Capitolo 3 "Il Licantropo"

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Era passata una settimana dal loro ultimo incontro.

Jin non si dava pace, quegli occhi dorati avevano preso il controllo della sua mente, occupando ogni pensiero, togliendo spazio anche al ricordo della sua metà.
Questa cosa lo faceva andare su tutte le furie, non voleva sentirsi cosi.
Ma non era l'unico a sentirsi confuso, anche in un altro luogo c'era qualcuno che stava iniziando ad impazzire. 

Un licantropo che abitava con il suo branco poco distante dal castello di Jin.

Avevano sempre preferito spostarsi frequentemente per non affezionarsi a nessun luogo e non doversi imbattere in qualche pericolo.
Avevano occupato un villaggio abbandonato ed erano lì da pochi mesi, erano stanchi di muoversi in continuazione, volevano trovare un luogo da chiamare casa.
Per un periodo avevano apprezzato il fatto di visitare così tanti posti diversi ma sapevano che lo facevano soprattutto per la loro sopravvivenza e non per piacere.
Il loro branco aveva bisogno di stabilità, di sentirsi al sicuro, di piantare le proprie radici.
Era tutti esausti nel doversi sempre guardare alle spalle, temendo di morire il giorno dopo.

Il nostro licantropo nelle sue sembianze umane stava sistemando le sue prede in cantina quando qualcuno lo chiamò.

"Ehi fratellino si può sapere che ti succede?". Chiese preoccupato il maggiore che percepi un cambiamento in lui.

"Ciao, che vuoi dire?". Il più piccolo fece finta di non capire, non voleva dirgli niente, sapeva già come avrebbe reagito il fratello.

"È da un po' di tempo che ti vedo strano, sembri avere pensieri per la testa". Sapeva che gli stava nascondendo qualcosa, lo conosceva fin troppo bene.

"Ho incontrato un vampiro". Era stato costretto a dirglielo, non avrebbe mollato la presa.

"Dove?". Chiese infastidito, non si aspettava questo, e non voleva che fosse quello l'argomento.

"Nella foresta, quella poco distante da qui". Il più piccolo sentiva che suo fratello stava iniziando ad arrabbiarsi, ecco perché sperava che non avesse insistito.

"Quella dove sei andato durante la luna piena?". Disse il maggiore cercando di domare la rabbia che stava crescendo.

"Si esatto". Sapeva già quale fosse stata la domanda successiva.

"Lo hai ucciso vero?". Il suo tono era tagliente, e sperava che la risposta fosse un'affermazione.

"Eh...no". Disse titubante il più piccolo.

"Perché no? Dovevi ucciderlo, bastava un morso e avevamo un nemico in meno". Il tono si alzò di un livello, doveva ucciderlo non c'erano altre soluzioni, suo fratello non doveva lasciarlo in vita.

"Lo so, ma non ci sono riuscito". Disse sincero il più piccolo. Qualcosa dentro di lui glielo impedi.

"In che senso?". Il tono rimaneva arrabbiato ma ora aveva un pizzico di stupore, non capiva quella frase.

"Non lo so". Nemmeno il più giovane sapeva il motivo.

"La prossima volta che vai io vengo con te". Disse secco il maggiore, non accettava opposizioni.

"Non serve". Disse infastidito il più piccolo, odiava quando usava quel tono con lui

"Non ti ho chiesto il permesso. Ora vado che Tae mi sta aspettando per la ronda". Il tono autoritario che usava quando la rabbia ribolliva.

Il nostro licantropo non amava essere trattato come un cucciolo indifeso, adorava suo fratello e i suoi amici ma lo trattavano sempre come se non fosse un vero e proprio licantropo ma come una piccola palla di pelo indifesa, questa cosa lo mandava su tutte le furie. Sarebbe ritornato alla foresta ma da solo, di nascosto. 

Quel vampiro gli aveva scombussolato la mente, e soprattutto gli aveva fatto perdere il controllo non riuscendo a mantenere lo stesso colore delle iridi, c'era qualcosa in quel succhia-sangue.

Non poteva negare di trovarlo attraente, fin dalla nascita gli veniva inculcato nella testa che loro e i pallidi erano nemici mortali.
Non potevano esistere legami, non potevano essere amici ne tanto bene avere una relazione. 

Invidiava la sua altezza, le sue spalle larghe, la sua carnagione così liscia e perfetta, i capelli corvini leggermente mossi.
Forse l'unica cosa che poteva creargli una specie di disgusto erano i canini e i suoi occhi rossi.
Avrebbe accettato anche la sua dieta se solo il sangue di cui si nutriva proveniva da animali e non da persone.
Questi pensieri gli avrebbe tenuti per se, nessuno avrebbe capito le sue motivazioni, soprattutto suo fratello e infondo lo capiva, faceva bene a nutrire odio verso quelle creature e vorrebbe che fosse così anche per lui. 

Reincarnazione (Jinmin)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora