Capitolo 21

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Olivia's Pov
Era notte, la luna splendeva alta nel cielo, le stelle brillavano e il mare era calmo, non c'era un filo di vento, ma mi stringevo nelle spalle cercando di ricevere del calore dalle mie braccia incrociate al petto.

Tra meno di un'ora sarebbe sorto il sole e avrebbe fatto giorno. Io camminavo velocemente con i piedi sulla sabbia fredda e con il vestito che mi arrivava alle caviglie. Non sapevo dove stavo andando, forse nel bosco o forse mi sarei spinta oltre, l'unica cosa che sapevo è che non volevo tornare all'accampamento, volevo stare sola, senza nessuno che dovesse stare al mio fianco.

Camminai lungo la spiaggia fino a ritrovarmi nel cuore del bosco, avevo camminato a lungo, infatti i miei piedi erano doloranti e il mio corpo tremava per via del freddo provocato dalla notte. Restai in piedi a guardare la luna,.

"Perché non l'hai impedito? Perché non hai impedito che Perseo mi ha dato quello schiaffo? Dovevo impedire la mia partenza, so che potevi farlo Artemide, allora perché non l'hai fatto?" le parlai, ma non ricevetti risposta, in compenso sentì un fruscio provenire da dietro di me.

"Non ti muovere" mi girai di scatto e vidi un'uomo con un arco in mano e la freccia su di esso puntato verso di me. Deglutì pesantemente e alzai le mani in aria per farli capire che non avevo armi con me. Lui si avvicinò a me e mi scrutò attentamente, guardò l'abito che indossavo, i miei piedi scoperti e il mio viso da cui si poteva capire che avessi paura di ciò che avrebbe potuto fare.

"Capo! Ho trovato qualcosa!" urlò ancora con lo sguardo puntato su di me, non voltò lo sguardo fin quando non vidi un'uomo accompagnato da un'altra persona venire verso di noi. Avrà avuto due o tre anni in più di me, i suoi capelli erano castani e brizzolati, non li aveva lunghi come gli altri uomini, erano corti, il suo fisico era magro e i suoi occhi erano azzurro cristallino. Indossava delle semplici vesti e il suo sguardo era puntato su di me guardandomi attentamente.

"Chi è?" domandò all'uomo di fronte a me che non mi toglieva gli occhi di dosso.

"Era qui, l'ho trovata mentre guardava la luna."

"Dovremmo liberarci di lei" aggiunse e guardai l'uomo che da quello che avevo capito fosse quello che comandava sugli altri due.

"La porteremo con noi" decise mentre continuava a squadrarmi con attenzione.

"E se fosse una nemica?" domandò e vidi l'uomo dagli occhi azzurri sorridere leggermente.

"Ci avrebbe già attaccati e uccisi" rispose e si avvicinò a me, non indietreggiai perché sapevo che se avrei fatto anche solo una mossa sbagliata ne avrei pagato le conseguenze.

Tirò fuori una corda e prese le mie mani stringendole intorno alla corda. Non mi opposi perché sapevo che se l'avrei fatto sarebbe accaduto ben peggio di quello che stavo pensando in quel momento. Guardai la corda e lui seguì il mio sguardo fino a raggiungere ciò che stava legando.

"È solo per prevenire, non mi avete detto il vostro nome" disse mentre legava le mie mani con una fune, quando si assicurò di averle legate ne in modo troppo stretto, ne troppo largo per farmi fuggire alzò lo sguardo per guardarmi negli occhi. Accarezzò leggermente il mio viso con i polpastrelli e a quel contatto indietreggiai uccidendolo con lo sguardo.

"Non mi toccate" dissi a denti stretti e lo vidi sobbalzare leggermente alla mia reazione eccessiva.

"Non è sicuro, Timoteo, portarla con noi" sussurrò l'uomo ma potei chiaramente sentirlo, l'uomo che capì si chiamasse Timoteo mi lanciò un'occhiata per poi rivolgersi di nuovo all'altro uomo.

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