Capitolo 45.1: Vuoi ballare con me?

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Giunti al bancone del locale, mio cognato, Can ed io, non riusciamo a smettere di congratularci con Leyla che imbarazzata e emozionata, accoglie i complimenti con un sorriso

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Giunti al bancone del locale, mio cognato, Can ed io, non riusciamo a smettere di congratularci con Leyla che imbarazzata e emozionata, accoglie i complimenti con un sorriso.
«La prossima volta farete un duetto!» dice Can, guardando suo fratello che ridendo, rifiuta la proposta, considerandola folle.
Divertita al pensiero di Emre su un palco con un microfono tra le mani, lancio un occhiata a Can che mi sorride ilare forse per aver immaginato la stessa cosa e un po' in imbarazzo distolgo lo sguardo, puntandolo negli occhi della mia bellissima sorella maggiore.
«Sorella cara, che bellissima voce usciva dal microfono» le dico ammirata. «Sei stata molto brava sul palco, giuro. Molto brava, davvero» mi segue a ruota Can, complimentandosi ancora. Leyla. imbarazzata per i troppi complimenti, si stringe a suo marito che, senza pensarci due volte la guarda con occhi dolci, reputandola fantastica.
D'un tratto in sala, le luci si abbassando, e una musica dal ritmo lento e dolce si espande in ogni angolo, raggiungendo anche quelli più remoti.
«Con il vostro permesso..» dice Emre, mettendo via il suo bicchiere di Whiskey e prendendo la mano di sua moglie, sorpresa e confusa, con dolcezza infinita.
La conduce al centro della sala, e guardandola con occhi dolci la attira a sé, stringendola a lui e guardandola con gli occhi dell'amore. Li osservo dondolare sul posto, senza mai distogliere lo sguardo l'uno da gli occhi dell'altro e sorrido per la loro felicità.
«Sono veramente belli da vedere. Una coppia stupenda.. guardali» dico a Can, voltandomi verso di lui e indicando i nostri fratelli. Can annuisce osservando con dolcezza suo fratello mentre penso che a me, non resta altro che prendere un altro Cocktail da bere qui al banco.
Chiedo al Barman di prepararmi lo stesso drink di poco prima, quel drink fruttato e dolce al gusto delle ciliegie, nonostante mi senta osservata dall'uomo vestito in modo elegante davanti a me.

Appena viene servito il mio cocktail, mi attacco alla cannuccia e a poco a poco, vedo il liquido fruttato diminuire nel bicchiere.
Can continua ad osservarmi mentre io, appoggiandomi al bancone, distolgo lo sguardo dalla sua figura possente, spostandolo su mia sorella e suo marito. «È bello vedere le persone con il proprio partner ballare in pista» dico più a me stessa che al mio magnifico accompagnatore, pensando che mi sarebbe piaciuto esser qui, con lui come quella coppia che non saremo mai.
«Credo che tu abbia bevuto un po' troppo veloce..» mi risponde lui, riferendosi al cocktail quasi finito appoggiato sul bancone alle mie spalle.
Mi volto verso di lui, incontrando i suoi occhi che, sotto i fumi dell'alcol che pian piano sale confondendo un po' i miei pensieri, sembrano essere ancor più belli.
«Veloce? Veloce è il mio secondo nome!» rispondo fingendomi ancora una volta, ciò che non sono. «Sono cambiata molto! Ora sono molto veloce, vivo in questo modo» rispondo senza distogliere lo sguardo da lui, cercando di mostrarmi sicura di me stessa, esattamente come farebbe la donna dei suoi sogni.

Torno ad osservare la pista da ballo, mentre davanti ai miei occhi, riappare quella lista di criteri della donna che potrebbe rapire il suo cuore, quello stesso cuore che vorrei appartenesse ancora a me, per l'eternità.

"La mia donna ideale, non aspetterà che la inviti a ballare. Lo farà lei stessa."

Mi volto a guardarlo soppesando se sia in grado di fare un passo del genere e poi, guardando il suo viso sorrido. Si, lo posso fare. Posso riuscirci.. Forse è un bene che abbia bevuto, questa sera.
Decisa a mostrarmi ancora come quella donna che vorrebbe al suo fianco, mi scosto dal bancone ponendomi davanti a lui.
Allungo la mia mano verso di lui con disinvoltura, attendendo che lui la prenda nella sua, per dare il via alle danze.
Can la guarda confuso e poi, guarda il mio viso, aspettando forse una spiegazione per questo mio gesto. Faccio un occhiolino e accenno alla mia mano, invitandolo ad afferrarla ma Can, ancora non sembra capire cosa fare.
«Mi concedi questo ballo?» gli chiedo guardandolo negli occhi, mentre le mie gambe sembrano sorreggermi a fatica sotto il peso dell'alcol. Can mi sorride, abbassando lo sguardo sulla mano che ancora non accenna a sfiorare. «Lo so che lo vuoi anche tu!» aggiungo sicura delle mie parole e ancora una volta ringrazio Allah per essermi concessa due bicchieri di quel cocktail alcolico.
Can continua a sorridermi senza distogliere lo sguardo dai miei occhi e infine, afferra la mia mano, stringendola con forza e delicatezza nella sua mentre i miei occhi, non smettono di osservare le nostre dita intrecciate, lasciando che quel contatto tra noi, mi faccia avvertire quei brividi lungo la schiena, come ogni volta che la sua pelle calda, sfiora la mia.
Sono ferma, immobile a bearmi di quel contatto, pensando che la vera me, non avrebbe avuto mai quel coraggio di chiedergli di ballare, e mentre penso a tutto questo, ecco che Can, dopo aver osservato le nostre mani unite, mi trascina con se in pista.
Cammino incerta sui tacchi, osservando lui e le nostre mani. Seguendo quell'uomo che da sempre ha il potere di riuscire a far battere il mio cuore in un modo unico. Siamo uno di fronte l'altro, al centro della sala e faccio fatica a respirare. Sento la testa leggera e il cuore pieno mentre Can mi guarda ed io, realizzo che tra meno di un secondo, sarò tra le sue braccia, tra le ali del mio albatros per un ballo che vorrei durasse in eterno. Avanza di un passo, scrutandomi con attenzione, forse per essere sicuro che è quello che voglio, forse per essere certo di avere quel permesso. Lo osservo timidamente, cercando al contempo di fargli capire che sono qui, pronta ad essere accolta tra le sue braccia.

GOCCE D'AMBRA (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora