Emma
"Papà ha chiamato una certa Liz, dell'associazione, devi andare a fare le prove del costume da Babbo natale per stasera. Ha detto alle 16 in associazione" dissi a mio padre mentre eravamo a tavola durante la vigilia di Natale.
L'atmosfera era tranquilla e serena, come se avere Jack a pranzo fosse una cosa da tutti i giorni.
"Vedi Jack, ogni anno la notte di natale mi travesto da babbo natale e con la slitta porto dei regali ai bambini che sono ricoverati nel reparto pediatrico nell'Ospedale del paese.
Ho iniziato quando Eve si ruppe un braccio proprio la vigilia, era preoccupata che Babbo Natale non la trovasse. E così è diventata tradizione, vedere quei sorriri è gratificante", spiegò Richard.sul volto di Jack si illuminò un sorriso semplice e genuino. non replicò, probabilmente per paura di chiedere qualcosa di sbagliato oppure che potesse far riemergere i ricordi di Rosmery.
"ti accompagnamo io e Jack, papa', cosi' poi ci fermiamo a fare una commissione" dissi a mio padre.
lui sorrise in segno di gratitudine ed Il pranzo continuo' in modo gioioso e sereno.
come concordato portammo mio padre all'associazione, lo salutammo e finalmente riusci' a stare sola con Jack.
Da quando era arrivato, era stato catturato da mio padre e non abbiamo avuto modo di parlarci.Infatti, appena mio padre varco' la porta dell'associazione, mi attirò a sé per un bacio mozzafiato.
"era da stamattina che avevo voglia di baciarti" disse a fior di labbra.
"Si anch'io avevo voglia di baciarti, anche se mi hai sorpeso. E' bello averti qui sono contenta che hai conosciuto mio padre", si stava proprio bene nel suo abbraccio. 《Cavolo Emma sei proprio cotta!》 pensai.
"Bene, dunque che commissione dobbiamo fare?" chiese Jack accendendo la macchina.
gli feci un sorriso furbo,
"era solo una scusa per stare soli. Se vuoi ti faccio fare il giro della città. certo non è New York, ma è graziosa"."Sei senza speranze Emma" disse sorridendo e sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio
"sanno di noi, bastava dire "NOI USCIAMO,CIAO", senza farsi tanti problemi" sorrideva ancora
"Non conosci la mia famiglia Smith! dai vai a destra"
prima di partire mi guardo' negli occhi"Mi prenderò tutto il tempo necessario per conoscervi il più possibile in tutte le vostre stramberie" disse con voce dolce e posando un bacio a stampo sulle mie labbra.
quella semplice frase, quelle semplici parole mi rasserenarono.
Eve aveva ragione, lui era qui e stava cercando di conoscere al meglio la mia famiglia, perché se è importante per me, lo è anche per lui.
In quel momento realizzarei che Jack provava i miei stessi sentimenti. Allora perché non si era dichiarato? aveva paura di qualcosa?
ma di cosa?Tornai alla realtà solo quando il motore dell'auto si spense. Jack si era fermato proprio davanti al centro sportivo.
Quello era il mio posto preferito nonché porto sicuro. Quando ero più giovane mi piaceva sedere sugli spalti e guardare gli altri ragazzi allenarsi. mi distraeva e in un certo senso mi dava la carica."Possiamo entrare? i centri sportivi mi sono sempre piaciuti" domando' con un sorriso stampato in volto.
Gli presi la mano e lo accompagnai a fare un giro. poco dopo ci trovammo seduti in tribuna centrale.
"Sai è iniziato tutto in questo campo sportivo. Qui ho fatto il mio primo allenamento e sempre qui Marcus ha intravisto del potenziale.
Questo posto mi fa sentire al sicuro" dissi mentre guardavo nel vuoto.Iniziava a fare freddo, il mio naso era rosso.
"vieni qui stai morendo di freddo" disse Jack, aprendo le braccia.
Non me lo feci dire due volte, mi accomodai con la schiena contro il suo petto e la sua testa appoggiata alla mia spalla. Si stava tremendamente bene tra le sue braccia, avevo un senso di pace e sicurezza che non avevo mai provato.
E credo che anche Jack lo sentisse."anche se starei qui a lungo, tra non molto dobbiamo andare per due motivi:
uno sta scendendo il freddo e noi rischiamo l'ipotermia.
Due devo rimettermi in viaggio se voglio essere a casa dei miei domani. Ma prima voglio darti una cosa". disse con tono sereno, mentre lasciava la presa dell'abbraccio.
Frugo' nelle tasche della giacca e ne estrasse una scatolina di velluto blu scuro ed un fiocco bianco.
Sgranai immediatamente gli occhi e le pulsazioni aumentarono.
Jack mi porge la scatolina"Buon natale Emma, spero ti piaccia"
con le mani tremanti prensi la scatolina ed iniziai ad aprirla.Quando i miei occhi videro il contenuto si riempirono di stupore, gioia ed un pizzico di delusione.
La scatolina conteneva un ciondolo in oro bianco che rappresentava il simbolo olimpico, i 5 cerchi.
Era semplice e classico proprio come lo avevo sempre cercato"Jack è bellissimo, proprio come lo avevo sempre immaginato, ma dove lo hai trovato?" Gli chiesi stupita.
Mi regala un sorriso e mentre mi sposta i capelli per mettermi la collana mi disse
"Diciamo che potrei aver fatto una foto allo schizzo che avevi disegnato sulla tua agenda e potrei averla portata all'orefice di fiducia di famiglia... il risultato eccolo qua!...Guarda, dietro sulla base del cerchio ho fatto incidere una J."
"E' bellissima" mi fermai ad osservare il ciondolo, era la copia esatta di come lo desideravo.
"Hai fatto tutto questo per me" non era una domanda, ma bensì una affermazione, a me stessa.
Ma stavo parlando ad alta voce e Jack era lì."Piccola, farei di tutto per te" rispose guardandomi dritto negli occhiali.
Ci guardammo in silenzio, entrambi pronti a pronunciale le fatidiche due parole, lo sguardo si intensifico', ma purtroppo nessuno dei due ebbe il coraggio di fare il primo passo.
Restammo li, in un silenzio quasi imbarazzante con due parole non dette che pesavano come macigni.
Tornammo a casa con le nostre domande, le nostre paure e la nostra delusione. Entrambi con la paura di ferire l'altro entrambi con la speranza di trovare risposte.
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Un Amore A Cinque Cerchi
Любовные романыEmma Brown è un'atleta professionista con il sogno di partecipare alle Olimpiadi. Passione e dedizione verso il suo sport la portano a vivere esclusivamente per inseguire il sogno, lasciando fuori amore ed amicizie. Jack Smith, stella indiscussa del...