Non ti chiudere a riccio - SAY SOMETHING

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Nelson's POV

"Vuoi il bastone tesoro?" Sento le guance accendersi, abbasso il capo ghignando sotto i baffi: "Che stupido sei, comunque no!"
Allaccio la cintura: "Semmai carota!"
Resta in silenzio mentre s'immette nel traffico. Guardo fuori dal finestrino trattenendomi dal ridere.
"Ah, no?" Se ne esce dopo dieci minuti. Esplodo in una risata fastidiosa anche per me: "Non mi pare il momento adatto!" Sorrido bonariamente.
"Che stronzo che sei, Nels!" Appoggio ruffianamente la mano sulla sua, sento che si rilassa.

Ci siamo stuzzicati, presi in giro, divertiti, insomma tutto come al solito; forse però scherzare sul nostro privato, è ancora un po' meeh? Sono stato indelicato? Devo andarci più piano? Gli sto creando dei dubbi? O magari confermo le sue certezze fino a farlo pensare che sia stata una cosa così, che non può funzionare per seimila miliardi di motivi? Fino a dove mi posso spingere?
Mi sento una quindicenne alla prima cotta, non mi riconosco.
Elucubro pensieri su pensieri che mi fanno scazzare sempre di più.
La mia comfort zone trova spazio in questo umore che non mi rende lucido. Il flusso di pensieri che scorre in me, alimenta il mio nervosismo.
Arriviamo, scendo dalla macchina e sbatto la portiera. Entro in studio, saluto i regaz togliendomi la giacca e buttandola sul divano. Il caffè versato nella tazza di Space Valley mi sembra la cosa più dolce della giornata.
Cesare mi raggiunge, si sistema e con la sedia si spinge verso di me: "Nelsino, tutto ok? H-ho fatto qualcosa?"
Le parole non escono, mi si strozzano in gola, restano appese su un fil di voce e la rabbia aumenta.
Scuoto il capo: "Va' via Cesare!" Lo fa, mogio si spinge fino alla sua scrivania.

Non posso farci niente Cesu...

Manderò tutto a puttane, boicotterò questa storia e Cesi si stancherà di me. Ma poi quale storia? Nel tuo cervello Nels, solo nel tuo cervello.
Quando questo stato d'animo prende il sopravvento, difficilmente c'è qualcosa che riesca a farlo passare, vedo nero.
Vorrei essere nella mia confortevole camera, ad ingozzarmi di biscotti e a spararmi un film di cui non ricorderò nemmeno i titoli di testa: la perfetta giornata nerd, insomma. Invece no, devo stare qui in studio e tra venti minuti inizierà pure il briefing. Ascolterò e ammiccherò, tanto ci sono già gli altri che si animano al posto mio.
Ci sediamo al tavolo e Frank attacca: "Allora bambini, oggi registriamo il salotto, ma ne abbiamo già parlato, quindi possiamo iniziare con le idee per..." Tutti gli occhi puntati su Frank.
Dario si schiarisce la voce spostando l'attenzione su di lui.
Grida alzando le mani al cielo: "Nataleeee!" Si alza un boato generale. Lo spirito delle festività, esattamente quello che cercherò di evitare, soprattutto perché siamo a ottobre, possiede il gruppo in un decimo di secondo. Al massimo posso pensare ad Halloween e a decorare zucche non a canzoncine, addobbi, alberi, vischio e chi ne ha ne metta.
La modalità Grinch è impostata su on.
Cesare, entusiasta come un bambino, mi lancia un sorrisone che ricambio con una smorfia.
A turno tutti espongono le loro idee, Dario assegna i compiti e quando tocca a me, me ne esco con un: "Fate vobis, io mi adeguo."
Non sono mai stato fan del Natale, sì dei regali, sì del buon cibo, ma non di tutto quello che comporta, a differenza di quando ero un infante sognante.

Mi alzo dirigendomi verso il bagno: "Vado al cesso." Mi sento addosso gli occhi di tutti, come fossi alieno.
Chiudo la prima porta, mi sciacquo la faccia e strappo un po' di carta.
Chiudo la seconda porta, mi siedo sulla tazza con le mani sul viso. Spaccherei tutto, tutto.
"Nelsi, esci dal bagno, per favore! So che non stai facendo niente!"
"Cesare, vattene. Adesso esco!"
"Come vuoi!" Sento la porta chiudersi, prendo fiato e mi faccio coraggio girando la maniglia.
Lo trovo di fronte a me, cupo in volto: "Non so davvero cosa ti ho fatto Nels, ma qualunque cosa sia, ti chiedo scusa. Non volevo!"
Si avvicina al mio viso e io indietreggio: "Questa atmosfera è insostenibile. Facciamo pace?" Mi guarda con i suoi occhioni enormi un po' lucidi.
Mi sciolgo e gli salto al collo.
Mi stringe e ogni brutto pensiero si dissolve.

E io sento teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora