Un sogno impossibile può diventare possibile?

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Kuro guardava fuori dalla finestra. Non poteva crederci il giorno dopo ci sarebbero l'apertura della più prestigiosa scuola di idol del paese: la Star Wish idol princess. Era emozionatissima. Non vedeva l'ora di essere lì, insieme alla sua migliore amica Yara. Erano amicissime fin dai tempi dell'asilo e finalmente tra poche ore avrebbero realizzato il loro sogno. Insieme!! Insieme come sempre. Ad ogni sua esperienza l'amica l'aveva sempre accompagnata e lo avrebbe fatto ancora. Chitoge apparve davanti a lei, fluttuando sul parco. Era illuminata dalle mille bacchette colorate dei fan fortunati che avevano potuto assistere di persona al suo concerto. Quanto li invidiava. Purtroppo lei non era riuscita a raccogliere abbastanza soldi per poterlo fare. Costava troppo per le sue tasche vuote. Anche se, dopo scuola, aveva fatto dei lavoretti, tutti i soldi guadagnati erano finiti alla fine nella retta di entrata della scuola. O almeno così le aveva detto la zia. Non era poi così convinta. Chitoge stava in quel momento lanciando uno dei suoi effetti mozzafiato. Dei cuori raggiunsero il pubblico presente lì e lei. Kuro li vide volare davanti a sè. Ne prese uno. Era come se quel cuore fosse lì davanti a lei. Lo vide scomparire in mille cuori luminosi. Chitoge intanto aveva iniziato a cantare. La ragazzina si mise a sedere nel letto. Chitoge era bellissima. Aveva lunghi capelli biondi, legati in due lunghe trecce, grandi occhi celesti che ricordavano un grosso diamante blu prezioso. Le labbra non erano nè troppo sottili, nè troppo carnose. Semplicemente perfette. Il naso sembrava quello di una statua greca. Quell'idol aveva tutte le proporzioni perfette. Anche la sua voce era perfetta. Sembrava quella di un angelo. Lei l'ammirava, l'ammirava tantissimo. All'improvviso sentì dei rumori di ciabatte che si stavano avvicinando. La ragazzina sospirò. Sapeva già chi stava arrivando.  Kuro si guardò intorno. Doveva sistemare la propria camera e in fretta, prima che arrivasse la zia. Quella donna era sempre dura con lei. Sorrise. Presto l'avrebbe abbandonata. Prese il cellulare e ne tirò fuori le schede di memoria. Stava guardando delle live di idol che adorava. Una di queste era proprio  Chitoge Eriko Kiroya. Era la più bella, la più brava e sicuramente la più buona idol del mondo. Kuro avrebbe voluto diventare proprio come lei un giorno. Di poter viaggiare per il mondo e cantare davanti a tutte quelle persone tutta la propria passione per la musica. Chitoge era diventata famosa alla sua età, forse anche lei..... Scosse la testa. Le sarebbe bastato cantare accanto alla sua Idola. L'immagine di Chitoge che cantava, mentre andava a destra e sinistra con il corpo scomparve. Le mise dentro la bustina che infilò in una piccola borsa rosa. La zia entrò dentro la camera. Kuro stava mettendo proprio in quel momento i suoi pupazzi nel baule. Vide la donna annuire. "Brava." Poi le mise davanti una scopa. "Vieni con me a pulire in casa del signor Small! Il suo robot si è appena rotto e ha chiesto a noi due di spazzare casa sua, almeno finchè non verrà riparato! Ti consiglio di fare il meglio possibile. Se faremo tutto bene ci ha promesso ben  200 dollari!" Kuro annuì. "Va bene, zia. Arrivo!" La donna la guardò in maniera arcigna. "Deve venire via come, adesso! Ti devi considerare fortunata se con l'eredità dei tuoi genitori e i soldi che ci ha dato quell'uomo sei riuscita a entrare in quella scuola, quindi vieni ora e subito se vuoi andarci davvero! Mi ha detto anche che farà in modo che realmente tu possa entrare!" A differenza della zia,  a Kuro quell'uomo non convinceva del tutto, ma era l'unico che mi poteva far entrare nella scuola. Prese l'aspirapolvere. Almeno se dovevano pulire la casa di quel tricheco obeso, dovevano cercare di metterci il meno possibile e poi con quello avrebbero fatto il lavoro in maniera migliore. La zia la guardò per un attimo di un nuovo in maniera arcigna, poi sospirò. "Fa come vuoi, io pulirò nella maniera classica: scopa e secchiello." "Zia in realtà la maniera classica è con l'aspirapolvere, ormai la ramazza non è più nemmeno in commercio. E' presente solo nei musei. Per davvero! Ieri sono andata in un museo che parlava del millennio scorso e l'ho trovata lì vicino a un cellulare a testi e a uno smartphone." "Tu fai come ti pare. Io faccio come mi pare. L'importante è che andiamo a pulire quella casa, ok?" Kuro annuì. Dovevano sbrigarsi. Il signor Small era un uomo che si spazientiva molto facilmente. La ragazza sbuffò. Prese di peso l'aspirapolvere e seguì la zia di corsa. Dopo pochi minuti si trovavano già in casa del vecchio bavoso. L'uomo non era presente in casa. Forse era già uscito con una delle accompagnatrici che aveva comprato da poco su Amazon. Kuro non l'aveva mai vista, ma era convinta che fosse soltanto una poveraccia  della sua età che i genitori avevano venduto per poter racimolare qualche soldo. Il signor Small era un tizio davvero inquietante. Doveva considerarsi fortunato che la vita dei poveri contava meno di quella degli animali. O almeno questo era quello che le avevano detto prima i  genitori e poi la  zia. Lei non sapeva se fosse vero o se fosse semplicemente frutto dell'invidia verso un ricco. Una parte del suo cuore sperava che fosse la seconda. Le era quasi più accettabile che fosse l'invidia dei genitori a far loro dire quelle cose che fosse la semplice verità. Il mondo non poteva essere un mondo così orribile. Certe c'erano anche persone orribili, ma erano la minoranza. Nonostante cercasse di convincersi di quel pensiero, qualcosa le diceva che non era affatto così. Forse i ricchi erano veramente dei giganteschi bastardi che consideravano degna di valere qualcosa la vita di un povero. Le bastava andare a scuola per vedere ogni giorno ingiustizie intorno a sè. Forse anche per questo motivo che voleva diventare a tutti i costi un' idol. Nessuno si sarebbe permesso di sfruttarla se fosse stata un'idol famosissima. Accese l'aspirapolvere. Sperava solo che quel tormento finisse il prima possibile. In un attimo lei e la zia riuscirono a ripulire da cima a fondo la casa. Kuro doveva considerare che era messa piuttosto male per essere la casa di un riccone. Forse non ci abitava poi così spesso. Entrando nella camera da letto del riccone bastardo, vide un robot mezzo spogliato riverso sul letto. Erano in bella vista tutti i cavi e cavetti collegati alla batteria, che le dava energia. Kuro si avvicinò al robot. Doveva ammettere che il signor Small avesse  scelto un bel modello. I tratti facciali del robot erano sottili e delicati e ricordavano vagamente quelli delle statue della bella dea Afrodite. Kuro aveva visto quelle statue insieme ai genitori, in quei pochi momenti in cui avevano avuto i soldi necessari per accedere a un museo. Prese in mano alla batteria. Sarebbe bastato poco per riparla. Persino lei ne era capace? Quell' obesone del cavolo non lo sapeva fare? Persino un ragazzino di dodici anni sarebbe riuscito a ripararla. Quell'uomo era ancora più incapace di quanto pensasse. La prese in mano e in un attimo la riparò. Bastò pochi giri di cacciavite. Rimase la batteria al suo posto, rivestì il robot e poi lo accese. In un attimo la donna robotica sul letto riprese vita, si alzò e ricominciò a pulire come se niente fosse. Doveva essere un modello non programmato per provare emozioni. Chissà perchè il signor Small l'aveva presa così. Raggiunse la zia nell'ingresso. La donna stava parlando con il signor Small, che evidentemente doveva essere arrivato da poco. Non riusciva a capire cosa stessero dicendo. Appena lei si avvicinò smisero subito di parlare.  L'uomo la salutò. Kuro ricambiò il saluto. Accanto a lui si trovava una ragazzina del suo età che Kuro conosceva benissimo. Fino a pochi mesi prima andavano in classe insieme. Poi la ragazza era scomparsa all'improvviso. Non era più venuta a scuola e nemmeno i professori sapevano dov'era finita. Si trovava lì, nella casa di quel lurido porco.  I suoi genitori non avevano così torto dopo tutto. cercò di sorriderle. "Lei si chiama Ichigo." Kuro scosse la testa. Sapeva benissimo come si chiamava. "Io e la tua amica vi iscriverò a una sola condizione." Kuro guardò la ragazza. Lei cosa centrava? L'uomo continuò: "Che portiate lei con voi! Farò da manager a tutte e tre! Dovrete diventare un trio e iscrivervi come tale. Prendere o lasciare. Ovviamente penserò io a tutte le spese della scuola. Sarete il piccolo investimento." Guardò la ragazza. Non c'era dubbio che lui se la portasse a letto e non era  poi così convinta di farlo diventare il loro  manager. E se prima o poi avesse chiesto anche a lei  e a Yara quelle specie di prestazioni? Non voleva di certo cedere la sua  dignità per diventare un'idol. Non sarebbe  mai caduta così in basso. Guardò la zia. Con la bocca la donna le mimò di accettare. Era la sua unica occasione, non poteva di certo farsela sfuggire. Guardò di nuovo Ichigo. La ragazza le stava di nuovo sorridendo con fare falso. Guardò di nuovo il signor Small. Qualcosa le diceva che doveva scappare, nascondersi, ma così facendo avrebbe perso tutto. "Va bene, accetto" disse infine. Vide l'uomo sorridere. Un sorriso crudele si aperto su quelle grasse labbra. "Perfetto, mia cara. Vedrai che non te ne pentirai!" Kuro non era poi così convinta. 

Il giorno dopo si trovava insieme a Yara e a Ichigo davanti alla scuola per idol. Era la stessa scuola che la famosissima Chitoge aveva frequentata alla sua età. Era emozionatissima. Non vedeva l'ora di iniziare le lezioni. Prese la mano della sua amica. Si guardarono. Erano entrambe emozionate. Kuro guardò con la coda dell'occhio Ichigo. Non sembrava emozionata quanto loro. Forse semplicemente non lo dava a vedere. Insieme andarono verso la porta che si aprì davanti a loro, rivelando un salone immenso. Una voce angelica si fece subito sentire. "Voi dovete essere le nuove arrivate per l'audizione." Kuro la riconobbe subito. Era la voce angelica della famosa idol ventunenne Chitoge Eriko Kiroya. Non poteva essere. La ragazzina si volse verso quella voce. Lungi capelli biondi, occhi che sembravano due gemme preziose e bellissimi tratti delicati come quelli di un angelo. Era proprio lei. Era la sua idola e si stava rivolgendo proprio a lei. Kuro avrebbe voluto svenire. Si voltò verso Yara. Anche l'amica sembrava molto emozionata e sul punto di svenire. Kuro cercò di trattenersi dall'urlare. Con voce timida e bassa, rispose: "Sì, siamo noi!"  " Perfetto. Siete proprio come vi ha descritto il signor Small. Venite da questa parte." Le guidò proprio verso il salone immenso. Esso finiva con una grande porta placcata d'ora. Chitoge vi appoggiò la mano. In un attimo, come se l'avesse riconosciuta, la porta si aprì rivelando un immenso palcoscenico che riluceva di migliaia di luci colorate come se fosse un immenso e colossale diamante. Kuro era sicura che la loro stupenda avventura era appena iniziata. Non poteva di certo aspettarsi le cose terribili che le sarebbero successe di lì a breve. 





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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 02, 2023 ⏰

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