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Nei giorni successivi Eren non mi parlò, ma continuò a lanciarmi occhiatacce. Mikasa e Annie confidavano i loro sentimenti per Jean a me chiedendomi aiuto ed io non sapevo cosa fare. Jean continuava e cambiare ragazza ogni tre secondi. I professori rompevano e i miei genitori anche. Infine c'era Falco.
Per lui ogni scusa era perfetta per infilarsi in camera mia e chiedermi informazioni sui miei pochi amici e la mia vita sociale. Avevo scoperto che nella sua scuola media si parlava anche di me. Io ero quella nuova, ma adesso era lui la novità. Mi raccontava le sue giornate entusiasmanti. Si era preso una cotta per una certa Gabi, una bambinella di 12 anni che se la tirava. Era tra i tanti che le andavano dietro. Ogni venerdì veniva a prendermi assieme al papà a scuola. Jean li odiava. Falco sapeva come mettere una persona in imbarazzo e questa era una delle tante volte.
Era appoggiato alla macchina insieme ad un'altro bambino, e chiaccheravano prendendosi in giro e scherzando. Mikasa mi prese per il braccio e cominciò a ridere.
«T/n!» urlò Falco. Sprofondai. Molti occhi si puntarono su di me.
«Quante volte ti ho detto che non devi urlare?- Ciao papa!» dissi dal finestrino. Lui soffocò in una risata.
«Ma è carino!» disse Annie.
«Te lo regalo se vuoi. Anche per tutta la vita!»
«Sarebbe un piacere averlo con me. Gli insegnerei qualche mossa.» fece un sorrisetto sghembo.
«Guarda, c'è Eren.» Falco lo indicò. Gli abbassai la mano.
«S-smettila di indicare e sali in macchina!» non mi degnò di uno sguardo e corse verso di lui.
«Jean!» strillò buttandosi tra le sue braccia.
Jean era abbastanza imbarazzato. La ragazza accanto a lui si presentò a Falco e le sorrise. L'attrazione principale era Eren. Lui era felice di vederlo, poiché ogni volta lo "elogiava" di complimenti e lui diventava più odioso. I tre ci raggiunsero. Jean si infilò in macchina trascinando Falco, la sua amica e Eren.
«Allora sali o no?» mi domandò frustrato.
Aprii la portiera e salì ridendo.

«Sai Eren, questa sera organizzo una festa!» disse Falco.
«Cosa?» domandammo in coro io, Eren e Jean.
«Lo zio ha detto sì, perchè non vieni? Ci saranno tutti miei compagni, anche Gabi!»
«Non vorrei disturbarvi.» disse lui.
Mi girai, lo guardai ed alzai gli occhi al cielo.
«Sei odiosa.» mi disse.
«Sta' zitto-»
Mi girai incrociando le gambe e le braccia e mi concentrai sulla strada.

Lasciammo Eren davanti a casa sua e prima di aprire la porta, si girò verso di me e rise. Stavo iniziando ad odiarlo seriamente.

Quando tornai a casa ero troppo arrabbiata per mangiare, così salii in camera e chiamai Mikasa e le dissi quanto odiavo suo fratello e quanto si sentiva presuntuoso.

«T/n se lo conoscessi meglio, diresti tutt'altro.»

«Ma io non voglio conoscerlo per niente, senza offesa.» rise «Cosa facciamo questa sera?» le domandai.

«Siamo con Annie e alcuni suoi amici sta sera; passo a prenderti alle sei.»

«Così presto?»

«Sì, mio fratello ha un impegno e quindi devo tornare a casa visto che guiderò da sola.»

«Va bene, ci vediamo dopo.»

Già alle quattro del pomeriggio si sentivano le risate degli amichetti di Falco. Correvano per tutta la casa o giocavano alla playstation di Jean e qualcuno di loro bussava alla mia porta per poi scappare con i suoi compagni. Jean purtroppo era stato obbligato a rimanere a casa. Per fortuna i miei genitori non erano riusciti ad incastrare anche me.
Non sapevo cosa indossare quella sera, l'autunno era ormai arrivato, quindi dovevo scegliere qualcosa di più pesante dal solito. Scelsi una camicia lunga, che fungeva da vestito, rossa con la fantasia tartan, collant neri e scarpe nere. Era accettabile. Non volevo spiccare né restare nell'ombra. Quando fui pronta erano già le sei meno un quarto, così presi una piccola borsa e scesi giù.
Jean era in cucina e stava preparando i pop-corn, mentre Eren, con mia sorpresa, era seduto per terra a cerchio con gli altri ragazzini e stava raccontando loro una storia. La mia mente in un nano secondo si preoccupò subito del mio aspetto. Aveva un sorriso così bello e sincero. Non mi accorsi di essermi imbambolata a guardarlo. I nostri occhi si incrociarono e abbassai automaticamente lo sguardo.
«Dove stai andando?» mi chiese alzandosi. Mi afferrò un braccio e mi porto in cucina.
«Che c'è?» chiesi irritata.
«Stai uscendo con mia sorella?»
Ma che domanda era? Mi sembrava ovvio!
«Perchè ti interessa?»
Rimase zitto.
«Comunque sì, esco con tua sorella.»
All'improvviso si ricordò di una cosa.
«Mi ha preso la macchina quella stronza!» si mise una mano sulla testa. Io non capivo. Ma Mikasa non aveva la patente?
«Non vedo dove sia il problema.» dissi sottovoce roteando gli occhi.
«Smettila e chiamala.» mi guardò.
Feci per prendere il telefono ma mi accorsi che mi stava ancora stringendo il polso. Lo guardai di nuovo.
«Aspetta- hai detto che stava venendo qui?» mi chiese. Io mi limitai ad annuire.
Restammo per un po' in silenzio a guardarci negli occhi, poi lui fece una cisa inaspettata: si avvicinò lentamente a me. Voleva baciarmi.
Ma che diavolo gli passava per la testa?
Con una mano mi accarezzò il viso, mentre l'altra era dietro la mia schiena. Sembrava una situazione irreale.
Eravamo vicinissimi, poi io feci qualcosa di inaspettato.
Mi girai.
«Forse è meglio andare dagli altri, Mikasa sta per arrivare.» mi girai e me ne andai.
Il battito del mio cuore era aumentato, ma non mi ero pentita di aver rifiutato.

Forse, in altre circostanze...

Scacciai il pensiero ed entrai in salotto. Jean era alla porta e sorrideva a Mikasa, che quando mi vide da lontano corse subito da me.
«Perchè questa faccia?» le spiegai tutto e non feci in tempo a finire il discorso che Eren mi raggiunse e iniziò ad urlare. Mikasa aveva "rubato" la sua "bambina". Mi faceva ridere il modo in cui parlava della sua auto. Scoppiai a ridere.
«T/n sei un'odiota!» mi disse.
«Parli della tua auto come se fosse una persona. Andiamo!»
Eren s'infuriò talmente tanto che le sue urla attirarono l'attenzione di Jean e degli altri ragazzini, tra i quali Falco che ci raggiunse. Abbracciò Eren e gli disse che stava rovinando la festa. Lui si addolcì immediatamente e lo lasciò andare. Stavo iniziando ad odiare quel ragazzino.
«Ti accompagno a casa e non voglio sentire scuse.» disse a Mikasa.
La mia serata era stata rovinata. Lo odiavo con tutta me stessa.

Quando tornò la tranquillità, andai da Jean e gli proposi di aiutarlo con i ragazzini visto che la mia serata era andata in fumi. Lui accettò, ma mi disse che quando la festa sarebbe finita, sarebbe stato meglio scomparire perchè sarebbero venuti dei suoi amici. Mi andava bene, avrei letto un libro o ascoltato un po' di musica.

Stavo aiutando Jean a pulire visto che la festa si era conclusa, mentre Falco era sdraiato sul divano in procinto di addomentarsi.
«Eren!» lo chiamò Falco.
«Dimmi.»
«Resti qui a dormire, vero?» Eren guardò Jean che alzò le spalle mentre io scuotevo animatamente la testa. Lui con aria di sfida mi sorrise e rispose: «Certo!»

[1195 𝐩𝐚𝐫𝐨𝐥𝐞]

𝗒𝗈𝗎 𝖼𝗈𝗆𝗉𝗅𝖾𝗍𝖾 𝗆𝖾 . 𝖾𝗋𝖾𝗇 𝗃.𝗑𝗋𝖾𝖺𝖽𝖾𝗋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora