5. La nuova Locatelli

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Capitolo cinque

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Capitolo cinque

Chiara mi stava aiutando con i vestiti, mancava un'ora all'appuntamento con Federico ed ero nel pallone più totale. Volevo mettermi un vestito azzurro che avevo comprato poco fa in centro, ma novembre era sempre più vicino e le temperature non facevano che abbassarsi ulteriormente.

- Cazzo... - Imprecai mentre scavavo nel mio armadio. - CAZZO! - Urlai dalla felicità quando vidi un vestito bordeaux del quale mi ero completamente scordata.

- Oddio è bellissimo! - Disse Chiara guardandolo attentamente. - Provalo subito. -

Era un vestito in velluto bordeaux con le maniche lunghe ed una gonna che arrivava poco sopra il ginocchio.

- Avrò freddo. -

- È di velluto cazzo! È pesante e poi non penso che ti porti a fare una passeggiata nei boschi. Andrete in un posto al chiuso a mangiare. -

Aveva ragione, di nuovo. Aveva un sesto senso? No, semplicemente usava la testa a differenza mia.

Così provai il vestito che fasciava alla perfezione le mie curve e le mie forme. Chiara mi piastrò i capelli e mi fece la ceretta alle gambe con una velocità che nemmeno il campione dei cento metri delle olimpiadi. Infine mi truccai con un filo di mascara ed un eye-liner sottilissimo.

- Che scarpe metto? Non posso mica mettere quelle da ginnastica -

- Si che puoi. - Mi sventolò davanti le mie Jordan bordeaux. - Non devi mica diventare un'altra persona, te con i tacchi non sei te. -

Questa ragazza la doveva smettere di avere sempre ragione.

- Stai divinamente. - Mi guardò soddisfatta.

- Sei sicura? - Chiesi mentre mi guardavo allo specchio. - Non sembro grassa? -

- Alessandra smettila. Potrei ucciderti. -

- Ok, ok. La smetto. - Sorrisi. - Grazie. - Corsi ad abbracciarla.

- Buona fortuna e dimmi come va. - Ricambiò il mio gesto. - Ora io vado che mi aspetta Michela. - Disse riferendosi al nostro specializzando capo.

Così Chiara corse a lavoro e rimasi io a casa, insieme a Gaspare ed alla mia ansia. Iniziai a giocare con il mio cane lanciandogli la sua pallina viola preferita per far passare in maniera più veloce il tempo.

Il campanello suonò.

- Merda! - Imprecai. - Okay Gaspare, la mamma ora va via. C'è un calciatore bellissimo con il quale devo uscire stasera e tranquillo. Non torno tardi. - Iniziai letteralmente a parlare con lui, come faccio sempre d'altronde.

Mi infila la mia giacca nera e scesi velocemente.

Federico era lì, appoggiato alla macchina che mi aspettava. Stava indossando dei pantaloni neri eleganti che gli stavano divinamente e sopra una giacca dello stesso colore.

FARESTI CON ME | FEDERICO CHIESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora