscoloso, capelli corti brizzolati color castano chiaro e due occhi azzurri. Era vestito semplicemente, una T-shirt scura ed un paio di pantaloni della tuta.
《Porca puttana!!!》pensai, il mio nuovo vicino di casa è Jack Smith, quel Jack Smith!!

Cercando di sembrare il più indifferente possibile, lo guardai negli occhi alzando una mano in segno di saluto. Non mi fidavo della mia voce, sarebbe sicuramente uscita troppo stridula dall'emozione.
Ci guardiamo negli occhi per un tempo che a me sembrò interminabile, poi lui iniziò a squadrarmi.
《Perché mi guarda così?! È abituato a vedere donne in abiti succinti e non sa che possiamo indossare abiti sportivi?!!》 pensai...
Indossavo una canotta blu scura con delle sfumature fucsia sulla vita, dei fuseaux lunghi fino al polpaccio con le stesse tonalità e le mie inseparabili scarpe da corsa.
《cosa diavolo sta guardando?!》 ero quasi sul punto di esternalizzare quel pensiero ad alta voce, quando all'improvviso una voce roca rompe il silenzio

"Il piacere è tutto mio signorina Brown, ci divertiremo tantissimo ad essere vicini di casa..." mi dice con tono volgare alludendo a chissà quali incontri.

《Scusa??!! ma con chi cazzo pensi di avere a che fare?!》 subito mi si accense un fuoco dentro, pronta a lasciarli il segno delle mie 5 dita sullo zigomo sinistro, ma poi mi ricomposi, sicuramente lui si aspetta una risposta scocciata, ma ha sbagliato a capire.

Continuo a sostenere il suo sguardo, abbozzo un leggero sorriso e mi sposto leggermente verso la porta, siamo spalla a spalla è a quel punto che gli dico quasi sussurrando, in modo che solo lui possa sentire:

"Davvero sig. Smith? si dovrà impegnare molto più di così...Benvenuto al Tampa Resort"

senza voltarmi infilo il casco e mi dirigo verso la mia moto. Sento che mi sta guardando, ho le spalle in fiamme, immaginando i sui occhi color azzurro cielo su di me. Con passo deciso mi avvio alla moto, con un movimento secco l'accendo e via verso il campo federale.

Ed io che speravo in un vicino di casa tranquillo, Jack Smith è tutto tranne che tranquillo.

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