Un Carpentiere Partenopeo

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Le onde del mare battono sui porti della città azzurra, folle di abitanti camminano e chiacchierano in mezzo alle strade, e come tutti i giorni i lavori in cantiere procedono per Luigi "Gigi" Gambero, 50 partenopeo residente in provincia di Napoli (NA). Una goccia di sudore bagna i suoi pettorali, oggi è un altra giornata impegnativa, ma a Gigi piace fare il lavoro che fa.
Gigi fa questo lavoro da quando aveva 10 anni, cresciuto a pane olio e botte aveva acquisito un fisico bestiale, come quello di un normale napoletano di mezz'età.
Si alza alle 6, entra nella sua macchina truccata rigorosamente a diesel e alle 7 è sul posto di lavoro. Alle 12 va in pausa per un ora e alle 17 stacca. Abile nell'arte della Pizza e grande intenditore di calcio, insomma un napoletano come tanti.
Ore 12, Gigi va in pausa e si reca ad una salumeria convenientemente a due passi dal cantiere per farsi "l'ammaren", termine usato comunemente per indicare il pranzo da portare a lavoro. Entra e la salumeria è vuota. Gigi ha da subito un cattivo presentimento ma nulla lo fermerà dal suo panino sasicc e mlnzan. Arrivato al banco si schiarisce la voce, cercando di attirare l'attenzione del salumiere girato di spalle.

Gigi: Mi scusi, un panino napoletano classico sasicc e mlnzan per piacere.
Salumiere: Non c'è nulla di classico in un panino con le melenzane...arriva subito.

Il salumiere si gira ma Gigi gli impedisce di farlo bloccandogli un braccio.

Gigi: Tu non sei Antimo, il salumiere che lavora in questa salumeria, e dal tuo accento non mi sembri neanche mediterraneo.
Salumiere: Hai ragione, sono il ragazzo nuovo, vengo da Fuori grotta.
Gigi: Perfetto. Allora sapresti dirmi cosa simboleggia questa data? 1926.

Ogni napoletano conosce a memoria il significato di questa sequenza di numeri, gli viene impressa nel cervello in giovane età tramite violente punizioni corporali come la costrizione ad indossare una maglia della Juventus per andare a scuola tutti i giorni.
Il silenzio del salumiere fù abbastanza per provare i sospetti di Gigi.

Gigi: Tu non sei di Fuori grotta. Non sei neanche di Napoli!
Salumiere: Mi hai beccato Gigi.
Gigi: COME CONOSCI IL MIO NOME?!

Gigi balza all'indietro con velocità e agilità feline, simili a quelle di Lorenzo Insigne sulla fascia dei partenopei.

Salumiere: Io so molte cose su di te Gigi.

La r moscia dell'uomo nei panni di salumiere si fece sempre più evidente, fino a rivelare un leggero accento pugliese.

Gigi: No, è impossibile...NON PUÒ ESSERE!

Il salumiere si girò, rivelando la sua identità.

Giuseppe Conte: Ciao Gigi, ti vedo bene.
Gigi: GIUSEPPE CONTE!

L'ex presidente dei ministri si rivelò di fronte a Gigi, spogliandosi degli abiti di Salumiere che indossava, mostrandosi con il suo iconico outfit da presidente del consiglio.

Gigi: Tu....Tu sei morto! Abbiamo assistito tutti alla tua morte in diretta, è impossibile!
Giuseppe Conte: Oh Gigi, ci sono così tante cose che nemmeno ti immagini.
Gigi:Ma...come hai fatto a sopravvivere?

L'ex presidente, disfacendosi della sua giacca, mostrò a Gigi le cicatrici che portava sul busto.

Giuseppe Conte: Queste cicatrici, gli ho dato i nomi dei vari decreti fatti durante la quarantena.
Ma abbastanza con le chiacchiere, sono qui per un motivo ben preciso Gigi. L'Italia sta per diventare nuovamente un campo di battaglia, ma insieme possiamo prevenirr questo disastro. Unisciti a me. Mi serve la forza di Gigi O'Boss.

Le visioni di cadaveri della sua famiglia gli apparirono nuovamente davanti agli occhi, insieme alla pioggia e ai tuoni di quel giorno. L'assassino di sua moglie e dei suoi figli era in piedi su di una pila di cadaveri infinita, illuminato per metà dai tuoni.

GABIBBOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!

L

'urlo di Gigi rieccheggiava nella tempesta, mentre correva disperato verso la creatura rossastra. Non di colore. Ma del sangue dei suoi nemici.

Gigi: Non posso presidente, mi dispiace...ho deciso di cambiare vita dopo quello che è accaduto 10 anni fa.
Giuseppe Conte: Menzogne, so che dentro di te vive ancora-
Gigi: QUEL GIGI È MORTO PRESIDENTE. È MORTO TANTO TEMPO FA.
Giuseppe Conte: ...Ho capito...ti lascerò in pace...Ma se dentrò di te vive ancora il desiderio di un Italia giusta, sai dove trovarmi.

L'ex presidente dei ministri si rimise la giacca, e superò Gigi, dirigendosi verso la porta.

PRESIDENTE!

Giuseppe Conte si fermò, quasi arrivato all'uscio della porta.

Gigi: Io...

I ricordi di quel fatidico giorno non facevano altro che ritornare. Gigi sognava quella scena ogni notte, impotente. Se solo avesse fatto qualcosa quel giorno, se solo avesse preso parte in prima linea alla guerra allora forse non sarebbe finita così. Questi erano i pensieri che tormentavano Gigi ogni singolo giorno.

Gigi: ...Io ci sto.

Conte si voltò con un sorriso, illuminato dalla luce del mezzogiorno partenopeo.

Benvenuto a bordo, Luigi Gambero.



~Tratto da una storia vera~

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 05, 2021 ⏰

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