Capitolo 19: Nec spe nec metu.

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Nec spe nec metu è una locuzione latina che significa letteralmente:
"né con speranza, né con timore."
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Sawamura Y/N  non era esattamente quello che si potrebbe definire una persona sportiva.
Suo fratello lo era, lei proprio no.

Perciò quando si rese conto della giornata che la aspettava si maledisse in tutti i modi e lingue che conosceva per aver avuto la splendida idea di unirsi a quel gruppo di maniacali sportivi.

Aveva trascorso l'intera settimana immaginandosi immersa nelle calde acque termali di un resort montano, una piscina a sfioro su un panorama innevato con acqua riscaldata così tanto da non farle avvertire i fiocchi di neve che vi cadevano dentro e, a metà pomeriggio, distesa su un comodo lettino di seta con un'avvenente massaggiatrice sulle sue spalle mal messe dalle ore passate sui libri.
Poi, come ciliegina sulla torta avrebbero cenato a lume di candela di fronte a un fumante vin brulé che tanto bramava di assaggiare e, infine, si sarebbe addormentata tra i muscoli torniti di Bokuto.
Prima, quasi quasi, aveva sognato anche la buona dose di intimità che le spettava di diritto.
Così come le sarebbe stato dovuto quel benedettissimo bacio che attendeva da troppo, ormai, e che si era decisamente stancata di aspettare.

Non poteva aver fantasticato niente di più diverso.
Appena messo piede nel grande hotel che avevano scelto per il soggiorno, quei tre avevano iniziato a confabulare con il receptionist a proposito di qualche impervio sentiero di montagna e, ripensandoci, avrebbe dovuto iniziare ad insospettirsi invece di ammirare il cartello che indicava, a caratteri cubitali, il centro benessere ai piani inferiori.

Senza che neanche se ne accorgesse il trio di pallavolisti aveva prenotato racchette e scarponcini per l'intera giornata e, una volta arrivata in camera, si era preoccupata solamente di ammirare le assi in legno del soffitto, di provare la comodità del letto e tirare fuori dalla valigia il suo bel costume nuovo.
Quando Bokuto era uscito dal bagno avvolto in una tuta termica super accessoriata, guanti da neve e un bizzarro cappello con tanto di pon pon che non cozzava per niente con la professionalità del resto dell'abbigliamento, si erano squadrati a lungo per capire chi dei due fosse totalmente fuori strada.
Poi era stato lui a prendere parola, mentre lei era rimasta con le mani a mezz'aria a sollevare il costume striminzito che aveva comprato anni prima per una festa in piscina.

«Per quanto vorrei vederti indossare quel costume, Y/N-chan, penso che avrai freddo là fuori.»
Nemmeno colse quel pizzico di malizia che c'era all'interno della frase, tanto aveva paura di ciò che la aspettava al posto del suo bel weekend di totale relax: Y/N guardava Bokuto con gli occhi volutamente celati dietro un velo di illusoria speranza.

«"Là fuori"?»
Per fuori intendeva fuori dalla porta, vero? Oppure fuori nella piscina esterna, giusto?
No, probabilmente avevano solo trovato una spa più completa in un'altra struttura e stavano per dirigersi lì.

«Andiamo, Kaori e Akaashi ci aspettano tra cinque minuti nella hall.»
Tirò fuori dalla valigia un enorme giaccone impermeabile per completare il tutto, se lo infilò e raccolse dalla scrivania le chiavi della camera.
Lei, intanto, si rifiutava di accettare una realtà piuttosto evidente.

«Nella hall?»
Non che si rendesse pienamente conto di ciò che stava dicendo, era troppo intenta nel cancellare ogni traccia di razionalità dalla sua testa.

«Perché ripeti quello che dico?»
Si svegliò dalla trance solo perché Bokuto aveva deciso di prendere in mano la situazione, terrorizzato dalla partaccia che gli sarebbe toccata se fossero arrivati in ritardo, e le si era avvicinato con la sua giacca nella mano destra, mettendogliela praticamente tra le braccia.

Omnia vincit amor [BokutoxReader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora