Capitolo 16

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Veronica

Prendo la borsa senza dire nulla. Spero non si noti il mio rossore sulle guance.

«Oh- Veronica, te ne vai già? Dobbiamo ancora giocare a succhia e soffia»
«Ehm si scusate, è che ho un altro impegno ora» Mento ad Ester e a tutti i presenti.

-In realtà non ho nessun impegno, ma voglio solo andarmene a casa-

Sono le 23:30 di sera. Sto tornando a casa e fa freddo. Sono alla fermata dell'autobus da più di quindici minuti e l'autobus ancora non è passato. Decido di continuare a piedi.

«Ehi tu» Mi sento chiamare. Mi volto e vedo un gruppo di cinque o quattro ragazzi fumare e bere appoggiati ai loro motorini.
Cerco di ignorarli e proseguire.

Qualcuno mi afferra il braccio.

«Ehi bella, ti va di bere qualcosa con noi?»
«Oh no, scusate ma non bevo»
Tiro via il braccio dalla stretta ma mi ritrovo un altro ragazzo davanti.
«Già vai via? Dai fermati con noi un po'»
«Ragazzi ho già detto di no, lasciatemi stare»
Un altro ragazzo mi tocca il sedere e il mio cuore inizia a battere forte per la paura.

Cerco di tirarmi via e scappare ma è inutile.

I ragazzi mi tirano a terra facendomi cadere. Mi rubano prima portafoglio e cellulare e dopo di che iniziano a baciarmi.
Provo ad urlare ma risulta impossibile.

Chiudo gli occhi cercando di svegliarmi da questo incubo.

«Brutti bastardi non dovete toccarla nemmeno con un dito!» Edward in pochi secondi li scaraventa a terra tirandogli così tanti pugni che i ragazzi scappano terrorizzati.

«Non dovete manco guardarla! Se non volete che vi ammazzi toglietevi dalla vista» Urla e i ragazzi corrono via con le loro moto.

«Veronica. Che diavolo è successo?» Ora riesco solo a piangere dallo spavento.

Edward mi abbraccia ed io lo stringo forte.
«Quei maledetti ti giuro che li troverò»
Dice e lo stringo ancora più forte.
Mi sento così al sicuro quando sono con lui.

«Andiamo ti riporto a casa» Dice toccandomi delicatamente la ferita sul viso.
Mi aiuta ad alzarmi e saliamo in auto.

«Vieni entra» Lo invito ad entrare in casa.
«Tieni metti questo» Dico voce spezzata e le passo subito un po' di giacchio. Edward se lo mette sulla mano.

«Grazie, ma serve più a te che a me» Delicatamente lo avvicina al mio viso e lo poggia sul taglio della mia fronte.

«Ti ringrazio per essere arrivato ad aiutarmi»
Una lacrima mi scende. Edward mi sorride dolcemente e mi poggia una mano sul viso.

«Ehm- vuoi un po' di acqua?» Domando arrossendo. «Tu siediti, ci penso io» Faccio come dice e mi siedo sullo sgabello.

Mi passa l'acqua e ne bevo un po'.

«Tieni. Sono riuscito a prendere solo queste cose, ti hanno rubato altro?» Edward tira fuori dalla giacca il mio portafoglio e il mio cellulare.

Scuoto la testa e lo ringrazio.
«Facciamo che la prossima volta ti riporto io a casa. Non voglio che torni da sola di notte»
Mi piace quando è cosi protettivo.

Sento la porta di casa aprirsi. È tornata mia madre e non è sola. Con lei c'è David.

«Mamma?» «Papà?» Diciamo in coro io ed Edward. «Oh tesoro! Che diavolo hai fatto al viso?» Mia madre corre a guardarmi.

«Dei teppisti la stavano aggredendo» Risponde Edward. «Non preoccuparti mamma, ora sto bene, per fortuna è arrivato Edward e mi ha aiutato» Faccio un piccolo sorriso al moro.

«Tu?» Mia madre lo guarda quasi sconvolta.
«Mamma..» Sussurro fulminandola.
«Beh ti ringrazio molto Edward» Sorride subito dopo. «Voi due piuttosto dove eravate?» Domando poi e mia madre guarda David.

«I soliti eventi cinematografici» Sorride David.
-sono entrambi strani-.

«Beh ma ora che ho riportato tua madre a casa è arrivato il momento di andare. Edward tu vieni con me?» Chiede il padre e il ragazzo annuisce.

«Ehi...» Lo prendo per la felpa.
«Ti ringrazio» Faccio un piccolo sorriso.
Edward ricambia il sorriso per poi andarsene con il padre.

Dᴜᴇ ᴘᴇʀғᴇᴛᴛɪ sᴄᴏɴᴏsᴄɪᴜᴛɪ ☾Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora