Rock 'n' Roll Suicide

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I've had my share, I'll help you with the pain
You're not alone

*

Rebecca sentì lo scatto della porta d'ingresso che si apriva e andò subito ad aiutare la mamma, che era appena tornata dal minimarket sovraccarica di buste della spesa.

"Grazie, Bì," ansimò lei, posando in cucina i sacchetti di plastica rigonfi e asciugandosi la fronte con il dorso della mano. "Capisco che non si può andare a fare la spesa in due, però ogni volta, caricarsi come un dromedario..."

"Ma non dovevi prendere solo un paio di cose?" domandò Rebecca. Aprì il freezer per sistemare i surgelati e l'aria fredda le fece piacevolmente accapponare la pelle. "Se mi dicevi che dovevi fare una spesa così grossa, ti aspettavo all'angolo della strada. O mandavo Leo, così muove il culo, per una volta."

La mamma scosse la testa come chi dice non importa. "Ho fatto un po' di scorte," spiegò. "Non si sa mai quello che può succedere. Ogni volta ripenso a quella sera al Todis, con tutti gli scaffali vuoti, ti ricordi?"

"E chi se la scorda! Con quella musica di sottofondo, poi... inquietante."

Sua madre gettò uno sguardo all'orologio. "Papà è ancora su Zoom?"

"Sì, ma credo che abbia quasi finito. Non vorrà perdersi la conferenza stampa di Conte!" Rebecca prese i kiwi, li tastò e li sistemò nella ciotola della frutta.

Il frigorifero e le dispense si riempirono rapidamente. Con tutto lo scatolame e i cibi surgelati che avevano, erano pronti ad affrontare un lockdown di mesi. O una piccola guerra nucleare.

La mamma si girò a guardarla, con un'espressione improvvisamente costernata. "Ma lo sai chi si è presa il Covid? La signora Russo."

Il pensiero di Rebecca volò subito alla prima mattina di quarantena, quando l'anziana, portando a spasso il suo spinone, l'aveva sorpresa a stendersi in mezzo alla strada. Il suo stomaco diede una piccola stretta di apprensione.

"Dai?"

"Me l'ha detto Renata al minimarket. Figurati, se succede qualcosa a Villa Riccio, lei è la prima a saperlo."

"Ma come è successo?"

Sua madre allargò le braccia. "E chi lo sa! Basta un momento di disattenzione. Ad ogni modo, pare che siano venuti a prenderla in ambulanza l'altra notte, povera donna."

L'ho sentita arrivare, quell'ambulanza, pensò Rebecca, con lo stomaco che si attorcigliava un po' di più. Prese una delle conchiglie appese all'elastico della treccia e iniziò a rigirarla fra l'indice e il pollice.

"È brutto, se ti prendi il Covid a quell'età," commentò.

La mamma annuì, pensosa. "Speriamo che non sia niente di grave, dai. La maggior parte delle persone guarisce." Le rivolse un sorriso e le strinse affettuosamente un braccio.

"E Rudy?" chiese Rebecca. La signora Russo era vedova e viveva da sola con il suo cane.

"Credo stia con qualche parente, non so."

Per qualche motivo, il pensiero dello spinone baffuto che aspettava il ritorno della sua padrona in un appartamento che non era il suo, insieme a persone che non gli erano familiari, turbò Rebecca più di ogni altra cosa.

"La conferenza stampa sta per cominciare," annunciò, per cambiare argomento. "Ci sarà qualche buona notizia?"

La mamma sospirò e la seguì in soggiorno. "Pare che la curva si stia abbassando... speriamo bene."

Si accomodarono sul divano e accesero la televisione. Leo e il papà le raggiunsero subito.

Il logo azzurro della Presidenza del Consiglio dei Ministri lasciò il posto a un tavolo ormai familiare, alle bandiere italiana e dell'UE e alla figura compassata di Conte, con il suo completo blu e la cravatta abbinata.

Una playlist per la fine del mondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora