I Have To Do It

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Wooyoung's POV
La battaglia è iniziata da poco, ma già se ne vedono i risultati. Il terreno chiazzato dal sangue, le grida, gli ansimi per la fatica dei soldati su entrambi i fronti, l'aria che incomincia ad avere del fumo causato da alcune bombe che sono state gettate. Nulla di quello che sta succedendo era previsto, è evidente. Né noi né i nostri avversari avevamo considerato che potesse diventare tanto serio lo scontro, e così rapidamente per di più.
In questo momento, le difficoltà che stavamo affrontando per mancanza di esperienza, capacità o numero inferiore di uomini, non sono eccessive come quando siamo scesi sul campo io e San: la ragione è che parecchi nemici sono caduti o sono stati feriti nel tentativo di salvarsi da le bombe di cui ho parlato poco fa.
Inoltre, stiamo capendo come adattarci alle loro strategie di attacco, ma ciò non rende affatto facile la nostra controffensiva;sono bravissimi, più veloci sulla media di noi, ma soprattutto sono in grado di anticiparci costantemente. Di questo passo perderemo, ne sono sicuro. E sono anche certo che pure il mio adorato principe lo abbia intuito:ha ordinato di cercare di stare più sulla difensiva e di provare a stancarli per il momento. Sembra l'opzione più corretta.

Per quanto riguarda noi, stiamo bene, ma c'era da aspettarselo, poiché siamo anche consapevoli che chiunque dei nostri combattenti sarebbe disposto a sacrificarsi, se servisse a impedire la nostra morte.
Non che questo ci faccia piacere, ma queste sono le regole dell'esercito. La salute e salvezza del capo prima di tutto, ed io per estensione essendo suo marito, rientro in questa logica.
Mi hanno solo ferito a un braccio con una freccia, ma non è andata in profondità, tanto che me la sono potuta rimuovere da solo e la rapidità di cura delle ferite di noi vampiri è di gran lunga superiore a quella umana. È per questo motivo che normalmente, l'unico modo per terminare la nostra esistenza è colpirci ed ucciderci in un colpo solo, al cuore. In questa circostanza, neanche il nostro corpo è in grado di reagire abbastanza in fretta.
Alcuni sul campo sono morti dissanguati, a causa di percosse ripetute troppo velocemente.
Quella è anche colpa del sistema di recupero e salvataggio della fazione nemica: rispetto al nostro è lento, e non riesce a tener in vita molti dei propri feriti per questa mancanza.

Noi non potremmo mai permettere che una cosa simile accada, non lasceremmo mai a morire qualcuno in quello stato; è dannatamente doloroso, poco dignitoso e rispettoso per il coraggio del combattente. Gli unici che abbiamo perso, per ora ancora pochi per fortuna, sono stati pugnalati o colpiti da arma da fuoco al cuore, e non potevamo fare niente in quel frangente.
In questo instante, mentre sto parando i fendenti di un nemico decisamente esperto, mi torna in mente la promessa che non ho potuto accettare di sigillare a San: quella che non mi sarei sacrificato per lui, nel caso fosse stato necessario.
Sto invidiando in parte i compagni di combattimento che sto vedendo fare questo atto per altri di loro: lo fanno per amicizia, onore, riconoscenza.
Io invece, lo farei per amore. E il mio amore non me lo perdonerebbe mai.
La vita per gli umani è breve, ma si dice che l'amore possa essere eterno.
Per noi spesso è il contrario, una vita eterna con amori brevi, non importanti in confronto alla durata delle nostre esistenze.
Ma è anche vero che quando capita l'amore puro, questo è una maledizione in conflitto.
Perdi il tuo compagno di vita, ed hai una eternità per piangerlo.

Scanso colui con cui stavo combattendo che viene preso da San, e sconfitto rapidamente
"Woo. Promettimelo. Anche se dovesse essere una bugia e spezzerai il tuo giuramento, fallo. Ne ho bisogno. O non potrò combattere con tutte le mie forze e la mia concentrazione da principe" mi sussurra non appena abbiamo un secondo di calma, mentre attorno a noi l'esercito ci offre diverse opportunità di fuga o rifugio
"Lo sai che non sarà mai la verità. Posso solo mentirti nel farlo. Ma se questo è il tuo desiderio, così sia. Te lo prometto" gli rispondo con voce leggermente tremante e roca per la stanchezza e lo vedo sorridere triste
"Ti ringrazio. Ti amo. Ricordati questo. È un per sempre, Woo. Di quelli reali, non quelli umani" afferma serio ed è costretto a staccarsi da me, prima che possa sentire la risposta.
Ma forse è stato meglio così. Ha la sua gente da proteggere, e non voglio che ciò che avrei potuto dire potesse indebolirlo anche solo di un minimo.

Un'ora dopo

Siamo esausti. Nel senso più concreto del termine. Le vittime sono cresciute, fottutamente troppo. Ed ovviamente, c'erano tanti vampiri che San conosceva bene. Tuttavia, in guerra, non si ha il tempo di piangere e soffrire per la perdita di gente che ti sta a cuore: devi andare avanti e tentare di impedire la caduta di altri, senza soffermarti su ciò che già hai perso.
Lo vedo, lo percepisco per il marchio:non ce la fa più. È stufo di questo conflitto inutile, è stufo di questo mondo dove il sangue scorre a fiumi e nessuno fa realmente qualcosa per fermarlo.
Ora è ferito anche lui, ma visto le sue abilità straordinarie, non meno pericoloso. Lo è ancora di più probabilmente, perché ora la sua ira nei confronti di queste ingiustizie è spropositata. Quando penso ai gladiatori, al tipo di spirito che hanno in combattimento, l'immagine che ho davanti è identica.
San si sta comportando da gladiatore per il suo popolo, per sé stesso e per me.
Nulla lo bloccherà finché non avrà portato a termine il suo compito:uccidere il comandante avversario.
Se ci riuscirà, lo scontro sarà costretto a cessare. Questo perché un esercito senza comandante non combatte. Si ferma, accetta la sconfitta, e si ritira a commemorare le gesta del loro eroe capitano.

Ed è giusto così.
È concentrato sul sto obbiettivo:ha raggiunto il suo nemico più difficile da affrontare, ed anche lui è ferito. Sono praticamente alla pari e questo mi rincuora un minimo.
Mi volto in direzione dei soldati e vedo una scena che fa muovere il mio corpo in automatico...in direzione di uno di loro in particolare.
Park Seonghwa.
Sta. Per. Essere. Trafitto.
Sento questa voce dentro di me che mi fa correre per salvarlo.
Quell'uomo che ha provato a sedurmi per tradire San, quello che fa parte del suo passato ma con cui in teoria non ha più nessun rapporto... Ma anche l'unico che lo conosce probabilmente tanto quanto me, oserei dire che lo conosce meglio di me.
E forse, con la sua presenza, il mio principe avrà una speranza in futuro. Lui dice di odiarlo, ma io credo che non sarà in grado di farlo mai propriamente. Perché è un punto fisso della sua esistenza, qualcuno su cui contare, nonostante ciò che ha fatto a me.
Seonghwa lo aveva fatto per San, in fondo. Ha sempre tenuto a lui, a modo suo.
Ed in questo istante, sono felice che mio marito non abbia sentito la mia risposta, più di un'ora fa.
Anche io ti amo, e... Mi dispiace
Era questo ciò che gli avrei detto.
Ma vorrei che le sentisse adesso.
Mi dispiace, San. Devo farlo, non posso mantenere la promessa.
Ma se ti può fare star meno male, almeno, non la avrò spezzata salvando te.

Nota dell'autrice
Avete il diritto di odiarmi

Pain or pleasure? (Woosan) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora