I miei occhi cominciano ad aprirsi, ancora stanchi dal troppo riposo.
Sono sdraiato su un lettino e mi gira la testa. Le mie labbra sono secche e increspate, la gola non ne vuole sapere di continuare a deglutire.
Scosto un po' la testa di lato e realizzo che la mano che mi stava dando una carezza è quella di mia sorella Cathie.
Non si accorge che mi sono finalmente svegliato da un sonno profondo.
E' seduta su una seggiola vicino il mio letto ed è stesa su una poltroncina con gli occhi chiusi. Il suo volto è ancora rigato da lacrime ormai asciutte.
Sto per prenderle la mano quando una voce squillante e preoccupata irrompe nella stanza e mi costringe a restare fermo.
«Cath, grazie a Dio sei già quì, c'era un traffico terrificante e avevo paura di non arrivare in tempo e..»
«Mamma, tranquilla»
«Lui come sta? Si è mosso? Ha parlato? Respira, sembra che respiri ancora, è ancora con noi»
«Sì, mamma è vivo»
«E' vivo, sì, è vivo, ovvio, non ce la farei senza di lui».
La voce tremolante e ansiosa della donna mi fa quasi venire voglia di darle un pugno. Ma qualche fratto di secondo più tardi, capisco il motivo di tanta preoccupazione.
«Mamma devi stare calma! Mi metti ansia!»
«Cathie è tuo fratello! Come fai ad essere così rilassata?»
Con i miei occhi semi chiusi riesco a scorgere con la coda dell'occhio mia sorella che con uno scatto veloce si alza dalla poltrona e lascia andare via la mano che mi carezzava.
«Ti sembro rilassata? Questa è per caso la faccia di una ragazza rilassata? Ti sembra che io non sia in ansia per lui? Se tutto questo è successo è anche merito tuo!»
«Cath, come puoi dirmi una cosa simile?!», il suo tono si fa più basso ma sempre tremolante e rotto.
«C'è anche bisogno che ti ricordi cosa hai lasciato che combinasse?».
Non ho idea di cosa stiano parlando e il motivo per cui stiano discutendo così, ma sento il bisogno di dover interrompere quel litigio.
Senza esitare ancora, do un colpo di tosse.
Lo scatto è fulmineo: mia sorella corre a prendermi il viso tra le mani e mia madre posa le sue sulle mie gambe, fissandomi con occhi lucidi.
«Luke! Luke, oh mio Dio!» esclama Cathie, «oh mio Dio!».
«Amore mio, santo cielo, sei sveglio? Dimmi come stai, tesoro!», continua mia madre.
Non so cosa dire sinceramente, perciò resto in silenzio e le fisso solamente. Porto una mano su quelle di Cathie e le raccolgo per stringerle sul mio petto.
Una lacrima scende sul suo viso. Il mio messaggio è: "sì, sono vivo, ora piantatela che mi gira la testa".
Entrambe sorridono e le braccia di Cathie mi avvolgono in una stretta potente.
«Va' a chiamare un medico, sbrigati!» urla alla mamma.
La donna con fretta e furia esce, facendo vibrare i suoi tacchi per tutto il corridoio del reparto.
«Pensavo non ti saresti più svegliato, fratellone», la sua voce rotta.
Abbozzo un sorriso e subito vengo distratto da un signore in camicia che mi da delle occhiate e mi controlla in ogni dove.
«Signora Robins, sono lieto di dirle che suo figlio si sta riprendendo», annuncia dopo una manciata di minuti.
Qualcosa mi fa pensare che gli sia bastato vedere il mio respiro per dare conclusioni così svelte.
«Grazie a Dio, la ringrazio, dottore, davvero».
Il signore ci lascia con un accenno di sorriso e lascia la stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Rimango con Cathie e mia madre che sono lì imbabolate a fissarmi.
«Ti porteremo a casa al più presto, Lulu», mi sussurra Cathie.
Lulu?
«La tua camera è ancora più bella di come l'hai lasciata, ti piacerà un sacco, vedrai. Tuo padre ha fatto installare degli impianti sonori nelle pareti così potrai suonare ogni volta che vorrai», annuncia mia madre.
Mio padre? E dov'è?
«Rachel sarà felicissima di vederti..», mi dice Cathie a tono molto basso.
Chi è Rachel?
«Cath, non dirgli questo.» Avvisa con tono accusatorio nostra madre.
«Dovrà succedere prima o poi, mamma.»
Per un po' il silenzio divampa nella camera e io sono ancora muto, mentre le loro discussioni si accendono una volta sì, e l'altra anche. E cerco di capire.
Aggrotto le sopracciglia per dare segno della mia incomprensione.
«Lulu, feste del genere non dovranno mai più esserci, è chiaro?», continua a sussurrarmi Cathie.
Una festa..
«Al massimo inviterai qualche amichetto a casa, ma non più di 4, va bene?», aggiunge mia madre.
«Va bene, basta così, l'importante è che tu stia bene e che sia vivo.»
Un ultimo grande sorriso si espande sul viso di Cathie e su quello di mia madre.
Istintivamente lo faccio anch'io, circondato da punti interrogativi che per un attimo lascio scomparire.
Un filo di voce esce involontariamente dalla mia bocca: «Sono vivo.»
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Revenge
Mystery / ThrillerLuke Robins è un 20enne viziato che ama la bella vita. Una sera organizza il suo compleanno in una villa con piscina ereditata dal nonno e invita l'intero college. La sua vita viene stravolta. I giovani commettono errori, ma alcuni non potranno mai...