"e il tuo cuore lo sa"
Charlie mi fece entrare e portò dentro la stanza anche il mio zaino nero. Chiuse la porta del mulino e si sedette su una sedia di fronte a me.
"Allora hai deciso..." disse guardando verso il basso.
"Sì, dovevo... non avevo altra scelta. Dopo quello che è successo ai genitori di Sofia ho pensato che sarebbe potuto succedere anche ai miei se non me ne fossi andata." Mi asciugai le lacrime con la felpa."Stai bene?" mi chiese con empatia.
"Sì, credo di sì."
Annuì.
"Tuo fratello?" mi domandò.
"Non... non lo so." Risposi, e dopo ciò ci fu come minimo un minuto di silenzio."Intanto pensiamo a dove farti dormire..." disse finalmente rompendo quel momento imbarazzante.
"Allora, al piano di sopra stanno le ragazze e sotto i ragazzi. Domani ti presenterò il gruppo. Per stasera dormirai su quella balla di fieno, lì ci sono delle coperte, poi con calma prepareremo il tuo letto. Questa dove ci troviamo è la sala grande, dove di solito si svolgono le normali attività di tutti i giorni." spiegò. "Ah, dimenticati il telefono, potrebbero usarlo per tracciarci." Concluse."Ok." Risposi
"Allora buonanotte." Disse alzandosi dalla sedia e prendendo con sé un libro che probabilmente stava leggendo prima che io arrivassi.
"Buonanotte." Affermai alzandomi a mia volta per andare verso il mio 'letto' dorato, mentre lui si dirigeva verso la sua stanza.
"Charlie!" lo chiamai prima che la raggiungesse.
Si voltò, e il suo viso fu di nuovo illuminato dalla delicata luce della candela. "Grazie."
Sorrise, annuì e poi scomparì nell'ombra.
Sistemai le coperte sopra la balla di fieno capovolta, e appoggiai lo zaino sopra di essa. Mi sdraiai comodamente cercando una posizione stabile per la notte. Prima di riuscire ad addormentarmi passarono ore, continuavo a pensare a quello che stavo facendo, e se fosse veramente la scelta migliore. A un certo punto, quando gli ultimi raggi della fiamma accanto a me stavano per spegnersi, presi in mano la foto che avevo portato con me. La guardai con gli occhi stanchi e la poggiai sul mio petto, lasciandola lì per tutto il resto della notte.Fu un profumo di uova e bacon a svegliarmi, proveniva da quella specie di cucina in fondo alla sala grande. Aprii gli occhi e vidi che l'unica ancora a dormire ero io, che ci posso fare? Amo dormire.
Per un momento mi ero dimenticata di aver passato la notte su una balla di fieno, perciò nel tentativo di scendere mi accorsi troppo tardi che dovevo fare un saltellino per raggiungere il pavimento. Con tutte le forze che avevo di prima mattina mi lanciai e atterrai un po' sbilenca, ma in piedi per fortuna. Percepii che i ragazzi e le ragazze avevano notato la mia presenza, ma la fame era troppa, perciò mi diressi verso quella buona fragranza.Giunsi sull'uscio della stanza e notai che c'era proprio Charlie ai fornelli. Mi vergognai di esserne stata così stupita, ma non mi aspettavo che un ragazzo come lui sapesse cucinare.
"Buongiorno dormigliona." esclamò sfoggiando un bellissimo sorriso mai visto prima. "Buongiorno." Sorrisi. "C'è il rischio che qualcosa vada a fuoco?" chiesi sarcastica. "Questo è un colpo basso." Mi disse fingendosi offeso. Guardai verso il pentolino in cui stava cucinando il bacon, e notai che si stava carbonizzando.
"Il bacon!" Gli dissi.
"Sì, ogni mattina." Rispose orgoglioso.
"No Charlie, il bacon si sta bruciando!" Affermai ridendo, e avvicinandomi ai fuochi per spegnere la fiamma.
"Di solito non succede."
"Ne sono certa. Vuoi una mano?" chiesi.
"D'accordo, nuova arrivata, vediamo che sai fare." Affermò lui.
"Mi stai sfidando?" domandai.
"Probabilmente." Disse lui, mentre ci guardavamo con gli occhi di due cuochi a MasterChef che stavano per iniziare un duello, faccia a faccia.
E così cominciai a sbattere le uova, a condirle con un po' di sale e nient'altro dato che non c'era né pepe né parmigiano da poter aggiungere. Accesi la fiamma e ci appoggiai sopra un altro pentolino simile a quello del bacon, con un filo d'olio sopra. Aspettai qualche secondo per permettere alla superficie umida di scaldarsi, e poi con delicatezza versai il composto, che rilasciò un soave odorino, e dei piccoli scoppiettii. Con un cucchiaio mescolai così che alla fine avrei ottenuto delle uova strapazzate, mentre Charlie accanto a me finiva di scottare il bacon.
"Tutto sommato siamo una bella squadra." Dissi quando terminammo di cucinare il tutto, nella metà del tempo.
"Si, beh, stavolta hai ragione." Affermò. "Potresti suonare la campanella là sopra?" Mi chiese.
Accanto all'entrata c'era una campanella rovinata dal tempo che però funzionava alla perfezione.
"Sì certo." Mi avvicinai e dovetti alzarmi in punta di piedi perché altrimenti non ci sarei arrivata. La suonai, e provai una soddisfazione incredibile, amo suonare le campanelle. Pensai servisse per avvisare tutti che la colazione era pronta e infatti fu così, un cumulo di ragazzi arrivò e si sedette intorno ad un lungo tavolo apparecchiato alla buona aspettando di ricevere da mangiare. Solo tre ragazze si alzarono per portare i piatti a tavola e decisi di aiutare anch'io.
Finita la colazione, diedi una mano a sistemare il gran macello che avevano fatto quei ragazzi insieme ad altre ragazze che sembravano abituate a tutto quel disordine. Lavai i piatti e le stoviglie rimaste per poi dare una pulita in giro perché c'era davvero cibo ovunque e una volta finito mi andai a sedere al sole su una balla di fieno.
Gli uccellini canticchiavano felici e le nuvole bianche si muovevano lentamente riflettendo i raggi solari che andavano a finire sulla mia pelle. "Che bella giornata." pensai tenendo gli occhi socchiusi così da proteggermi da quella luce accecante. "Oltre a saper cucinare, sai anche lavare i piatti molto velocemente." Disse una voce avvicinandosi da dietro. Era Charlie, aveva in mano della legna che sarebbe servita per accendere il fuoco la sera stessa, dato che il freddo invernale non se ne era andato del tutto. Mi girai e gli sorrisi mettendomi la mano vicina alla faccia per coprirmi dal sole."Talenti innati." Risposi soddisfatta, e lui sorrise.
"Ti va di conoscere qualcuno?" mi chiese.
Probabilmente sarei dovuta rimanere in quel posto per un po' di tempo, quindi era meglio farsi degli amici.
"Sì, certo." Dissi scendendo dalla balla.
Emise un suono con la bocca con molta forza, come quei pastori che fischiano per richiamare le pecore, e una decina di ragazzi e ragazze si radunarono lì da vanti a noi. Fu imbarazzante perché tutti mi fissavano, mi sentivo al centro dell'attenzione e, a differenza di altre persone, a me non piace questa sensazione.
"Allora ragazzi, magari l'avrete già vista in giro, lei è Megan." Iniziarono a salutarmi dicendo: "Ciao, piacere." Oppure: "Benvenuta!" ecc... Salutai anch'io a mia volta. Solo alcuni però si avvicinarono successivamente per dirmi come si chiamavano. "Ciao, io sono Clare, piacere." mi disse una ragazza con i capelli rossicci e mossi, occhi chiari e lentiggini. Era in forma e a primo impatto mi sembrò davvero carina. Per un attimo pensai a Sofia e mi sentii terribilmente in colpa. Ma un'altra voce interruppe i miei pensieri.
"Io invece sono Matt." Lui aveva i capelli biondi e gli occhi chiari, alto e magro, sembrava quasi tedesco. Salutai entrambi e li ringraziai per il benvenuto. Successivamente altri due si presentarono, ma ormai la mia mente era rivolta solo a Sofia.
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Rose Rosse
AdventureMegan, una ragazza sensibile amante della musica e della lettura, adora perdersi nei racconti più avvincenti e immedesimarsi nei personaggi principali; stavolta però, sarà proprio lei la protagonista della storia. L'avventura inizia quando sia lei c...